Buongiorno,
interrompo temporaneamente il mutismo del blog per inserire un secondo sunto delle mie escursioni nel Tarvisiano, perchè qualche giorno fa mi sono concesso il giro di cui nel titolo.
La partenza si raggiunge prendendo la prima uscita dopo il casello dell'autostrada e seguendo le indicazioni per Valbruna, quindi entrando in Val Saisera e risalendola per circa metà, sino a quando sulla sinistra della strada, si vedono le indicazioni per il rifugio e per i prati Oitzinger.
In circa un'ora si raggiunge la base della teleferica che serve a rifornire il rifugio: qui termina la mulattiera ed inizia il sentiero, inizialmente ripido, che mantiene la stessa numerazione del segnavia e raggiunge il bivio con il sentiero 617 che permette di raggiungere, piegando a sinistra, il Lussari.
Per il Pellarini (1499 mt) si deve invece tenere la destra continuando sul 616 e, abbandonato definitivamente il bosco, attraversare un piccolo ghiaione poco impegnativo sino a raggiungere l'ultimo strappo che porta al rifugio, che si raggiunge in un paio d'ore forse abbondanti.
Il rifugio è accogliente, ben attrezzato e dotato di una buona cucina, per cui vale la pena approfittare per rifocillarsi. Vi consiglio comunque di non accontentarvi di raggiungere il Rifugio, ma, dopo la sosta, di proseguire nella conca retrostante verso Forcella Nabois (mt. 1970) che si può raggiungere in poco più di un'ora risalendo un ripido ghiaione.
Dalla forcella si gode di un bel panorama ma il pezzo forte sta nella conca sottostante, dove è abbastanza facile avvistare (magari aiutandosi inizialmente con il binocolo) ed anche avvicinare (relativamente) qualche branco di camosci (ma anche di stambecchi) tra gli sfasciumi calcarei.
Vuoi il caldo, vuoi lo scarso allenamento, ma mio figlio si è fermato nella conca, poco dopo le due lapidi, costringendomi a rinunciare alla Forcella (il GPS indicava 1682 mt.), ma non agli otto camosci che sono anche riuscito a fotografare abbastanza bene, come vedete qui sotto.
Ciao
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