Buongiorno,
quando un po' di tempo fa sui giornali erano comparese le foto di un abbronzatissimo Schettino che si faceva riprendere nel bel mezzo di una festa esclusiva ad Ischia non ho ritenuto la notizia, per quanto mi infastidisse, sufficientemente forte da giustificare un post.
Il fatto però che pochi giorni prima Schettino abbia tenuto un intervento ad un master all'Università Sapienza in materia di gestione del panico, fatto reso noto solo in questi giorni, mi pare abbia un peso ben diverso ed enormemente superiore.
E il problema non è Schettino, nè lo sono i suoi avvocati che -forse- gli avrebbero procurato la possibilità di concionare in un'aula universitaria, un luogo dove vorremmo che tempo e risorse fossero impiegate per dare una preparazione d'eccellenza ai frequentatori.
Il problema è che un Paese dove un personaggio simile riesce a diventare comandante di una nave da crociera e, dopo quanto ha fatto, diviene una celebrità socialmente accettata ed autorevole al punto di poter tenere una lezione universitaria è un Paese in cui evidentemente le categorie che dovrebbero (per maggiori opportunità) essere il motore e l'ispirazione del progresso sociale, abdicano a questo loro ruolo nel modo più clamoroso.
Perchè non ci sarebbe nulla di strano se l'infima bettola del porto merci, il ritrovo degli ultras della curva sud o lo scalcinato circo di provincia esibissero la presenza di Schettino per una serata a tema: in fondo sappiamo tutti che ovunque vi sono contesti in cui discernimento ed opportunità non sono di casa.
Ma le aule universitarie ed i salotti della buona borghesia, in una società ben funzionante, non dovrebbero rientrare tra questi.
Ciao
Paolo
31 commenti:
Siccome non mi risulta che Schettino, ad oggi, sia stato condannato, che cos'è per te la presunzione d'innocenza?
Ma facciamo pure finta che sia stato condannato e che stia scontando o abbia scontato una pena: oltre a essa occorre infliggergli anche la pena accessoria dell'ostracismo sociale?
Dici 'una bettola sì, un'aula universitaria no': ma se l'hanno chiamato a parlare, evidentemente chi di dovere ha ritenuto utile farlo.
@PMS,
sulla pagina facebook di spinoza.it ho trovato questo post:
Apprendiamo che il magnifico rettore della Sapienza Luigi Frati si è detto "indignato" perché il comandante Schettino avrebbe partecipato, in qualità di relatore, a un seminario universitario dal titolo "Gestione del panico".
Lo stesso Frati ha quindi provveduto a deferire al Comitato etico dell'ateneo il professore responsabile di questa "indegna iniziativa".
Ma aspettate, di quale Luigi Frati parliamo?
Quello che ha piazzato tutta la sua famiglia (moglie, figli e nipote) a insegnare nella sua Università? Quello il cui figlio, pochi giorni prima dell'entrata in vigore delle regole anti-nepotismo, vinse il concorso da professore ordinario – concorso valutato con criteri che un'ordinanza del Tar definì "illogici e irragionevoli" nonché "dannosi" per l'ateneo? Quello il cui figlio (lo stesso di prima) venne chiamato a dirigere un reparto di medicina d'avanguardia creato su misura per lui dal direttore generale del Policlinico, nominato in quel ruolo dallo stesso Frati due settimane prima? Quello che fu indagato per falso a seguito di episodi di manipolazione delle cartelle cliniche, mirati a coprire negligenze sue e dei medici del suo reparto, e venendo per questo sospeso dal ruolo di primario? Quello che, per ammissione di colleghi e pazienti, si faceva vedere così di rado nel reparto da lui diretto al punto da non firmare nemmeno le cartelle cliniche? Quello con una ragnatela di connessioni con le case farmaceutiche così fitta che sulla Treccani, alla voce "conflitto di interessi", c'è la sua foto?
Quel Luigi Frati lì si dice "indignato?".
Si consideri invitato, in qualità di relatore principale, al seminario dal titolo provvisorio "Avere la faccia come il culo".
Continuiamo pure cosi.
Un pò dura avere dubbi in proposito dal momento che è stranoto che il comandante abbandona la nave per ultimo, cosa che Schettino non fece a quanto mi risulta. Per me basta questo, perciò al posto del rettore me ne sarei guardato bene dall'invitarlo. E tu?
@ PMS:
probabilmente sarò io un garantista d'accatto, ma, secondo me, essere garantisti significa tutelare una persona nei suoi diritti fondamentali davanti alla giustizia.
E tra i diritti fondamentali non c'è partecipare a party esclusivi (la parola esclusivi lo dice chiaramente, ma se non ci credi chiedi ad un cassintegrato se viene invitato a feste a tema a Ischia o Cortina), nè tenere lezioni all'università.
L'invito al party è discrezione del privato che lo organizza e sua valutazione di opportunità. Un po' come far fermare il Cristo sotto il balcone della famiglia del boss per il prete. Io lo trovo sommamente opportuno, non un esercizio di garantismo.
La lezione accademica va invece oltre, perchè ad ogni dipendente pubblico si richiede non solo di essere incensurato, ma anche di non avere processi in corso. Ed agli studenti deve essere garantita la migliore qualità dell'insegnamento possibile. E sono certo che in materia di gestione del panico, l'ultimo medico di Pronto Soccorso è un Dio davanti a lui. Dio che è stato sottratto agli studenti per far spazio a lui.
Posso dirti che il tuo mi pare unicamente un desiderio di vuota polemica?
Ciao
Paolo
@PMS
visto che sei un frequentatore del blog di Santalmassi, immagino che non ti sia sfuggito questo post
http://www.santalmassiaschienadritta.it/2014/08/editoriale-156.html
in particolare il commento firmato da applausi firmato da Mariano*
Saluti MR
*per caso è lo stesso che ogni tanto fa capolino anche da queste parti e si firma MS?
@ Michele Reccanello
È una vicenda complicata, della quale si sta occupando un tribunale con l'aiuto di vari periti. Appunto perché ad oggi non sappiamo ancora cosa sia effettivamente successo.
Può darsi che le cose siano andate come sostiene chi lo accusa, ma può anche darsi che sia vera la versione dei fatti di Schettino.
Quel post mi era sfuggito. Il Mariano afferma delle cose. Io al suo posto avrei aspettato che a farlo sia il giudice, visto che c'è un processo in corso. Oppure il Mariano ha una conoscenza approfondita dei fatti?
Poi quello che fa più rabbrividire del suo commento è quando scrive che qualcuno lo ritiene "degno di parola", cosa che vale più di qualsiasi frase che potrei scrivere io per descrivere la mentalità forcaiola che c'è in questo paese. In particolare la mentalità forcaiola che punta il ditino verso un capro espiatorio.
@ PaoloVE
"probabilmente sarò io un garantista d'accatto, ma, secondo me, essere garantisti significa tutelare una persona nei suoi diritti fondamentali davanti alla giustizia."
No, essere garantisti significa innanzi tutto presumere che l'accusa rivolta a un imputato sia una bufala. Per altre considerazioni, vedi sopra.
Di quale mentalità forcaiola parli? Avresti ragione se avessi preteso la galera, o peggio ancora lapidazione o impiccagione, prima della sentenza definitiva. La parola giusta, come faceva notare Paolo, è opportunità. Se siamo con le pezze al culo è (anche) perché ci sono quelli che hanno giustificato qualsiasi porcheria dimenticandosi del significato di quella parolina.
Piccola correzione:
"... se avesse preteso la galera..."
In buona sostanza voi vorreste che Schettino non avesse una vita pubblica; Mariano addirittura che non potesse parlare: pur usando la più tenue espressione dell'inopportunità di quei fatti voi auspicate che la società a suo modo già sanzioni un imputato in attesa di giudizio.
@ PMS:
"essere garantisti significa innanzi tutto presumere che l'accusa rivolta a un imputato sia una bufala"
Sono contento di non riconoscermi in *questo* garantismo, che lascerebbe libero e il delinquente colto in flagrante, in cattedra il il maestro pedofilo in attesa di giudizio, dietro la scrivanie o seduti sugli scranni corrotti e corruttori, ...
Ma ribadisco: le feste esclusive e le lezioni ex cathedra non sono diritti di alcuno. Ci sono decine di milioni di italiani che ne sono esclusi.
E' un diritto degli studenti (e sicuramente prevalente su quello del docente) vedersi invece garantire il miglior insegnante possibile, ma le nostre elites sembrano voler reiteratamente optare per le scelte meno opportune, se non palesemente sbagliate. I risultati sono ovvi.
Non entro nel merito delle responsabilità di Schettino nell'incidente, ma di certo non è stato capace di gestire adeguatamente la situazione dopo l'incidente e questo è stato evidente e sotto gli occhi di tutti.
Non ho intenzione di fargliene una colpa, ma di certo questo gli toglie ogni credito come docente di quel corso.
Nulla a che vedere con colpe, innocenze e garantismi, semplicemente con opportunità e correttezza delle scelte.
Ciao
Paolo
@PMS
Ti chiedo se tutto ciò sarebbe potuto succedere in un altro paese? Io sono convinto di no.
Fatico ad immagine un situazione simile accadere in Inghilterra o USA.
MR
@ PaoloVE
Ci sono misure che esistono proprio per affrontare casi tipo la flagranza, il pericolo di reiterazione del reato, etc.
Sono ovviamente delle eccezioni rispetto alla norma: la flagranza per esempio è il caso limite in cui in quanto tale la colpevolezza è già accertata. Oppure quando vi è una situazione di pericolo di qualcosa.
In questi casi la legge fa un'eccezione.
Nel caso di Schettino abbiamo un imputato che non è sottoposto a misure cautelari (salvo l'obbligo di dimora), non c'è flagranza e c'è un processo in corso. Se sarà condannato, sconterà la pena prevista dalla legge. Punto. Nel frattempo che deve fare Schettino nei prossimi N mesi o anni? Dare l'impressione di scontare già una pena per placare l'ira della gente?
Se poi uno lo invita alla sua festa, evidentemente reputa che egli sia meritevole di essere invitato. È la sua festa, mica la mia.
Se un docente lo invita a un seminario, evidentemente egli reputa che la sua presenza sia buona per esso. Chi sono mai io per giudicare? Ognuno è libero di dire la sua. Osservo però che alle ragioni dell'opinione più rilevante, quella di chi lo ha invitato, la stampa non ha dato particolare risalto, limitandosi invece a dare per scontato che fosse una cosa negativa a prescindere.
@ Michele Reccanello
Ci sono così tante differenze fra l'Italia e quei paesi, che estrapolare un fatto e pretendere che esso venga trattato in maniera uguale a mio avviso non ha molto senso.
... Don Chisciotte e i mulini a vento ...
@ PMS:
"Nel frattempo che deve fare Schettino nei prossimi N mesi o anni?"
Quel cazzo che vuole. Rinuncio a spiegarti il difficile concetto espresso nel post con la frase "E il problema non è Schettino" che evidentemente ti rimane arcano quanto a me il fatto che per Schettino non sussista la condizione di flagranza.
Ma visto che per te non c'è problema se costui (che scivolò in una scialuppa e coordinò da terra i soccorsi senza preoccuparsi di sapere quante persone c'erano ancora a bordo) insegna in un'aula universitaria come gestire il panico, mi aspetto che tu sia il primo a salire la scaletta di una nave da crociera con lui al comando.
In fondo, se qualcuno ce lo rimettesse, in attesa di giudizio, chi sei tu per giudicare?
Con questo chiudo la mia partecipazione alla surreale discussione.
Ciao
Paolo
@Paolo
Il problema di PMS è che non può esimersi dal prendere le difese del Capitano dopo quelle di un PdC che guidava una nave di 60 Milioni di persone che ne ha combinate di tutti i colori: Perché uno si e l'altro no?
Per il nostro è una questione di (contorta) coerenza.
Tolgo anch'io le tende da questa - aggiungo - assurda discussione.
Saluti
@ PaoloVE
Non ero entrato nel merito della vicenda della Costa Concordia. Siccome tu lo hai fatto, incidentalmente dico la mia. La mia impressione è che non sia stata tutta colpa di Schettino, come invece pensa l'Italia.
È infatti venuto fuori che l'andazzo di passare troppo vicino agli scogli era praticato da tempo, non solo da lui, ma anche da altri comandanti. La società assicuratrice ne era a conoscenza (la scatola nera trasmette tutto in automatico) e, suppongo, lo avesse comunicato alla Costa Crociere. Che non risulta sia intervenuta.
Altra cosa: è oggetto di dibattito nel processo se l'impatto non sarebbe avvenuto qualora il timoniere avesse eseguito correttamente gli ordini di Schettino: egli dice di sì, altri dicono di no.
Altra cosa ancora: la gestione dei soccorsi è stata caotica, ed è possibile che ciò sia stata la causa di tutte o parte delle morti. Anche qui è poco chiaro di chi sia stata la responsabilità, dato che non è il solo comandante a dover salvare tutti: l'equipaggio dovrebbe mettere in moto una procedura, che invece non ha funzionato. Anche'essa è opggetto di dibattito nel processo.
Infine l'abbandono della nave: se Schettino afferma di non aver avuto scelta, la cosa lasciamola accertare al tribunale.
Detto questo, non so se salirei la scaletta "con lui al comando": piuttosto mi dovresti chiedere se salirei la scaletta di una Costa o di altre compagnie, visto quanto sopra.
@ Michele Reccanello
"Per il nostro è una questione di (contorta) coerenza."
Qui di contorto c'è solo il ragionamento di voler fare della Costa Concordia una metafora del governo Berlusconi.
E detto questo, anch'io saluto.
@ PMS:
dici che "Non ero entrato nel merito della vicenda della Costa Concordia. Siccome tu lo hai fatto, incidentalmente dico la mia."
Come ho detto e ripetutamente ribadito "il problema non è Schettino", "Non entro nel merito delle responsabilità di Schettino nell'incidente", "non è stato capace di gestire adeguatamente la situazione dopo l'incidente -cosa che per inciso non è reato-... Non ho intenzione di fargliene una colpa".
Ho scritto un post sulle elite italiane, non ho mai citato la Concordia, mi dici dove avrei parlato dell'incidente e delle responsabilità? le hai fatte entrare in campo a sproposito tirando in ballo garatismi, flagranze e cose che ai problemi delle nostre elite non si applicano.
Se vuoi parlare di Concordie e responsabilità nell'incidente hai un blog, fallo lì. Ma per cortesia, cerca di non andare OT rispetto ai miei post, perchè, egoisticamente, se ho scritto di A probabilmente è di A che voglio parlare.
Ciao
Paolo
Rompo la mia promessa perché
mi ero dimenticato di un episodio accaduto qualche giorno fa "dalle mie parti" intorno a cui c'è stata una vivace polemica.
Con le debite proporzioni, visto che in questo caso non c'è in ballo una pubblica istituzione come l'università, credo che anche in questo caso vada bene cosi e che la cosa sia difendibile...
@ PaoloVE
"mi dici dove avrei parlato dell'incidente e delle responsabilità?"
Nelle tue frasi che ho messo qui sotto in grassetto:
"un personaggio simile" (...) "dopo quanto ha fatto"
"Non entro nel merito delle responsabilità di Schettino nell'incidente, ma di certo non è stato capace di gestire adeguatamente la situazione dopo l'incidente"
"arcano quanto a me il fatto che per Schettino non sussista la condizione di flagranza"
"costui (che scivolò in una scialuppa e coordinò da terra i soccorsi senza preoccuparsi di sapere quante persone c'erano ancora a bordo)"
"per cortesia, cerca di non andare OT rispetto ai miei post"
Mi hai chiesto se sarei salito su di una nave "con lui al comando"; ti ho dato la risposta spiegando incidentalmente (altrimenti non si capiva il senso della risposta) il perché a mio avviso il problema non è solo "lui".
@ Michele Reccanello
Qui viene stigmatizzato il fatto che Schettino sia stato invitato in luoghi prestigiosi (o prestigiosi o aventi ricadute pubbliche) invece che in "bettole" (cioè di cui nessuno verrebbe a conoscenza), che siano un luogo pubblico (l'università) o privato (una festa).
Ma in Italia spazi analoghi li hanno avuti, oltre al da te citato Renato Curcio, anche Toni Negri, Enzo Tortora, Silvia Baraldini, Adriano Sofri, Ovidio Bompressi, Sergio D'Elia e Beppe Grillo, tanto per citarne alcuni.
La morale della favola è che non esiste una risposta univoca.
@ PMS:
hai citato tutte frasi riferite a come è stata gestita l'emergenza dopo l'incidente, come tante precisazioni -che pure in parte citi- avrebbero almeno dovuto farti sospettare.
E non credo che per quei fatti, in una tale situazione di caos, Schettino possa essere sanzionato.
Ma è per come ha "gestito" quella fase che è palesemente ridicolo chiamarlo a tenere dei corsi sulla gestione del panico, come ho millanta volte ripetuto.
Mi fa piacere vedere che, col tuo sedee in ballo, non rispetti, per garantismo, il diritto delle società crocieristiche ad averi come loro cliente (perchè ti sia chiaro: è un parallelo con il diritto di Schettino di imporsi agli studenti come docente di gestione del panico).
Ciao
Paolo
"E non credo che per quei fatti, in una tale situazione di caos, Schettino possa essere sanzionato."
Il capitano di una nave risponde anche di come gestisce l'emergenza. Anzi, proprio perché detta gestione è una sua responsabilità, che la sua partecipazione al corso universitario può astrattamente essere criticata.
"non rispetti, per garantismo, il diritto delle società crocieristiche ad averi come loro cliente"
Questa poi... Nessuno, fintanto che non lo decido io in maniera del tutto arbitraria e per motivi che possono essere giusti o sbagliati, può vantare alcun diritto ad avermi come cliente. È la mia libertà di stipulare negozi di diritto privato. Altrimenti detta "freedom to choose".
Invece io stigmatizzavo la volontà collettiva (di "diritto pubblico") di limitare, direttamente o surretiziamente, i diritti di chi invita Schettino a una festa, di chi lo invita a parlare in un'aula universitaria e di Schettino di recarvisi. Perché alla base di quella volontà c'è, oltre alla convinzione della sua colpevolezza, il volere che detta convinzione abbia applicazione per vox populi (invece di un tribunale che sta esaminando la cosa scientificamente), prima della legge (sentenza definitiva) e oltre la legge (ostracismo sociale aggiunto alla sanzione penale), e il pretendere che gli altri vi si conformino.
@ PMS:
stai a vedere che alla fine di tutta sta menata riesco a farlo capire persino a te:
il docente universitario (un rappresentante delle elitè italiane del titolo) che ha chiamato Schettino a disquisire in un'aula universitaria in materia di gestione del panico ha arbitrariamente ed indebitamente fatto una cazzata (il naufragio del titolo) perchè non è suo diritto chiamare alcuno che non rappresenti il meglio disponibile per i suoi studenti.
Ma il meglio disponibile non era certo Schettino.
Ed è un errore figlio di una malintesa idea per cui la propria posizione sociale non comporta alcuna responsabilità e che l'opportunità di determinate scelte non abbia ripercussioni.
Il primo risultato è che gli studenti si sono visti sottrarre un insegnante presumibilmente migliore.
Il secondo è che al pubblico giunge chiaro il messaggio che, alla fine, in determinati ambiti, poco importa che tu sia capace o meno: sei ci sei ci resti e, magari, puoi affermarti persino grazie all'incapacità.
E una società in cui la celebrità premia Schettino più che De Falco è destinata a finire male, cosa che in questo momento e per questi due esempi posso attribuire anche alle elite italiane, da cui invece vorrei e mi aspetterei primariamente di vedere il contrario.
Ciao
Paolo
@ PaoloVE
E chi (e perché) sarebbe stato il meglio disponibile per parlare di un'esperienza in cui uno si è trovato a dover gestire il panico (altrui e proprio) in una nave che stava naufragando?
@ PMS:
vedo che le mie speranze erano vane.
"E chi (e perché) sarebbe stato il meglio disponibile per parlare di un'esperienza in cui uno si è trovato a dover gestire il panico (altrui e proprio) in una nave che stava naufragando? "
Per quanto riguarda il chi, la risposta è: ovviamente nessuno.
A parte forse medici di pronto soccorso -che peraltro già ho citato, del tutto inascoltato, comandanti che portano quotidianamente soccorso ai barconi dei migranti, capisquadra dei vigili del fuoco, militari che gestiscono missioni di pace, operatori della protezione civile, operatori del soccorso alpino e della guardia costiera, operatori di PS, ... e, pensa un po', moltissimi di questi condividono volentieri le loro esperienze ed hanno storie di successo da riportare, il che è un po' meglio che parlare di come si coordina l'evacuazione di una nave dopo averla abbandonata e senza sapere quante persone sono rimaste a bordo.
Per quanto riguarda il perchè non te lo spiego, è troppo difficile da capire.
Ma raccontiamoci pure che Schettino era il miglior docente ed il miglior invitato possibile.
Ciao
Paolo
@ PaoloVE
Gli esempi che hai riportato sono tutti personaggi bravissimi e magari con esperienze interessanti, ma che non sono paragonabili, per entità, quantità di gente e tipo di situazione, al naufragio di una nave.
Poi Schettino non è andato lì a insegnare 'dall'alto del suo curriculum' come si gestisce al meglio un naufragio, ma a raccontare la sua esperienza in una situazione di gestione di panico. E a raccontare i suoi errori. In altre parole è stato invitato come 'testimone' o 'protagonista in prima persona' di un evento eccezionale.
Altrimenti che credi, che chi lo ha chiamato lo abbia fatto nella convinzione di prendere il migliore gestore di quelle situazioni che ci fosse in Italia? O credi che lo abbia fatto per il gusto di creare polemiche? O per impartire ai propri studenti (che semmai sono i soli assieme al professore a dover giudicare dell'opportunità o meno della partecipazione di Schettino) un insegnamento di bassa qualità?
@ PMS:
sono sicuro che nemmeno il fatto che le considerazioni di opportunità relative alla presenza di Schettino siano state dettate dalle pretese dei suoi avvocati metterà fine all'arrampicata sugli specchi...
Ciao
Paolo
@ PMS:
dimenticavo: c'erano altri ufficiali che sono riusciti a non scivolare in una scialuppa e che sono rimasti a gestire il panico sulla Concordia che probabilmente sarebbero stati anche loro un po' più titolati.
Chissà se è stato contattato il comandante in seconda Roberto Bosio, per dirne uno...
Ciao
Paolo
@MR: MS ≠ Mariano
Ciao MS,
≠ = Semplice e incisivo.
@ PaoloVE
Non sono rimasti "a gestire il panico", ma a eseguire la procedura di salvataggio.
La gestione del panico è una cosa diversa: ha a che fare anche con le comunicazioni date, con la scelta di chiedere o ritardare l'aiuto della guardia costiera, etc.
È per questo che sto cercando di dirti che paragonare un comandante con un mero soccorritore è un paragone solo parziale.
Se poi infine la presenza di Schettino è stata dettata dalle "pretese dei suoi avvocati" allora la discussione salta alla radice, perché in quel caso era un suo diritto partecipare a quel seminario. E se era un suo diritto, c'è poco da lamentarsi con le scelte delle élites.
@ PMS:
"La gestione del panico è una cosa diversa: ha a che fare anche con le comunicazioni date, con la scelta di chiedere o ritardare l'aiuto della guardia costiera, etc."
Veramente immagino, per analogia a come sono solitamente strutturati i piani di emergenza ed antincendio nei grandi edifici (a proposito, la tua è una convinzione personale oppure si fonda su qualcosa? ed eventualmente su cosa?), che quello di cui parli sia invece proprio la gestione dell'emergenza, e come tale sia normalmente è raccolto in apposite procedure dove si specifica, per quanto possibile, cosa di deve valutare, cosa di deve fare, chi contattare e chi deve fare cosa (1).
La gestione del panico è invece difficilmente proceduralizzabile perchè relativa alla gestione dei comportamenti irrazionali in condizione di pericolo.
"Se ... la presenza di Schettino è stata dettata dalle "pretese dei suoi avvocati" ... era un suo diritto partecipare a quel seminario."
Ovviamente è una ulteriore cazzata. Da quando e su quale pianeta la pretesa di un avvocato diviene automaticamente diritto?
"sono sicuro che nemmeno il fatto che le considerazioni di opportunità relative alla presenza di Schettino siano state dettate dalle pretese dei suoi avvocati metterà fine all'arrampicata sugli specchi..."
C.V.D.
Ciao
Paolo
(1) Credo di essere poco prevenuto nei confronti di Schettino -il comandante che abbandonò la nave prima degli altri- anche perchè la procedura di emergenza dell'ospedale dove lavoro prevede che il responsabile di struttura interessata da emergenza venga portato in luogo sicuro nelle primissime fasi dell'emergenza stessa affinchè possa garantire il coordinamento. Non è lui a dover gestire il panico, ma chi rimane e gestire in loco l'emergenze ed eventualmente l'evacuazione.
Posta un commento