Di incostituzionalità, porcellum, proporzionale ed ingovernabilità

Buongiorno,

rimando a giorni meno affollati un eventuale commento al trionfo di Renzi, per oggi parlo d'altro, perchè in questi giorni in molti non si stanno premurando di attendendere di leggere le motivazioni della Corte Costituzionale a chiarimento della sentenza che uccide l'attuale legge elettorale e si stanno avventando contro la corte stessa, parlando di abusi, di sentenza politica e di una spinta al Paese verso il baratro dell'ingovernabilità.

Prendo atto che in Italia la professione di raffinato costituzionalista è seconda per numero solamente a quelle di commissario tecnico della nazionale, ma evidentemente appartengo ai pochi che fanno un altro mestiere e mi sottraggo quindi al gioco a chi urla più forte se il porcellum è costituzionale o meno, se si debba chiudere o meno il parlamento, se si debbano abrogare o meno le sue leggi e invalidare o meno le investiture da questo promanate (Presidenti e Giudici della Corte Costituzionale compresi) sino al punto di invalidare la sentenza stessa (1).

C'è però una nota due volte ipocrita sulla quale quale non voglio sottrarmi: chi rimprovera alla Corte Costituzionale di l'invasività della sentenza perchè questa spinge l'Italia verso il baratro dell'ingovernabilità dice una doppia fesseria.

La prima sta nel fatto che secondo costoro evidentemente una sentenza dovrebbe essere condizionata a generare degli effetti che ci piacciano, il che non è. Quello è lo scopo della legge. La sentenza serve unicamente a far sì che la legge sia correttamente applicata. Se la legge prevede la cottura a fuoco lento sinchè morte non sopraggiunga di chi non espone il disco orario quando parcheggia, la "colpa" delle condanne non è del giudice che le infligge, ma di chi ha scritto la legge.

La seconda sta nell'attribuire in materia dell'ingovernabilità italiana un peso preponderante al suo sistema elettorale, quando il motivo principe è, da sempre e secondo me, la scarsa capacità politica e la scarsa pragmaticità della nostra classe politica.

Come esempi di ciò potrei ricordare riferimenti storici del paralizzante correntismo DC che portava a crisi di governo ed elezioni frequentissime per mantenere sostanzialmente sempre le stesse persone al governo (governo che peraltro faceva abbastanza poco) o del frazionismo che, generando una miriade di partitini, ha reso per decenni imbelle una Sinistra molto più impegnata ad operare dei distinguo al proprio interno che a cercar di portare a casa voti (e che quindi il governo non lo vedeva nemmeno da lontano), mentre più recentemente gli esempi sono le ammucchiate che sia a destra (con Lega -secessionista- ed Alleanza Nazionale -nazionalista- unite nella stessa coalizione) che nel centro sinistra (con le altrettanto antitetiche alleate Scelta Civica e SeL) che parevano progettate allo scopo di imporre la scelta tra la paralisi e la deflagrazione.

Come si vede, variate le condizioni al contorno (la prima Repubblica usava il proporzionale, nella seconda si è passati al maggioritario), sono cambiati i modi con cui i politici hanno aggirato e usato strumentalmente il senso della legge, rendendo inutile quel po' di agevolazioni all'attività di governo che un maggioritario corretto con premio di maggioranza dato su base nazionale (2) concede a scapito della rappresentanza democratica su un sistema proporzionale (magari corretto con uno sbarramento).


Ciao

Paolo

(1) Solo in Italia si poteva arrivare a rendere plausibile l'idea di poter ragionare sul paradosso per cui la Corte Costituzionale, i cui membri sono designati da istituzioni frutto della legge elettorale avvelenata, con questa sentenza si sarebbe "suicidata" ed avrebbe invalidato la sentenza stessa...

(2) Personalmente riconosco al Porcellum una scelta di minma coerenza rispetto alla linea politica del proponente (anche se dubito che Calderoli sia mai stato in grado di capirlo): l'attribuzione di un premio di maggioranza su base regionale -come avviene al Senato- ha un senso nel momento in cui si vogliano tutelare delle autonomie locali, che era lo scopo della Lega. Per favorire invece la governabilità  il premio avrebbe dovuto essere su base nazionale al Senato come alla Camera.

1 commento:

Philip Michael Santore ha detto...

la professione di raffinato costituzionalista

Mi chiedo cosa la distribuiscano e la insegnino a fare nelle scuole e cosa taluni difendano come elemento fondante della nostra democrazia (il cui etimo viene da 'demos', popolo) se la costituzione è conoscibile solo se si ha minimo un dottorato in diritto costituzionale.

Ah, il premio al Senato fu regionale non perché così lo vollero i leghisti, ma perché allora fu l'unico appiglio d'incostithzionalità che Ciampi trovò per rimandare la legge alle camere.