Forza Italia

Buongiorno,

Azz! è arrivato prima di noi!
Authan, senza nemmeno lasciarmi il tempo di promuoverla adeguatamente (nella mia sconfinata sobrietà già immaginavo di sfruttare l'avvicinamento degli elicotteri di Apocalipse now), ci regala una ulteriore riflessione di cui lo ringrazio.

Non abituatevi, purtroppo.

Negli ultimi giorni si è dibattuto dell’opportunità e del buono o del cattivo gusto del festeggiare le dimissioni di Berlusconi in piazza, con gli Alleluja, le Bella Ciao, i cori da stadio, le bandiere, ecc. Ebbene, a mio avviso quello che è successo è banalmente una conseguenza fisiologica dell’involuzione politica e sociale registratasi negli ultimi diciassette anni.

Rossi contro Blu e viceversa. Sempre
In tre anni di blog ho cercato in tutti i modi di far passare il messaggio che l’antiberlusconismo non era un fenomeno a se stante, ma una reazione al berlusconismo. Non una causa, ma un effetto. Non espressione d’odio (politico) tout court, ma odio in risposta all’odio. Ed è in questo quadro che il giubilo diffuso di piazza trova la sua spiegazione. 

(Qui però mi viene un dubbio forse un po' OT: SB è sceso a sua volta in campo in odio a e contro l'ideologia comunista -allora già defunta? si, già defunta, ma non nella testa di molti-. Insomma, non mi riesce di vedere in lui un inizio, ma piuttosto la prosecuzione di un modo distorto e marcio di intendere la politica. Dov'è il baco culturale che ci impedisce di interrompere la spirale autodistruttiva? Perchè non riusciamo ad essere propositivi invece che divisivi e distruttivi?)


La Crisi? Ghe pensi mi!
Berlusconi ha sempre fatto del personalismo il suo marchio di fabbrica: i bagni di folla, l’adorazione di massa, Forza Italia, meno-male-che-silvio-c’è, ghe pensi-mi. Questo modo di porsi non poteva che enfatizzare, oltre agli impulsi primordiali dei sostenitori, anche quelli dei detrattori. Il tutto in un concentrato tossico che fermentava anno dopo anno divenendo, via via, sempre più micidiale.

Deplorare i festeggiamenti di piazza senza ricordare da dove è nato tutto questo, e senza sottolineare come solo il cavalier Berlusconi, lui e solo lui col suo plebiscitarismo, abbia piantato le radici velenose della politica da stadio, significa non avere piena coscienza di cosa siano stati gli ultimi diciassette anni in questo nostro sfortunato paese.

(Ciononostante, come già segnalavo nel post di Tommaso, le reazioni alla caduta sono state molto più compassate e civili di quanto avvenuto in situazioni in qualche modo confrontabili: mi sbaglierò, ma le monetine tirate a Craxi e la scomposta crapula in parlamento alla caduta di Prodi secondo me hanno marcato livelli ben peggiori, il che almeno un pochino, mi fa sperare in meglio. Lasciatemi illudere)

Ciao

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8 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì e Forza Authan,

post condivisibile: la politica è ridotta a tifo e come tifosi si comportano molti, sia dentro sia fuori la cosiddetta casta.

Berlusconi è colui che più di tutti ha alzato il livello dello scontro, portandolo a un punto tale che i maggiori partiti giocano con la nostra bancarotta per non trovare un accordo di emergenza.

Come nota Paolo però, la divisione viene da prima. Quanti hanno votato sempre contro i pericolosi bolscevichi?

Vorrei infine dividere nettamente i festeggiamenti che sono solo un po' esagerati visto che il momento è drammatico, ma che comprendo benissimo dalle urla e soprattutto dai cori da stadio. Questi ultimi rivelano una tale miseria che fanno sorgere il sospetto che molte persone fossero lì per sentito dire oltre che fuori tempo massimo.

Come i monetinari del Raphael (2)

Ciao

T.

x ha detto...

Francesca ha detto...
@ F®Ømß°£

Ah si? Ai nemici di solito si consegna almeno l'onore delle armi, ma al personaggio che ha incarnato il peggior governo della Storia Repubblicana - ricordiamo un solo episodio, la votazione della maggioranza comapatta (circa 7 mesi fa) su "Ruby=nipote di Mubarak" che passerà alla Storia come segno di un baratro culturale inaudito - che onore si doveva tributare?
Lo sberleffo, lo sbeffeggio, la pernacchia son già troppo nobili.
E le monetine si lanciano pure nelle fontane!

Il passaggio in auto di B verso e dal Colle ha segnato la resa di un governo indecente, in ognuno dei suoi ministri/e, nessuno escluso, se pensiamo a Brunetta e gli insulti alla qualunque, a Tremonti e i suoi mostri da video-games, a Sacconi e le sue sottosegretarie Roccella & Martini.... and so on.... per finire con Matteoli che ha già stabilito la data di inaugurazione del Ponte dei Miracoli!
Onore al governo del FARE che si è risolto soltanto ad ANNUNCIARE!!!

15 novembre 2011 13:19
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Aggiungo che, mentre il tanto vituperato governo Mortadella lascio' lo spread a qualcosa come 37 punti nel 2008, oggi, grazie alla lungimiranza dei campioni del mondo del liberismo ci troviamo a questo punto.

Scrive il Financial Time: "L'outlook dell'Italia appare ancora troppo precario. Il governo Monti è un passo positivo, ma ci vorranno anni per portare il debito e la competitività dell'Italia a livelli sostenibili", dice John Stopford della Investec.

"Poi c'è chi sottolinea che "senza l'intervento della Bce (che ormai da settimane compra i titoli di stato italiani, ndr) il rendimento sarebbe ancora più alto. La mia sensazione è che il mercato dei bond italiani sia molto fragile e molto sensibile ai cattivi titoli dei giornali. Basta un'altra cattiva notizia o dei dati non positivi e vedremo i rendimenti schizzare di nuovo verso l'alto".
In generale, benché Monti sia assai più rispettato di quanto non fosse Berlusconi, c'è scetticismo su quanto possa fare un solo uomo, specie in caso di recessione dell'economia. Non solo, a conferire incertezza al quadro c'è anche l'annuncio di Berlusconi intenzionato a restare sulla scena politica.

Authan ha detto...

La politica "da stadio", come mi piace definirla, e' nata con Berlusconi. Prima era una cosa diversa. Non che nella prima repubblica fosse tutto rose e fiori, e che la contrapposizione politica fosse all'insegna del galateo, ma certe scene dentro e fuori dal parlamento una volta non si vedevano.

Si sono fatti paragoni con l'episodio dell'hotel Raphael. Ma quella di sabato e' stata una cosa diversa. Parlando per metafore, al Raphael fu il "linciaggio del criminale", sabato scorso e' stata la "liberazione dal tiranno".

Di linciaggi (azioni di natura non politica, ma ferina, selvaggia) ce ne sono sempre stati e sempre ce ne saranno. Le feste di liberazione dai tiranni, invece, si fanno solo quando ci sono i tiranni. E prima di Berlusconi, nel dopoguerra, di tiranni non ce ne sono mai stati.


(Meno male che non siamo nell'antizanzara, senno' dovrei fare tutto lo spiegone sull'uso figurato del termine "tiranno")

Ciao a tutti.

PaoloVE ha detto...

@ Authan:

non ti preoccupare: qui i dittatori li abbiamo già sdoganati ed addirittura invocati!

:-)

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

@Authan e Francesca

la liberazione è stata solo (e non sappiamo per quanto) dall'uomo Berlusconi.

Il suo lascito nefasto è intatto.

E un segno sono i coretti alla chi non salta...: sono un segno che anche coloro che lo detestano sono vittime della stessa sottocultura in cui ci ha sprofondati e da cui usciremo, se usciremo, tra molto tempo e con molta fatica.

Ciò che più è disgustoso del berlusconismo, come scrive Serra oggi, non sono tanto la politica o le ruberie, quanto la volgarità e il suo sdoganamento.

E da questo la sua uscita di scena non ci libererà di certo.

Il paragone con il Raphael è inteso in questo senso: quanta moda c'è oggi nell'insultare maramaldescamente lo sconfitto (o supposto tale)?

Saluti

T.

x ha detto...

A latere del tema suggerito dal post odierno, propongo una riflessione sul pezzo che ho estrapolato da un articolo letto su IL FUTURISTA:

"Il berlusconismo è finito, Berlusconi no. È questo il punto di partenza per capire cosa sta avvenendo, e cosa ci attende nei prossimi difficilissimi mesi. Dire che il berlusconismo è finito significa infatti dire qualcosa che non riguarda solo il destino di un persona, per quanto centrale e addirittura “eponima”, capace cioè di dare il nome ad un intero periodo. Significa indicare che l’epoca stessa è tramontata, e con essa le condizioni, interne e internazionali, entro le quali soltanto Berlusconi poté esercitare il suo ruolo determinante. Questo non significa però che, in condizioni diverse, Berlusconi non potrà continuare a condizionare la politica italiana, come ha promesso nel suo ultimo videomessaggio. Ciò non sarebbe storicamente una novità. Quella che chiamiamo età giolittiana, per fare un esempio, termina certamente con la prima guerra mondiale, ma Giolitti continuò ad essere al centro della politica italiana anche dopo la guerra, e addirittura tornò a guidare il governo nel giugno del 1920. La sua epoca era irreversibilmente tramontata, Giolitti non ancora. Ciò potrebbe valere per Berlusconi, che ha forze e risorse per sopravvivere a se stesso, all’epoca che – nel bene e nel male – ha incarnato.
La fase che si apre con la nascita del governo Monti non potrà essere breve. Non solo, infatti, l’urgenza economica delinea un compito che difficilmente potrà essere assolto in pochi mesi, ma l’obiettivo della “ricostruzione nazionale” è destinato a prolungarsi inevitabilmente nella prossima legislatura, che dovrà essere – stavolta davvero – una legislatura costituente."

x ha detto...

TOTO-ZANZARA ...facile facile...

Torna la rubrica:

IL BOCCHINO DEL GIORNO

con Italo Pippa fatto a pezzi dal Crux per la magra rimediata a causa dell'incauto endorsement a MM per il quale Gianmenefrego gli ha tirato un mattone sui denti da latte!

Pale ha detto...

I festeggiamenti mi hanno provocato due sensazioni uguali ed opposte. Da una parte sono contento che almeno una parte del problema (ovvero un governo incapace di governare si sia tolto di mezzo) sia stata risolta. Dall'altra parte pero'le scene di isteria collettiva mi fa pensare che tante persone non si rendano conto che adesso in pochi mesi dovremo affrontare tutto cio' che non e' stato fatto per anni e che i cittadini italiani avranno tante medicine amare da ingoiare una dopo l'altra. Spero che i miei concittadini riescano a tenere duro!