Giornalismo: ancora due gradini più giù

Buongiorno,

molti ricorderanno come, ai tempi in cui le intercettazioni telefoniche riprese da atti investigativi più o meno pubblici inondavano i giornali con dettagli al limite del boccaccesco relativi alla vita dell'allora Primo Ministro Silvio Berlusconi, ci fosse una discreta polemica sulle modalità e sulla natura di ciò che i giornali pubblicavano, polemica che si accompagnava a quella sull'opportunità dei comportamenti dell'arzillo Premier.

Al di à delle posizioni oltranziste opposte, che avrebbero volentieri ammesso qualsiasi scempio della privacy (o della trasparenza istituzionale) all'unico scopo di danneggiare (o tutelare) SB giustificando qualsiasi norma ad personam (o atto contra personam), era chiaro ed evidente a chi volesse ragionarvi un po' su che la pubblicazione di atti non pubblici e non rilevanti rappresentava un fenomeno che stava tra l'inopportuno, il deontologicamente scorretto e l'illegale, e di questa cosa capitava di leggere, sentir ragionare o dibattere (1).

Secondo me in questi giorni per effetto collaterale alle intercettazioni della (ex) Ministro Guidi (2) stiamo assistendo ad un ulteriore imbarbarimento della pratica giornalistica, apparentemente senza che nessuno si ponga alcun problema.


Proviamo a vedere la cosa da un punto di vista diverso da quello del fruitore dei mezzi di informazione: cosa direste se domani io titolassi:

"[Il_tuo_nome] accusato di essere pedofilo, mafioso e corrotto"

e buttassi fuori un post del tenore seguente: 

"Buongiorno,

[Il_tuo_nome], da quanto si evince da un corposo dossier di fonte anonima recapitato a tutte le procure della galassia, risulta essere uno schifoso pedofilo essendosi reso protagonista di: [lunga_lista_di_episodi_e_dettagli_pruriginosi].

Le accuse contenute nel dossier non si fermano però qui. [Il_tuo_nome] nel dossier è anche accostato ad ambienti mafiosi e corruttele con riferimento a: [seconda_ lunga_lista_di_episodi_e_dettagli_canaglieschi].

Nell'ambiente tutti sapevano ma nessuno sinora aveva mai osato denunciare, in un clima di pesante omertà (3)."

Niente verifiche sull'attendibilità delle accuse, niente indagini per individuare la fonte e stabilirne l'affidabilità, solo un enorme ammasso di sterco puzzolente. Come vi sentireste? E, anche ammesso che le accuse da fonte anonima esistano davvero, lo trovereste degno di un Paese civile?

Da quando è opportuno, deontologicamente corretto e legale pubblicare notizie di fonte anonima senza verificarle e dando un rilevanza minima (e decrescente nel tempo) alla loro dubbia origine?

Ma il problema non sta solo sul fronte giornalistico: da quando siamo noi a trovare normale il fatto che ciò avvenga sulle pagine di tutti i giornali, comprese le testate che riteniamo tendenzialmente più autorevoli, al punto di non emettere un singolo brontolìo di disapprovazione per quanto sta avvenendo? Possibile che comportamenti ancor meno etici di quelli tollerati con qualche mal di pancia poco tempo fa adesso siano accettati di buon grado? Confesso di sentirmi in estremo disagio davanti a tutto ciò.

Ciao

Paolo

1) Non che queste considerazioni abbiano rappresentato un freno per chicchessia, sia chiaro.

2) Nota complottista: non è che il silenzio mediatico calato sull'argomento è dovuto più alla voglia di soffocare le velleità referendarie che alle dimissioni opportunamente presentate?

3) la formula "Tutti sapevano ma nessuno ha mai parlato" è fantastica: praticamente il nulla confermato dal nulla. Persino la dichiarazione "da fonte che vuole restare anonima" riesce ad avere maggior valore.

2 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Ecco qua:

http://www.ilpost.it/2017/01/12/federica-guidi-gianluca-gemelli-archiviazione/

Come sempre non paga nessuno, chi si abbevera al Fatto Quotidiano ha dimenticato e comunque non viene informato. Tanto è già indignato per la prossima causa sbagliata.

Non andiamo da nessuna parte.

Saluti

T.

PaoloVE ha detto...

...cosa c'è di meglio, per un blogger, che scrivere "L'avevo detto io"?

Che siano i lettori, a distanza di mesi da un post, a commentare "L'avevi detto..."

:-)

Ciao

Paolo