Buongiorno,
(nota di servizio: scusatemi ma ancora per un po' il blog procederà a ritmo ridotto... )
Bersani avrebbe dovuto ricordarsi della massima secondo cui non bisogna mai azzuffarsi con un maiale: ci si infanga entrambi, ma al maiale piace.
E così succede che, per aver trascurato questa massima, si scateni un polverone estivo anche quando il segretario del PD se ne esce con una banalità come quella dei giorni scorsi, in cui ha spiegato / rivendicato il fatto di non poter trattare con il M5S (il che non significa fare propri alcuni suoi cavalli battaglia politica), dato lo sprezzante e presuntuoso atteggiamento di chiusura, disprezzo e dileggio sistematico cui il PD è stato sottoposto dai grillini negli anni, atteggiamento di ostentata presunta superiorità morale che è oggettivamente simile a quello fascista delle origini.
La cosa (poco) sorprendete è che le critiche non sono limitate a chi degli attacchi al PD ha fatto una professione, con giornali come il Fatto Quotidiano (che dopo aver accettato con una naturale benevolenza i tanti epiteti diretti dal M5S contro il PD, nei giorni scorsi si prodigava in un fuoco di fila contro Bersani, che veniva dipinto come uno che non sa gestire i conflitti, incline al bullismo ed all'eccesso verbale,ma oggi glissa sulle repliche tutte in chiave mafia / P2 che Grillo manda al PD), Libero o il Giornale (che non vedevano l'ora di poter parlare di regolamenti di conti a sinistra, coinvolgendo anche un Di Pietro che di sinistra non ha nulla), ma arrivanoingenerosamente anche dall'interno del partito, complice l'indeterminatezza nelle scelte relative a primarie, segreteria ed alleanze elettorali.
Bene, in questa situazione non posso che stare dalla parte di Bersani, che, ribadisco, ha detto una cosa che a mio modo di vedere è una mera banalità.
Nella sua posizione riconosco però due nei, anche se di secondaria importanza:
- l'aver permesso troppo a lungo al PD di essere contiguo a determinati linguaggi e modi di fare politica quando questo faceva comodo (ricordate quanti epiteti ed insulti sono stati diretti contro Berlusconi, senza che a sinistra maturasse l'idea che non era con attacchi personali ed insulti che il Cavaliere sarebbe stato rovesciato?)
- la sfida a Grillo ed al M5S ad "uscire da internet", specchio di una mentalità che non ha ancora capito che è invece il PD a dover entrarvi in maniera più significativa.
E così adesso fa un po' rabbia vedere che il PD non può giocare fino in fondo la carta di una politica praticata in maniera civile (che sarebbe molto consona all'attuale segretario) senza essere almeno in parte sconfessato dai suoi passati trascorsi. Ma, per dirla con Guccini, bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà. Perchè il fango impiega tempo a seccarsi e non si toglie facilmente.
E, come Bersani avrebbe dovuto capire negli ultimi quindici anni di politica e comunicazione "fangosa" (che, ricordiamocelo, ha visto trionfare il berlusconismo), il maiale nel fango è avvantaggiato perchè gioca in casa. Quindi meglio starne fuori.
Ciao
Paolo
1 commento:
Buondì,
come Paolo sono dalla parte di Bersani nel merito, e in fondo anche nel metodo, avendo sentito l'audio originale in cui si parla di "linguaggio fascista".
Cos'altro è un linguaggio fascista se non un linguaggio che se la prende con istituzioni democratiche definendole inutili e morte?
Si legga NUCS oggi per un azzeccato confronto tra i fascisti di allora e certi finti democratici di oggi.
Detto questo, credo che l'accusa di contiguità con chi usa questo linguaggio da diversi anni abbia ahimé fondamento, tuttavia trovo la solita attenuante: dinanzi al male maggiore, rappresentato da chi è stato il portatore della peggior volgarità nella politica, un fronte comune anche con un personaggio ambiguo come Di Pietro ci poteva anche stare.
A me è sempre stato evidente comunque, che per i Fatti Quotidiani e i Di Pietro, il vero nemico è sempre stato il PD.
Saluti
Tommaso
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