Buongiorno,
terzo mini post di oggi. Qui quello di Michele. Qui quello di Tommaso. Questo è mio.
Apprendo da qui quali siano gli esiti economici devastanti di una giornata di sciopero. In pratica, secondo l'articolista de il Giornale Claudio Borghi per porre rimedio allo sciopero generale servirà di fatto una nuova piccola finanziaria, 5 miliardi di euro, partendo da una stima che quantifica nello 0,4% del PIL annuo (quindi in 1/250 del PIL) il valore di un giorno di sciopero.
Ammetto di essere prevenuto nei confronti della testata, per cui faccio due conti.
Il PIL italiano è di poco superiore ai 1800 miliardi di euro/anno, per cui, ipotizzando 300 giorni lavorativi all'anno, il PIL di un giorno ammonta a 6 miliardi, se invece si accetta la discutibilissima stima utilizzata dal giornale si arriva invece ad oltre 7 miliardi.
Posto che il mondo non si è fermato (la CGIL segnala una adesione pari al 60% -quindi la procura divide per quattro ed il Giornale, volendo sbandierare il fallimento dello sciopero, dividerà probabilmente per dieci-), che determinati settori devono garantire la continuità dei servizio, che l'adesione allo sciopero non è completa, tutt'altro, che esistono attività che possono essere differite, che magari chi ha scioperato ha approfittato anche per fare la spesa (e magari anche per acquistare una copia de il Giornale da sbeffeggiare in corteo o usare al cesso), direi che la stima è moooolto superiore al vero. Sarei molto sorpreso se nella realtà si arrivasse ad un terzo di quella cifra.
E sarei altrettanto sorpreso se il giornalista che ha scritto una simile baggianata fosse in buona fede. Ma nemmeno in questo caso riuscirei a pensar bene di lui, visto che, per verificare la notizia oltre ad un paio di neuroni basta una calcolatrice, o saper fare una divisione...
Magari sono io a non essere aggiornato ed è in corso una gara a chi ne spara di più, tra certe testate, oppure sono finito a mia insaputa nella rubrica "La bufala del giorno"...
Ciao
Paolo
5 commenti:
Buondì,
sento sempre dire: "È vero che il Giornale è di parte, ma Repubblica è uguale!", dai soliti saggi che, comodi nel loro "sono-tutti-uguali-pensiero" non muovono un dito per evitare il disastro.
I titoli e gli articoli dei giornali di B che sento ogni mattina a Prima Pagina dicono una cosa diversa: essere di parte ci sta, scrivere baggianate senza connessione con la realtà ci sta un po' meno.
Senza tirare in ballo Mitrokhin, Betulla o Boffo, capita spesso che si trovino articoli con numeri oggettivamente contestabili se non proprio falsi. Sarò disattento e bolscevico, ma le firme più autorevoli di Repubblica sono di tutt'altro valore.
Sulla buona fede di chi scrive sul Giornale meglio sorvolare.
Saluti
T.
"Sarò disattento e bolscevico, ma le firme più autorevoli
di Repubblica sono di tutt'altro valore."
Ottima osservazione Tommaso! Non é un caso che "la Repubblica" contende da anni la palma di primo quotidiano per tiratura, al Corriere della Sera, ma le firme più autorevoli
di Repubblica sono di tutt'altro valore."
Ottima osservazione Tommaso! Non é un caso che "la Repubblica" contende da anni la palma di primo quotidiano per tiratura, al Corriere della Sera
Sulla faziosità dei giornalisti della galassia Mediaset e sulla mitezza di Alessandro Milan.
1) Ieri mattina il mite Alessandro Milan aveva come ospite Giorgio Mulè, Direttore di Panorama. Intervistato sulle centinaia di migliaia di euro consegnati in contanti dalla segretaria di Berlusconi a Tarantini - a detta di Berlusconi semplici donazioni liberali per aiutare una famiglia in difficoltà economica - Mulè ha dichiarato di non aver nessuna ragione per dubitare delle parole del Presidente.
Un ascoltatore ha obiettato che era inutile intervistare Mulè sulle faccende di Berlusconi, perché Mulè, dipendente Mediaset, non potrebbe mai parlar male del Gran Capo Toro Seduto. Il mite Alessandro Milan si è indignato, sostenendo che occorreva finirla di dipingere i giornalisti della galassia Fininvest come yes man incapaci di avere opinioni proprie diverse dalle linee guida del gruppo.
2) Stamattina Milan ha intervistato Giuliano Ferrara sullo stesso argomento. Ferrara è stato ancora più fazioso di Mulè. Ha sostenuto che per il miliardario Berlusconi un milione di euro sono come per noi noccioline. E che, alla corte dei grandi monarchi, da sempre in saecula saeculorum ci sono sempre stati scambi di favori. Insomma una sequela di coglionate. Alle quali, il mite Alessandro Milan ha saputo replicare solo con balbettii, evidentemente soverchiato dalla stazza del faziosissimo elefante.
@Mariolino
ho sentito 2 microsecondi l'intervento di ieri di Mulè, ma mi sono perso la parte che hai riportato...
Cmq stando alle tue parole una bella caduta di stile di Milan. Ci sono rimasto di sasso!
@ Michele
Per parlare della Finanziaria passata ieri in Senato stamattina con Milan c’era anche il solito Stracquadanio che ormai, quale politico di secondo piano (e appunto per questo sempre disponibile a comparire per emergere e far parlare di sé) imperversa alla radio e alla TV dappertutto.
Ho ascoltato la parte finale del suo intervento sul costo della politica, quando ha proposto di legare lo stipendio dei parlamentari alla produttività degli stessi o qualcosa del genere.
Anche oggi è intervenuto un ascoltatore che ha affermato l’inutilità di intervistare gente come Stracquadanio. Pur rivendicando il diritto di invitare chi gli pare, anche oggi Milan ha reagito ma non duramente come fatto con Mulè, difendendo Stracquadanio ma senza attaccare l’ascoltatore. Forse, chissà, anche per merito della mail che gli ho inviato ieri sera che riporto integralmente qui di seguito.
Ci vuole più coraggio e meno timore reverenziale.
Gentile Alessandro Milan
Le invio alcune mie riflessioni relative alla sua conduzione di 24 Mattino di ieri e di oggi.
http://acutocomeunapalla.blogspot.com/2011/09/ma-che-puzza-di-bugie.html
É l'intervento delle 21:15.
Salve
Mario Liccardi
Conclusione. O Alessandro Milan è di carattere mite, o forse si sta crucianizzando a ragion veduta, forse per non bruciarsi la possibilità, in un prossimo futuro, di lavorare per Mediaset.
Quando mi ci metto sono cattivello.
Ciao
Mario
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