Buongiorno,
ben sapendo che la cosa potrebbe essere interpretata come come una excusatio non petita a più livelli, premetto che il post di oggi nasce a prescindere dai suoi attori, ed anzi con qualche perplessità dettata da una mia profonda ignoranza dei due mercati di cui parlo e solo dopo che mi è sembrato di veder prendere corpo e consistenza al secondo fronte della manovra a tenaglia che mi pare si stia cercando di stringere attorno alla non certo brillante industria culturale italiana.
Mi ero infatti inizialmente trattenuto dal commentare la presa di posizione di Bersani contro il ventilato/ipotizzato accordo tra l'RCS di Marchionne e la Mondadori di Berlusconi per una fusione sotto il controllo della seconda.
Preferivo non esprimermi perchè non mi rendo infatti ben conto di quanto:
- una tale concentrazione del mercato dell'editoria libraria possa essere un danno, specialmente in presenza di un mercato digitale estremamente aggressivo cui le aziende ancora largamente legate al mercato tradizionale potrebbero pensare di rispondere in maniera utile ed efficace rafforzandosi in questo modo per restare sul mercato
- la presa di posizione di Bersani sia genuina difesa della libertà del mercato e quanto invece un indiretto attacco al governo che sinora non si è espresso in materia
- l'assenza di una presa di posizione da parte del governo possa essere accettazione degli attuali limiti previsti dalla legge piuttosto che il rispetto della componente "aziendale" del cosiddetto e più o meno occulto Patto del Nazareno (1)
La cosa è cambiata in maniera drastica nel momento in cui contemporaneamente alla manovra di cui sopra il gruppo Mediaset cerca di entrare in possesso anche di Rai Way, la società messa in piedi (ed in vendita per far cassa) dal governo e che possiede la rete delle antenne attraverso cui viene distribuito il segnale televisivo RAI e non solo (2).
Mi pare a questo punto evidente che:
- ci troviamo nella situazione in cui un grosso gruppo economico, fortissimamente legato alla politica ed all'esercizio del potere, pretende (3) di acquisire un ampio controllo su più aspetti cruciali dell'industria culturale e dell'informazione italiana
- prima ancora che un problema di natura economica legata alla concentrazione del mercato, l'aspetto pericoloso diventa quello del controllo della cultura e dell'nformazione e, di conseguenza, della reale possibilità di un corretto esercizio democratico, perchè non c'è possibilità di vera democrazia dove l'informazione è nella piena e sola disponibilità di una delle parti politiche in causa (4)
Paolo
(1) saranno anche complottismi, ma quando ti sembra di vederli realizzare qualche dubbio può venire...
(2) ricordo che in tanti avevano segnalato l'anomalia di un mercato dove lo Stato si libera delle reti distributive (in questo caso Rai Way) con il risultato di dare a chi detiene il controllo della rete distributiva il potere di controllare controllare il mercato sia imponendosi su chi vuole distribuire i propri servizi/prodotti/contenuti attraverso rete che su chi vuole acquistarli. Direi che questo sviluppo sta dando loro ragione.
(3) a questo punto non saprei se con modalità goffe oppure arroganti
(4) a confronto della situazione che sembra prefigurarsi il periodo degli editti bulgari in cui Berlusconi possiedeva Mediaset e controllava la Rai temo ci sembrerà un'epoca d'ora di liberalismo e libertà
(5) il fatto che il 51% resti pubblico non è di nessuna garanzia, nel momento in cui la proprietà di Mediaset potrebbe entrare nel CDA di Rai Way per la quota pubblica attraverso meccanismi lottizzatori di spartizione poltrone. Rimane, allo stato attuale molto remota, la possibilità che se ne appropri tornando alla maggioranza nel paese...
(6) senza dover intervenire con un provvedimento legislativo che solleverebbe più o meno strumentalmente il dubbio di essere ad personam/aziendam e dubbi di legittimità, Rai Way può essere ritirata dal mercato dal suo proprietario, cioè lo Stato, senza problemi che vadano oltre l'aspetto economico (peraltro non secondario).
2 commenti:
Insomma non si arriva altro che dalle parti della famosa, ormai, ipotesi della legge sul conflitto d'interessi mai attuata, direi per ovvie ragioni, da parte dei molti interessati del nostro parlamento e governo, in primis i condannati in terzo grado, che per persone "normali" significa togliere il diritto di cittadinanza e quindi di voto e veto non ricordo a cosa, e non si capisce perchè ancora legiferano, ed in seconda istanza gli interessi del Berlusca nazionale & figli (ricordo che attualmente la Mondadori è diretta dalla figlia Marina, e se non sbaglio pure onorevole del nostro parlamento).
@ altrosimone:
hai ragione, stiamo ancora girando attorno ad una legge sul conflitto d'interessi cheandrebbe modificata oltre che applicata (perchè, brutto a dirsi con oltre vent'anni di ritardo) qualcuno dovrebbe spiegare come, con la legislazione allora vigente, è stato permesso al titolare di concessioni statali in materia di trasmissioni televisive, di potersi candidare in spregio alla legge e divenire il dominus della politica italiana dell'ultimo ventennio...
Ciao
Paolo
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