La legge anti scalate

Buongiorno,

Nei giorni scorsi, sull'onda delle emozioni sollevate dall'acquisizione di Parmalat da parte di Lactalis e a pochi giorni di quella di Bulgari sempre da parte di un gruppo francese,il Ministro delle Finanze più coerente e creativo di tutta la storia di tutto l'universo Giulio Tremonti ha annunciato che avrebbe promulgato in fretta e furia una legge anti scalate, che cioè non permetta a ditte italiane di essere acquisite da gruppi esteri in assenza di condizioni di reciprocità, o se in settori strategici.

Si sa infatti che è prassi comune per le aziende italiane cercare di crescere, specialmente espandendosi all'estero, e che questa loro attitudine (sconfinante quasi nella foga esterofila) è sistematicamente frustrata da pratiche protezionistiche e nazionaliste. Basta ridere, per favore.


l'italico smacco!
Volete un esempio? Opel. Tiè, ero preparato! Ne volete un altro? Meglio di no, perchè sarei in difficoltà a farlo. Insomma al di là dei tetezki che hanno preferito non vendere una loro fallimentare impresa a degli italiani (e dovrei dire che hanno fatto bene: Marchionne non sa se si può permettere investimenti in Italia a causa del costo della manodopera nemmeno adesso che ha imposto dappertutto il suo modello contrattuale, figuriamoci cosa potrebbe fare con i costi di IGMetal), non mi sovvengono terribili ingiustizie di cui sarebbero state vittime aziende italiane all'estero. A meno che non si parli di partecipate statali come Enel o Eni, ovviamente. 

Le imprese private italiane mediamente non crescono, men che meno lo fanno acquisendo all'estero. Il che fa sospettare che, in fondo queste norme anti scalata nulla abbiano a che vedere con le condizioni di reciprocità, ma unicamente vogliano tutelare la proprietà italiana, il che, in alcuni settori (quelli strategici), potrebbe essere un bene, ma diventa una pratica dannosa negli altri casi. 

Lusso strategico?
La presenza di capitale straniero nelle aziende italiane è infatti molto inferiore alla media  europea per tutta una serie di problemi che l'Italia ha nell'attrarre capitali: si va dall'eccessiva tassazione a problemi burocratici alla lentezza della giustizia alla scarsità di infrastrutture. Non è intelligente inserire ulteriori norme che dicono che se domani ti interessasse comperare ti sarà impedito, perchè ha come bel risultato il fatto che le nostre aziende rimangono sottofinanziate. Il che si traduce nel non essere in grado di fare investimenti paragonabili a quelli della concorrenza, e quindi a soccombere nel lungo periodo.

Et voilà le nouveau amministrateur!
Il bello è che per Bulgari e Parmalat è difficile sostenere che si tratti di ditte in settori strategici, nè che in quei settori vi siano problemi di reciprocità. Cose che invece si applicano ad Edison, di cui gran poco si parla ed il cui amministratore sarà designato da EDF (NOOO, ancora i Francesi!). a scapito di Umberto Quadrino.  Mi immagino poi come sarebbe stata contenta la famiglia Bulgari di dover rinunciare ad una offerta remunerativa come quella francese: sono sicuro che qualche abile fiscalista avrebbe trovato il modo di aggirare con qualche bella struttura a scatole cinesi il divieto, per quelle cifre...

E allora, che dite, non è che forse sarebbe il caso di definire gli interessi nazionali ed invocare solo quelli, per non danneggiare, impoverendole, tutte le imprese italiane, nel tentativo di difenderne alcune importanti? E' un compito troppo complesso per il nostvo Ministvo? Nooo, probabilmente è troppo banale e poco creativo, meglio brindare a Franciacorta per la difesa ad oltranza dell'Italianità. Ed è forse troppo difficile per Bersani (che di economia dovrebbe capirci un po', visto che è stato Ministro delle Ativittà Produttive) farglielo presente con un po' di convinzione? Ohi ragassoli, ma vi rendete conto che state legando il cane con la salsiccia e pestando l'acqua nel mortaio?

Ciao

Paolo
Le metafore di Bersani

6 commenti:

Michele R. ha detto...

@paolo
ti potrei ricordare del enel che qualche anno fa cercò di acquistare l'azienda belga Suez (non ricordo bene), ma fu osteggiata da EDF.

PaoloVE ha detto...

@ Michele:

Enel è partecipata per oltre il 30% dallo Stato Italiano, che ne è di gran lunga l'azionista di maggioranza e, di fatto, ne nomina l'AD. Non mi pare che sia un buon controesempio...

Ciao

Paolo

x ha detto...

ebbasta col dare addosso ai francesi!

Qui non si tratta di protezionismo anacronistico attraverso leggi e vincoli per i cosiddetti settori strategici (il settore di Parmalat non mi sembra proprio lo sia!).

Il fatto è che non c'è abbastanza cultura d'impresa internazionale.
Una piccola dimostrazione proprio il caso di Bulgari.
La scorsa settimana l'AD Trapani è stato ospite di Focus Economia...

“Volevamo restare ma nessuno ci ha detto sì”

http://www.blitzquotidiano.it/economia/bulgari-lvmh-trapani-arnault-cessione-776388/

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

inutile dire che sono troppo ignorante in materia economica per avventurarmi nei dettagli del tema del post di Paolo. A naso sono d'accordissimo con lui.

Ieri sentivo Barisoni e sono rimasto sorpreso nello scoprire che dopo Cina e Germania il terzo esportatore di prodotti manifatturieri è proprio l'Italia. Stabilmente da anni. Questo è senz'altro merito anche delle famose PMI. Mi chiedo perché il nostro PIL cresca in modo così diverso da quello tedesco e cinese. Forse c'entrano i SUV dei vari semianalfabeti titolari delle PMI delle mie parti?

Saluti

T.

x ha detto...

La stretegia del "ghe pensi mi"


POLITICA INTERNA 15:08
Parmalat: Bossi: I francesi non prenderanno niente
Roma, 29 mar. (TMNews) - Per Umberto Bossi il tentativo di Lactalis di acquisire Parmalat è destinato a fallire: "Abbiamo già dato le risposte all'ultimo Consiglio dei Ministri", dice il leader della Lega sotto lo sguardo di Giulio Tremonti con il quale ha pranzato alla Camera. "Abbiamo spostato il Cda di Parmalat e bloccato tutto: non prendono niente", è la convinzione di Bossi.

Pale ha detto...

Sbaglio di tanto ad insinuare che la Lega Nord non vuole gli stranieri in Parmalat per proteggere e continuare ad assecondare i voleri (ed i piaceri) dei produttori di latte che da anni fanno pagare all'Italia multe salatissime per lo sforamento della quota?

Sono in ignorante in materia, ma mi e' venuto questo piccolo dubbicino. Sara' sicuramente l'odio che mi travolge...