Parlamento Pulito: riflessioni profondissime

Buongiorno,

Troppi fill in coolinari, cribbio!
Causa fretta e stanchezza (quel giorno ero intenzionato ad uscire solo con il fill in già pronto sui tramezzini), nei giorni scorsi ho buttato giù un po' troppo frettolosamente questo post, relativo alla decisione di non discutere la proposta di legge di iniziativa popolare presentata anni fa dai grillini ed avallata da un impressionante numero di firme (oltre 350.000).

Il risultato è che ho finito con l'evidenziare una non notizia, come Michele mi ha giustamente fatto notare nei commenti ("Come puoi pretendere che i nostri politici facciano passare un referendum del genere?"), mancando quelli che erano invece alcuni spunti salienti della riflessione che mi stava (molto lentamente) maturando nella testa. 

Quindi approfondisco un po' rimandando a domani i doverosi e tardivi sarcasmi su una delle più grosse sciagure del nostro sistema scolastico (ben oltre il fallimento, persino oltre il disastro): il Ministro Mariastella Gelmini.

E' vero, era abbastanza scontato che l'iniziativa di Grillo sarebbe stata uccisa nella culla dai nostri politici.

Ma gli aspetti interessanti sono il modo ed il contesto in cui ciò è avvenuto.

Il modo

Mi chiamo Putin. Risolvo problemi.
Tempo fa segnalavo (dove? boh!, non lo ritrovo... mi ricordo male?) come un leader carismatico (come l'elettorato italiano continua a dimostrare di volere al proprio comando) che scompare nei momenti difficili non manterrà il proprio ruolo a lungo. Potrà continuare a scaldare la stessa poltrona se nessuno lo smuove, ma non avrà più un ruolo da leader.

Per converso, se in situazioni in cui qualcosa inizia a muoversi nessuno ha il coraggio di esporsi e raccogliere la bandiera, significa che nessuno ha intenzione di provare a rivestire il ruolo da leader. E, beninteso, lo sto dicendo in un senso e nell'altro. 

Perchè la bandiera della proposta di legge poteva essere presa e sventolata in molti modi: rivendicando il no alla legge e di aver fatto fallire un attacco comunista e liberticida alle istituzioni, oppure rivendicando il si alla legge ed avocando a sè il mandato dei 350.000 firmatari, o rivendicando il no alla legge e l'intezione di spingersi ben oltre su quella strada per vie diverse...

La decisione della conferenza dei capigruppo di non calendarizzare la discussione è invece avvenuta sostanzialmente all'unanimità, con l'unica eccezione del rappresentante dell'IDV Barbato, e senza che nessuno abbia avuto il coraggio di rivendicarla o cavalcarla politicamente, in un senso o nell'altro.

Questo fatto, nella realtà politica italiana attuale in cui l'elettorato vota per tifo più che per ragionamento e convinzione, evidenzia e conferma per l'ennesima volta come nell'intero panorama italiano nessuno voglia realmente o sia in grado di offrire una alternativa per un dopo Berlusconi già da tempo iniziato e che si presenta sempre più complicato.

Il contesto

Silenzio o censura?
L'altra cosa su cui riflettere è, secondo me, il fatto che la notizia è stata completamente taciuta dai media tradizionali (e questa sarebbe l'ennesima non notizia, in una realtà in cui i giornali sembrano dover compiacere il potere, invece che informare), ma sostanzialmente anche dalla tanto osannata Rete

Il che, dopo che le cosiddette rivoluzioni mediterranee avevano dimostrato su vasta scala come internet possa essere uno strumento di rinnovamento della politica, confermando l'idea che gli stessi grillini avevano cavalcato con buon successo negli anni scorsi, dimostra come anche queste modalità relativamente nuove di fare politica non sono ancora (o forse non sono più) in grado di incidere significativamente nella realtà politica italiana. 

Con buona pace di troppi blogger che pensano di trovarsi su una rampa di lancio ed aspettano che qualcosa li lanci in alto, la miccia politica dei blog e dei social network è bagnata e, per permetterle di potersi infiammare serve ben altro che i soliti sterili battibecchi e le solite sterili chiacchiere, i soliti sterili slogan. Servono idee, contenuti ed iniziative ed un certo ordine e rigore nell'organizzarli. Perchè non c'è attacco che fallisca più miseramente di quello di una massa di fanti scaraventata senza ordine contro una mitragliatrice.

Ciao

Paolo

I superpoteri della Rete

3 commenti:

Michele R. ha detto...

Buodì,
Il taglia e incolla è di grande aiuto nella composizione del commento (e di altre cose), ma spesso - e mi capita sempre dopo aver pubblicato il commento! -
mi accorgo che se non si sta attenti si faanno degli strafalcioni clamorosi, o si perdono parti del commento. E così è capitato quando avevo fatto quella osservazione:
"Come puoi pretendere che i nostri politici facciano passare un referendum del genere."
dove ho perso la parte in cui volevo sottolineare che approvare quelle norme sull'incandidabilità e sul numero dei mandati vuole dire andare contro ai loro interessi, e quindi l'unico sistema per avere un cambiamento è quello di impugnare i Forconi. Non vedo altre alternative. Purtroppo.

Clem ha detto...

Michele,
stavo per scrivere essenzialmente un duplicato del tuo commento sul blog di Santalmassi. Sono un po' gli argomenti nell'aria oggi.

F®Ømß°£ ha detto...

Buongiorno,

trovo perfetta la parte finale del blog.

Senza contenuti, e senza un'idea politica non se ne viene fuori.

I blog che si parlano addosso e la stessa "rete" sono solo un mezzo.

I forconi sono un altro mezzo.

Manca la cosa importante, un obiettivo che vada al di là del mero "mandiamoli a casa".

Saluti

T.