Buongiorno,
ho avuto modo di sentire (almeno parzialmente) in diretta sia l'ultima conferenza stampa di Enrico Letta nella veste di Primo ministro, che la direzione del PD che ha chiesto le sue dimissioni preferendogli l'attuale segretario Matteo Renzi, riportandone un senso di estraniamento molto profondo.
In occasione della conferenza stampa a Palazzo Chigi ha sentito Letta tentare l'ultimo disperato colpo di coda presentando di fatto un nuovo programma di governo che avrebbe aggirato i vincoli temporali e di scopo entro i quali il suo governo era nato, travalicando ben oltre ed incarnando il disegno di quel cambio di passo che ormei tutti, Renzi in prima fila, stavano chiedendo al governo.
Il fatto è che l'ambizioso "Progetto Italia", pur avendo al suo interno dei contenuti (1), nelle mani del Letta che sinora aveva fatto troppo poco e troppo lentemente, aveva la stessa credibilità di un centenario che, togliendosi il plaid dalle ginocchia, bofonchi "E adesso andiamo a fare il record sul Kilometro lanciato, che dopo si tromba!".
E infatti Letta è stato trattato come un vecchietto che non c'è più con la testa: tutti gli hanno sorriso, tutti lo hanno ringraziato e poi lo hanno rimesso in poltrona.
Ma il giorno dopo, dalla direzione del PD, ho ricevuto sostanzialmente la stessa delusione: degli unanimi ipocriti ringraziamenti a Letta ho già detto, poi l'esigenza di un "cambio di passo", il fatto che non di staffetta si tratta ma di un bivio, poi ... poi basta.
Insomma, in termini di contenuti, programmi ed indirizzi il passaggio da Letta a Renzi è segnato da una completa assenza programmatica, al di là dell'imprescindibile esigenza di cambiamento. Ma verso cosa non è dato sapere (2).
Non è che stiamo passando dal nuovo che avanza al vuoto che avanza?
Ciao
Paolo
(1) oddio, da quel che ho visto c'erano più obiettivi che coperture...
(2) scusate la monotematicità, ma anche questo è stato un elemento caratteristico degli avvicendamenti al potere delle varie correnti democristiane...
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