Buongiorno,
in questi giorni, dopo che il loro movimento è strabordato dalla Spagna agli Stati Uniti ed un po' a tutti gli Stati occidentali, cambiando ovviamente anche lo spirito primigenio della protesta che non è più esclusivamente giovanile, butto giù due considerazioni sul nuovo movimento di protesta che agita le nostre piazze.
Condivido in pieno la difesa che il movimento porta avanti di un sistema di welfare pubblico, con la richiesta di tutelare il più possibile scuola, università e ricerca. Minare queste colonne significa precludersi la possibilità di far crescere le economie e migliorare le condizioni di vita di tutti.
Non metto in discussione nemmeno il fatto che sanità e previdenza sociale vadano tutelate: la mia personale idea di Stato è basata sulla possibilità di garantire a tutti i cittadini uguali opportunità di partenza (istruzione) e garanzie di una condizione di vita accettabile (sanità, previdenza e sicurezza).
Ammetto però che determinati slogan e pseudoragionamenti che sento fare sono talmente miseri da porsi sullo stesso livello di chi considera gli indignados dei rompiscatole e perditempo a prescindere, per il solo fatto che stanno protestando (so qualcuno di voi sta pensando io mi riferisca a Giuseppe Cruciani. Non l'ho sentito, ma scommettto che se si è espresso sull'argomento lo ha fatto in questi termini. E' così banalmente prevedibile che non ci si può sbagliare).
Il primo e più grosso errore che emerge secondo me dalle dichiarazioni degli Indignados è che, con perfetta simmetria rispetto ai cosiddetti turbocapitalisti della finanza, sembrano non rendersi conto delle conseguenze della non sostenibilità del sistema economico attuale (il che è meglio di quanto fanno molti turbocapitalisti, che se ne fottono a monte del fatto che il sistema sia insostenibile).
Il fatto che gli abitanti degli Stati occidentali abbiano un debito complessivo (pubblico + privato) che può essere stimato oltre tre volte il loro PIL, significa che si sono già mangiati PER INTERO le risorse economiche, i beni ed i servizi che produrranno nei prossimi tre anni. Significa che sinora hanno speso molto più di quanto producessero, e che anche solo per restare in equilibrio (non dico per ridurre il debito) bisognerà spendere molto di meno. Anche in scuola, università, sanità, previdenza e sicurezza, perchè l'alternativa è arrivare a non averle del tutto.
L'altro errore è pensare di non essere parte del sistema che ha generato quel buco. prima di andare alle manifestazioni nasciamo in ospedale, assistiti da personale sanitario, frequentiamo scuole, asili, università, siamo tutelati da poliziotti e militari,... nulla di tutto ciò è gratis, e non è stato pagato per intero praticamente da nessuno.
Quando andiamo in manifestazione ad urlare "Noi questa crisi non la paghiamo" urliamo un po' anche contro noi stessi. Perchè le manifestazioni possano sfociare in qualcosa di valido e credibile devono porsi il problema di cosa possiamo permetterci, e mirare a quello. Dire "l'università non si tocca" e basta è sbagliato, perchè così com'è non ce la possiamo permettere. Non ce la potevamo permettere nemmeno prima, ma l'abbiamo mantenuta sinora andando a debito, con i risultati che vediamo.
Ciao
Paolo
Il fatto che gli abitanti degli Stati occidentali abbiano un debito complessivo (pubblico + privato) che può essere stimato oltre tre volte il loro PIL, significa che si sono già mangiati PER INTERO le risorse economiche, i beni ed i servizi che produrranno nei prossimi tre anni. Significa che sinora hanno speso molto più di quanto producessero, e che anche solo per restare in equilibrio (non dico per ridurre il debito) bisognerà spendere molto di meno. Anche in scuola, università, sanità, previdenza e sicurezza, perchè l'alternativa è arrivare a non averle del tutto.
L'altro errore è pensare di non essere parte del sistema che ha generato quel buco. prima di andare alle manifestazioni nasciamo in ospedale, assistiti da personale sanitario, frequentiamo scuole, asili, università, siamo tutelati da poliziotti e militari,... nulla di tutto ciò è gratis, e non è stato pagato per intero praticamente da nessuno.
Quando andiamo in manifestazione ad urlare "Noi questa crisi non la paghiamo" urliamo un po' anche contro noi stessi. Perchè le manifestazioni possano sfociare in qualcosa di valido e credibile devono porsi il problema di cosa possiamo permetterci, e mirare a quello. Dire "l'università non si tocca" e basta è sbagliato, perchè così com'è non ce la possiamo permettere. Non ce la potevamo permettere nemmeno prima, ma l'abbiamo mantenuta sinora andando a debito, con i risultati che vediamo.
Ciao
Paolo
6 commenti:
Buondì,
concordo con le osservazioni di Paolo. Questa protesta ha sacrosante ragioni. Manca però la pars construens. Per cui si rischia di sfociare in un "Vaffa" alla Grillo senza conseguenze concrete.
Saluti
T.
Ottima la sintesi di Tommaso.
Ma ricordiamoci di quelli senza futuro che oggi, nonostante il Cruciani pensiero (ristoranti sempre pieni e autostrade verso il mare ingolfate) iniziano ad essere veramente tanti.
Chi è senza speranza del domani non costruisce ma, appena può, distrugge.
Ciao
Mario
Aggiungerei all'ottima analisi che quando metti i soldi in banca o in fondi di investimenti anche a te fa piacere massimizzare il profitto. Gli speculatori tanto odiati siamo anche noi con i nostri (pochi) risparmi in banca.
Dobbiamo mettere allora i soldi sotto il materasso? No, assolutamente. La gente puo' protestare per la situazione difficile. Pero' non si puo' protestare contro il "sistema" senza specificare dove e come si deve cambiare.
@ pale:
perchè accedere ad un fondo pensione mi sembra diverso provare a vendere un prodotto finanziario derivato ottenuto scomponendo in quote dei mutui sub prime, la titolarità di immobili acquistati attraverso le cartolarizzazioni, partecipazioni azionarie di banche in stato pre fallimentare e titoli di stato di paesi a deficit stellare?
;-)
Ci sono livelli ben diversi cui sono state fatte le cose.
Un giorno un promotore mi chiese se ero un investitore propenso al rischio. Quando gli chiesi cosa intendesse chiarì:" E' disposto a perdere oltre il 10% in un anno PER GUADAGNARE DI PIU' l'anno dopo?"
Ecco, mi dicono che i derivati siano stati confezionati con questa onestà intellettuale...
Ciao
Paolo
Concordo con te, Paolo. Puntavo solo l'indice verso la "protesta generalista".
Paolo non capisco perchè dici che questo sistema non funziona.
Che non possiamo permetterci la scuola, l'università e la sanità.
Ho capito bene?
Io vedo che ad esempio paesi piu trasparenti e con un senso dello stato piu alto riescono tranquillasmente a garantirsi l'elequilibrio finanziario. E sto parlando ad esempio della Germania.
Io penso che il sistemo sia stato rovinato dall'ingordigia, dalla corruzione e dal "perdonismo" verso chi se ne approfitta. Insomma abbiamo permesso troppo a lungo che persone indegne si facessero gli affari loro, forse la colpa di tutto è stata anche l'indifferenza e il menefreghismo...
le persone tornano da casa distrutte dal lavoro e giustamente si vogliono rilassare con qualcosa di leggero
MA
Ma bisogna sempre ricordarsi che si vive in democrazia e per rendere sostanziale la democrazia bisogna partecipare. I cittadini devono essere un occhio vigile e attento che non permetta distorsioni!
Il cane da guardia del potere (dei poteri?) dovrebbe essere il giornalismo....
Ma dov'erano i giornalisti fininaziari?
Perchè nessuno ha avvertito noi cittadini delle pervesioni dei sub-prime? Perchè nessuno sapeva abbastanza dell'abuso dei derivati?
Le cose sono due:
1-o il cane da guardia è stato silenziato (magari è bastato allungargli una succosa bistecca)
2-o il padrone del cane si è messo i tappi alle orecchie (leggi zero partecipazione alla vita civile)
...in tutte e due i casi nessuno ha fermato il ladro.
Spiegami se ho capito male.
Tu proponi, per tenere lontani i ladri, di "svuotarci" casa da soli. Ovvero rinunciare a welfare, università, pensioni, sanità....in tal modo senza piu oggetti di valore in casa non dobbiamo piu aver paura dei ladri.
Scusa Paolo ma mi sembra come tagliarsi le palle per far dispetto alla moglie.
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