Buongiorno,
sento che in molti si aspettano, per non dire pretendono insistentemente, che uno dei primi atti del neonato governo Renzi sia quello di chiedere una deroga al rispetto del vincolo europeo che impone di contenere il rapporto tra deficit e PIL al di sotto del 3%. Il tutto ha motivazioni e giustificazioni evidenti: sul fronte delle prime la difficoltà a promuovere ripresa, crescita e sviluppo in regime di investimenti "contingentato"; per quanto riguarda invece le seconde il fatto che ad altri Stati è stato accordato di derogare al rispetto di quel vincolo.
A questo si aggiunge il fatto che, secondo molti, quel limite è antistorico, perchè nato in un periodo in cui non si respirava aria di crisi. E qui casca l'asino.
Immaginiamo infatti di essere in un Paese a crescita zero, cioè in cui il PIL rimane immutato e in cui non c'è inflazione.
In queste condizioni il deficit si traduce pari pari in aumento del debito pubblico e quindi prima o poi in un mix tra:
- maggiori rate per interessi e rimborso del debito
- necessità dell'aumento del gettito fiscale
- la perdita di competitività
- necessità del taglio della spesa pubblica
- l'avvitamento verso il default pubblico
Se il Paese invece godesse di un minimo di crescita economica e presentasse una leggera inflazione, un deficit contenuto verrebbe riassorbito dalla sua economia nell'immediato futuro grazie all' aumento delle entrate fiscali dovuto all'aumento del PIL e al ridimensionamento in termini reali del debito dovuto all'inflazione, senza innescare la spirale che l'elenco sopra preconizza.
E questa era grosso modo la situazione dell'economia europea nella quale era stato definito il limite del 3% che tanto ci angustia (1): blanda crescita economica, inflazione contenuta, deficit contenuto. Tutto funzionava, persino se il deficit non fosse stato episodico ma strutturale o quasi.
Ma l'Italia che vorrebbe chiedere di sforare il limite al deficit fissato al 3% del PIL non è in questa situazione tutto sommato rassicurante, e, purtroppo, nemmeno in quella di crescita zero (che già da sola, come detto, imporrebbe dei correttivi per compensare gli effetti del deficit -anche di quello al di sotto del 3%-). (2)
L'Italia è nella spiacevolissima condizione di un PIL da tempo calante, che da solo comporta la riduzione delle entrate tributarie, genera spontaneamente deficit e debito ed impone correttivi in termini di necessità di aumento delle entrate tributarie e / o taglio della spesa. E l'incremento del deficit che vorremmo ci venisse autorizzato dall'Europa farebbe aumentare con certezza nell'immediato l'esigenza di questi correttivi, a fronte di una ripresa solo ipotetica e solo posticipata.
Il che, detto così (3), appare un bell'esercizio di masochismo (me lo immagino: "Epperhè un c'ahhordate di mazzuolarci i ho***oni sull'inhudine, he sarebbe hosa he ci garberebbe assai?!?") o, quanto meno, un bel rischio ("Epperhè un c'ahhordate di fa' una zingarata ad un'orda di Dothraki, hessò, gli si sostituisce la "Preparazione H" hol tabasho o hol wasabi, he sarebbe hosa da spatahharsi dalle risate?!?"). (4)
Rischio peraltro poco giustificabile, specialmente a fronte di ipotesi alternative che, per i cittadini onesti, potrebbero portare in maniera sostanzialmente indolore ad aumentare il gettito fiscale incidendo sulla enorme evasione fiscale italiana e a ridurre la spesa pubblica statale tagliando sprechi, privilegi e arbitri (e magari cominciando a vendere progressivamente una parte del patrimonio immobiliare dello Stato), chiedendo piuttosto di ritrattare i tempi di riduzione del debito pubblico al 60% del PIL in trent'anni in luogo dei venti attualmente previsti e, in ultima istanza, riservando eventualmente agli sforamenti unicamente quote legate ad investimenti in infrastrutture dal ritorno molto ragionevolmente assicurato in tempi brevi (5).
Ciao
Paolo
(1) Valore peraltro parametrato ad un debito pubblico tendenzialmente orientato a portarsi verso un valore del 60% del PIL.
(2) E, per di più, non è in un trend che porti a ridurre il proprio debito pubblico al 60% del PIL. Inoltre la bassa inflazione risulta sostanzialmente "importata"...
(3) cosa che i sostenitori dello sforamento si guardan bene dal fare
(4) Questa è per gli appassionati de "Il trono di spade". Se non lo conoscete ve lo consiglio. Molti lo apprezzano per le scene con i draghi, altrettanto per le scene di sesso, ma solo pochi raffinati per quelle di draghi che fanno sesso. Mi dicono che anche il libro sia notevole. Comunque i Dothraki sono una popolazione di cavalieri guerrieri nomadi molto incazzosi. E, dopo lunga cavalcata, non c'è nulla di meglio di un po' di tabasco a dar sollievo...
(5) Il che significa portare a conclusione i cantieri già aperti in prima battuta e orientarsi sul completamento della Salerno Reggio Calabria prima che sulla TAV, per fare un esempio. E, nell'immediato ed in maniera indolore, significherebbe utilizzare a pieno i già esistenti e da noi troppo spesso inutilizzati fondi europei...
(5) Il che significa portare a conclusione i cantieri già aperti in prima battuta e orientarsi sul completamento della Salerno Reggio Calabria prima che sulla TAV, per fare un esempio. E, nell'immediato ed in maniera indolore, significherebbe utilizzare a pieno i già esistenti e da noi troppo spesso inutilizzati fondi europei...
5 commenti:
Buondì,
è perché tu non hai fede. Tutto qui.
Con la fede in Matteo, tutto è possibile.
E se fallisce, paga lui (questa poi è la migliore).
Saluti
T.
PS: Leggiti a Song of Ice and Fire, non limitarti al telefilm, te lo dice un lettore della prima ora.
Ciao,
Da toscano mi sento quasi offeso per lo smodato uso del fiorentino maccheronico ;-)
Lo sforamento del 3% è una cazzata. Come non siamo mai stati ai patti, vedi il debito al 60% del PIL che ricordavo nelle note, non riusciamo a stare nemmeno in quello che riguarda il 3% deficit/PIL. Perché mai l'Europa si dovrebbe fidare delle nostre promesse quando la nostra politica non riesce a mantenere nemmeno gli impegni fatti in campagna elettorale? Prima vedere cammello.
Errata corrige: Ricordavi (nota 1) al posto di ricordavo.
@ T.:
"Leggiti a Song of Ice and Fire, non limitarti al telefilm, te lo dice un lettore della prima ora."
Ho intenzione di farlo, ma credo di voler prima finire di vedere la versione TV. So che significa attendere qualche anno... :-(
@ M.R.
"mi sento quasi offeso per lo smodato uso del fiorentino maccheronico"
Tranhuillo prima o poi mi passa. Gli è solo l'effetto novità...
Ciao
Paolo
@Paolo
Quel manigoldo di George Martin ha fatto attendere i suoi fan per circa sei anni l'uscita del quinto libro, su un totale di sette. Ora si vocifera che il sesto libro esca (forse) l'anno prossimo.
L'attesa per la serie TV è per pivelli :-D
Ciao
T.
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