Boschi e l'opportunismo di genere

Buongiorno,

prendo spunto dalla controffensiva mediatica lanciata dalla Sottosegretaria Boschi dopo le audizioni nella commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche in cui alcuni testimoni hanno sostenuto che lei fosse parte in causa, pur apparentemente senza esercitare formalmente alcuna pressione a favore di alcuna parte in causa.

Non voglio entrare nel merito di quanto emerso nè del valore delle testimonianze (non è argomento del post valutare se quello della Boschi fosse un interessamento istituzionale doveroso o meno, anche se non mi pare che le testimonianze rese possano essere sufficienti a sostenere l'evidenza di un interessamento andato oltre il lecito. Magari oltre l'opportuno....), ma solo il tenore di una particolare presa di posizione dell'ex Ministro delle Riforme nel confronto televisivo che aveva preteso con Marco Travaglio, magari anche dettata da una evidente difficoltà che l'ha spinta a trascendere in attacchi personali: "Lei ce l’ha con me. Se fossi stata un uomo non mi avrebbe trattata così".

Chiunque abbia  letto qualche articolo di Travaglio e/o abbia assistito a qualche sua intervista sa che non è così, che l'atteggiamento indisponente, sarcastico, diffidente, puntuto e "manettaro" è la cifra di Travaglio indipendentemente da chi abbia davanti, al punto da aver originato una geniale ed autoironica vignetta pubblicitaria di Natangelo per l'edizione online de Il Fatto Qutotidiano dove il vignettista chiosa con un "Siamo manettari" la battuta "Giochiamo a Travaglio e l'indagato?" pronunciata facendo tintinnare maliziosamente le manette davanti ad una bella e procace ragazza. Travaglio tratta tutti così, ed anche peggio: paradossalmente l'apparente incapacità di Travaglio di immaginare che l'interlocutore possa essere in buona fede ed innocente è, a mio modo di vedere, il limite di Travglio.

E quindi in questo momento chiunque sa che che Maria Elena Boschi si sta nascondendo dietro una pretesa discriminazione sessuale in questo caso palesemente falsa, creando a mio modo di vedere un danno alla causa della parità di genere nel nostro Paese.

Perchè, sia che ne sia convinta e in buona fede, sia che lo abbia fatto strumentalmente, fornisce argomenti e prove a chi sostiene che, in fondo, la discriminazione di genere è solo un comodo luogo comune vittimista che  le donne possono utilizzare ai loro fini ed a loro piacimento.

E questa non è una bella cosa per chi ha rivendicato con orgoglio il proprio ruolo personale e quello del proprio partito nella lotta per la parità di genere.

Ciao

Paolo

4 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

a pelle dissento e non in relazione a Travaglio in particolare.

Credo che l'accanimento contro la Boschi in quanto donna ci sia, nel senso che si è scelta lei come bersaglio pur con accuse difficili da sostenere seriamente. Forse il caso non sarebbe stato montato sulle stesse basi e con la stessa visibilità se il bersaglio fosse un uomo.

In questo senso non è che Travaglio ce l'abbia con lei in quanto donna, quanto che il caso stesso sia stato montato anche per il tipo di bersaglio.

È solo una sensazione e non ho argomenti o controprove, per cui la lascio lì.

È invece oggettivo il dirottamento del dibattito (e della commissione) su questo caso - che con le informazioni ora disponibili non ha molte chance di portare a serie conseguenze - mentre ci sono fior di ladroni e di complici politici che meriterebbero un poi più attenzione per le loro malefatte.

Proprio qui nel Veneto dove si ciarla di autonomia e siamo tra i campioni della ruberia.

Saluti

T.

PS nella prima frase non è chiaro di cosa appare che la Boschi sia a conoscenza.

PaoloVE ha detto...

@ T.:

"nella prima frase non è chiaro di cosa appare che la Boschi sia a conoscenza"

Nemmeno a me :-)

Chissà cosa avevo intenzione di scrivere: comunque ho corretto, grazie!

A distanza di qualche giorno dovrei riguardarmi gli spezzoni dell'intervista per capire se la Boschi ritenesse di essere discriminata in generale o solo da Travaglio... io l'avevo intesa in questa maniera dopo che aveva attribuito a Travaglio l'essere mosso da odio e su questo taglio imperniavo il post.

Però, anch'io andando ad impressioni, tendo a non vedere discriminazione nemmeno nel contesto generale: mi pare che il metro riservato alla Boschi su Banca Etruria sia lo stesso riservato a Renzi su Consip.

Se uno fa le debite proporzioni valutando la portata dei due affaire, il diverso numero di parenti coinvolti ed il diverso livello di coinvolgimento personale mi pare che le reazioni siano in generale abbastanza confrontabili...

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

Buonasera,

"l'atteggiamento indisponente, sarcastico, diffidente, puntuto e "manettaro" è la cifra di Travaglio indipendentemente da chi abbia davanti"

Sono perfettamente d'accordo con quanto osservi. Ma dopo decenni di politici e ministri che hanno sempre le mani in pasta e che seminano danni e macerie da pertutto e poi fanno finta di nulla, che pretende la Boschi?
Il punto è che non doveva trovarsi con il sedere su quella (o altra) poltrona ministeriale: Si chiama conflitto d'interessi, e aldilà di qualsiasi colpa o meno genitoriale, avrebbe dovuto passare la mano e non uscire dalla stanza come un Berlusconi qualsiasi quando si discuteva della legge Gasparri.
La lagna "ce l'ha con me perché sono una donna" è pari alla pretesa che si guardi il dito che indica la luna e fa sinceramente pena. Se avesse un minimo di coraggio provasse ad andarlo a raccontare ai risparmiatori che si sono trovati con un pugno di mosche in mano anche per colpa (forse) di quel babbino che non è stato in grado di fare il suo compito in maniera decente.
MR

PS sempre a proposito di cosce.

Michele R. ha detto...

da pertutto = dappertutto