Riforme passate, riforme future

Buongiorno,

oggi lo spunto viene da una notiziola che passa in secondo piano nelle cronache locali: l'elezione a larga maggioranza di Stefano Marcon a Presidente della Provincia di Treviso. Immagino che il fatto che Stefano Marcon , Sindaco di Castefranco Veneto abbia prevalso con oltre il 56% sul sindaco di Treviso Giovanni Manildo fermatosi al 43% dei 1077 voti che hanno assegnato la carica non sia in effetti una notizia in sè degna di una grande attenzione.


Lo sono invece un po' di fatterelli che questa notizia certifica:
  • le Province, contrariamente a quanto ci avevano promesso, non sono state abolite dalla recente riforma
  • i loro vertici non sono più eletti da noi ma da amministratori, sindaci e consiglieri comunali, che di fatto li nominano sulla base di indicazione partitiche
  • i loro vertici sono eletti, distogliendoli dal loro primitivo incarico, tra persone che noi avevamo votato per fare altro
Detto tra noi: messa così la cosa più che riforma democratica in grado di far progredire il Paese ha molto l'aspetto di una duplice espropriazione del potere degli elettori in favore dei Partiti. Il fatto è che non c'è un altro modo di dire raccontare come sono state riformate le Province.

Questo vale per le riforme passate.

E, passando dalla mancata abolizione delle Province a quella promessa del Senato (poi in realtà derubricata ad una più modesta abolizione del bicameralismo perfetto), rischieremo di trovarci  nella stessa situazione.

Infatti questo autunno saremo posti davanti alla scelta di avallare con il SI al referendum la rinuncia ad eleggere i nostri rappresentanti in un Senato che continuerà ad esserci, rappresentanti che invece essere scelti (malvolentieri perchè non pagati) da una platea composta essenzialmente di parlamentari largamente nominati dalle segreterie di partito tra quelli che noi avevamo eletto per fare altro, cioè i sindaci o i consiglieri regionali.

In sintesi un'altra duplice (o forse in questo caso addirittura triplice) espropriazione di quel fastiodioso potere che ancora esercitiamo marginalmente mettendo la scheda nell'urna.

Mi chiedo con quale faccia e quali argomenti si possa proporre una cosa simile.

Mi chiedo con quale faccia e con quali argomenti si possa sostenere che le riforme di Renzi non pongano qualche problema in materia di democrazia e non allontanino la gente dalla politica.

Ciao

Paolo

1 commento:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

tutto vero. È evidente che non c'è via d'uscita pulita: una classe dirigente autoreferenziale e arroccata in difesa di se stessa. Una classe politica che ne è becera espressione. Alternative politiche del tutto inadeguate e forse nemmeno tanto più oneste.

E ricordiamoci che alla base di tutto questo c'è una popolazione così ignorante e impaurita che toglierle il diritto di voto pare quasi una buona idea.

Si scherza, ma non troppo.

Tschuss

T.