Buongiorno,
degli scambi di email con Michele ed altri mi hanno fatto ritornare alla mente alcune considerazioni che avevo sentito qualche giorno fa, attorno all'avere o meno un governo e sull'opportunità o meno di avere un governo tecnico.
Temo, da un lato, che alcune mie riflessioni fatte in contesti un po' diversi da quello attuale possano essere fraintese, dall'altro il fatto che l'avere un governo pessimo possa far rivalutare un po' troppo l'idea di averne uno peggiore, o non averne affatto.
Non ho abbastanza fiducia negli uomini nè in me stesso per potermi avvicinare ad un ideale anarchico: l'anarchia per me è e rimane la più bella e nobile delle utopie. Qualcosa cui tendere, ma cui è realisticamente difficile dare corpo, se non attraverso scelte personali che richiedono un rigore morale estremo da parte di tutti, rigore che personalmente sono sicuro di non avere.
Elio Di Rupo, ex premier belga |
In Belgio da ben oltre un anno non vi è governo, ma il governo uscente è rimasto in carica per il disbrigo dell'ordinaria amministrazione. E' un governo a metà, o forse meno, che non può intraprendere iniziative forti o dare svolte importanti all'indirizzo del Paese, non può rivedere la struttura della tassazione nè varare un piano di incentivi allo sviluppo.
Ed il risultato si sta facendo vedere, anche se non se ne sente parlare molto. Infatti il Belgio, che anni fa aveva un indebitamento simile o peggiore di quello italiano e che era molto faticosamente riuscito a ridurlo in maniera significativa, riuscendo a restare aggrappato alle finanze delle economie "tedesche", da quando non ha più un governo ha intrapreso una deriva tipicamente italiana, come visibile qui dall'analisi degli spread sui tassi di interesse.
Insomma, io credo che un governo serva, ed in questa situazione vedo una conferma del mio pensiero.
E, benchè in condizioni normali si debba mirare ad un governo politico, in tempi di turbolenze economiche come questi ed a fronte di politici inconsistenti come i nostri, condivido l'opinione di chi vuole un governo dei tecnici e di salvezza nazionale.
Governo tecnico perchè in questo momento non serve l'ammiraglio in grado di tracciare la rotta che ci porterà alla meta nel minor tempo, ma il macchinista che faccia ripartire a calci e bestemmie la pompa di sentina mentre la nave imbarca acqua. Il problema non è dove andare, ma restare a galla: non è indispensabile una visione strategica (che peraltro mi risulta i nostri politici abbiamo esibito con moltissima parsimonia nell'ultimo ventennio, se mi passate la metafora), ma una ottima capacità tecnica, magari non equa e non bella, ma efficace. Il governo politico è necessario in condizioni normali: queste non lo sono.
CLN: altri tempi! |
Governo di salvezza nazionale perchè solo il coinvolgimento di tutte le parti politiche del Paese potrà dare ai mercati qualche garanzia che, al primo ribaltone politico, il governo italiano, quale che sia, non si rimangi tutto, come ha ripetutamente ostentato di essere capace di fare quello in carica, persino in assenza di una crisi politica formale, elaborando la finanziaria.
Se fosse anche un Governo di Liberazione Nazionale (visto che i termini che usiamo sono molto evocativi), ne sarei molto contento. Anche se forse la situazione italiana richiederebbe più un governo esorcista che un governo liberatore.
Ciao
Paolo
6 commenti:
Buondì,
qualche osservazione sul post:
1) Concordo sul fatto che l'assenza di governo sia il peggio che può succedere, dal momento che è utopia pura il sogno di un'anarchia in grado di mantenere la pace sociale.
2) Ritengo che questo governo non abbia più alcuna credibilità e possa solo essere dannoso per il paese. Credo che solo il governo di Pietro Gambadilegno potrebbe essere peggio.
3) La drammatica crisi in cui versa il Paese e il mondo occidentale non è, ovviamente, solo responsabilità di questo governo. Sue colpe gravissime sono senz'altro invece la scarsa incisività delle azioni di rilancio, il clima di divisione che ha generato negli ultimi 20 anni e tutto lo schifo linguistico ed etico che ha sdoganato. Tutti elementi che rendono più difficile per l'Italia venire fuori dal pantano.
4) Se B si dimettesse non si risolverebbero da soli i problemi, come possono ritenere solo degli ingenui. È tuttavia lapalissiano che la scomparsa di questa accozzaglia di incompetenti e delinquenti PDL-Leghisti dal panorama politico è un prerequisito per qualsiasi tentativo di salvataggio del Paese.
5) Non concordo del tutto sul governo tecnico. Sicuramente servono persone in grado di "prendere a calci i macchinari" per tenerci a galla e portarci fuori della tempesta. Tuttavia, credo sia indispensabile sin da ora il recupero di una visione di lungo periodo che l'Italia berlusconiana non ha mai avuto per evidente disinteresse del suo leader tanto piccolo moralmente quanto lo è di statura.
Senza un progetto politico serio la nave uscirà forse dalla tempesta, ma non saprà evitare la prossima.
Purtroppo non sento da nessuna parte proposte per questo progetto né vedo persone adatte a portarlo avanti, per motivi personali o contingenti.
Saluti
T.
ops...
Mi é venuto fuori un commento incasinato. Più tardi lo aggiusto. Intanto voglio chiarire che il "sono d'accordo con te" era rivolto a Paolo.
Sono d'accordo anche con Tommaso quando osserva " Se B si dimettesse non si
risolverebbero da soli i problemi, come
possono ritenere solo degli ingenui" , pero è anche vero che senza B. il PDL si scioglierebbe come neve al sole.
Chi voterebbe mai un Cicchitto o Brunetta o Bondi. No Tommaso, se B. sparisse dalla scena molti sarebbero costretti a cambiar mestiere.
@MR
Infatti l'eliminazione politica di PDL e Lega passa per la sparizione di B dall'orizzonte e lo sfaldamento del suo partito di incompetenti e delinquenti.
Questo però rimuove un ostacolo, non risolve i problemi.
Ciao
T.
Per come la vedo io B. e tutti coloro che, di maggioranza o di opposizione, hanno vissuto nella sua ombra sono sia ostacolo che problema in quanto in questi anni hanno impedito a nuovi attori di affacciarsi sulla scena e di fare esperienza confrontandosi con i problemi che sono sul tappeto. Una volta che B. e company si sarà fatta da parte, ci troveremo con una nuova classe politica fatta di "pulcini" impreparati ad affrontare gli "avvoltoi". Probabilmente la selezione naturale darà i suoi frutti, ma intanto l'Italia, ma lo stiamo già vedendo oggi, pagherà uno scotto importante per questi 17 anni di immobilismo.
@Paolo
Sono sempre qua con quella mia domanda per email "Cosa succederebbe alle elezioni se il 50% o più degli elettori non si presentasse alle urne?". Secondo me i nostri attuali politici non trarrebbero la cosiderazione di essere stati sfiduciati in blocco, anzi farebbero finta di nulla. Non mi hai ancora detto come la vedi...
@ Michele:
anch'io sono convinto che nemmeno un astensionismo al 60% porterebbe i nostri politici a trarre le debite conseguenze.
@ Tommaso:
stai anticipando temi che troverai nel post di domani :-)
Ciao
Paolo
il mio commento delle 10:41 corretto:
Paolo, sono d'accordo con te. Voglio fare il cruciani della situazione che ti farebbe notare che il governo tecnico deve passare attraverso la fiducia delle camere. E subito mi auto-rispondo sostenendo che il governo tecnico, deve avere un tempo per operare p.e. 2 anni, e non dovrebbe essere sottoposto a votazioni, quindi con massima indipendenza, salvo rispondere penalmente se dovessero fare qualche cazzata. Mentre il parlamento si concentrerebbe sul varo delle riforme minime che ci consenta di uscire dal pantano politico in cui siamo, ovvero:
Nuova legge elettorale.
Limite 2-3 legislature per ogni parlamentare.
Incandidabilità per chi ha procedimenti penali in corso e ha avuto delle condanne.
Riduzione dei parlamentari ed eventuale fine del bicameralismo.
Numero di ministri e coseguente numero ministri e sottosegretari stabilito per legge.
Qualcuno vuole aggiungerci qualcosa?
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