Buongiorno,
qualche giorno fa avevo commentato quanto trovavo sui giornali relativamente alla sentenza di assoluzione per i fatti avvenuti anni fa alla Fortezza da Basso di Firenze, che avevano portato alla denucia di sei persone per stupro di gruppo.
Grazie alla segnalazione ed alla cortesia di un commentatore (Sandro59, che ringrazio) ho avuto in qualche modo l'occasione di documentarmi meglio e di rivedere almeno in parte l'opinione che mi ero fatto sull'accaduto basandomi su quanto precedentemente letto.
Iniziamo dalla fine, cioè da quella che è ora, dopo aver letto le motivazioni della sentenza (1), la mia impressione sulla stessa. Impressione che è diversa da quella che avete precedentemente letto, più articolata e forse in alcuni aspetti, persino paradossalmente opposta.
Mi sembra che gli aspetti di pregiudizio nei confronti della accusatrice / vittima di cui i giornali parlavano sostenendoli con numerosi virgolettati siano molto meno rilevanti ed influenti sulla sentenza in appello di quanto mi sembrava, anche se mi pare di continuare a trovarne qualche traccia. Mi sembra che, come peraltro troverei ovvio per un reato così traumatico, l'accusa stessa fosse in alcuni punti confusa e contraddittoria e quindi debole. Mi sembra inoltre e per contro, forse a causa dei limiti di leggibilità della sentenza, che siano state in qualche modo svilite e sottovalutate le testimonianze relative a comportamenti e situazioni che avrebbero potuto far ritenere che l'accusatrice / vittima non fosse completamente in sè.
In sintesi, se nel precedente post non avevo idea di cosa potesse essere successo, ma avevo l'impressione che l'assoluzione fosse almeno in parte da pregiudizio, adesso ho invece l'impressione che l'abuso possa effettivamente esservi stato e che l'assoluzione degli imputati discenda invece pienamente o quasi dalla debolezza degli elementi a carico a modo di vedere dei giudici.
Questo perchè le citazioni che avevano fatto indignare erano estrapolazioni talvolta fuori contesto, spesso non riferibili ai giudici d'appello e addirittura non riferibili al processo d'appello, ma da quanto capisco, tratte da dichiarazioni rese in primo grado (dove si era giunti a condanna) talvolta dalla stessa accusatrice / vittima. Il che mi pare sufficiente ad escludere contenuti che possano essere di pregiudizio.
Dall'altro lato la lettura della sentenza mi ha messo a parte sia di una serie di incongruenze nelle accuse, sia di una serie di testimonianze di segno piuttosto concorde, ma smentite o sminuite nella loro importanza in modo che mi è rimasto poco chiaro a causa delle pecettature che hanno anonimizzato tutti, che mi sembrerebbero indicare uno stato di scarsa lucidità da parte della vittima / accusatrice, stato che sarebbe un pesantissimo indizio dell'incapacità della stessa di essere considerata consapevolmente consenziente.
...e quindi resto col sospetto che la sentenza sia sbagliata, nel senso che ho l'impressione che si possa effettivamente essere verificato un crimine che resta impunito, ma che la mancata condanna non sia avvenuta a causa di evidenti pregiudizi sulla vittima, ma solo per la debolezza degli elementi d'accusa.
Le mie scuse ai giudici, il mio (consueto) biasimo ai giornalisti che hanno costruito a sproposito una indebita indignazione, il e ancora mio ringraziamento aSergio Sandro che mi ha stimolato ad approfondire la vicenda..
Dall'altro lato la lettura della sentenza mi ha messo a parte sia di una serie di incongruenze nelle accuse, sia di una serie di testimonianze di segno piuttosto concorde, ma smentite o sminuite nella loro importanza in modo che mi è rimasto poco chiaro a causa delle pecettature che hanno anonimizzato tutti, che mi sembrerebbero indicare uno stato di scarsa lucidità da parte della vittima / accusatrice, stato che sarebbe un pesantissimo indizio dell'incapacità della stessa di essere considerata consapevolmente consenziente.
...e quindi resto col sospetto che la sentenza sia sbagliata, nel senso che ho l'impressione che si possa effettivamente essere verificato un crimine che resta impunito, ma che la mancata condanna non sia avvenuta a causa di evidenti pregiudizi sulla vittima, ma solo per la debolezza degli elementi d'accusa.
Le mie scuse ai giudici, il mio (consueto) biasimo ai giornalisti che hanno costruito a sproposito una indebita indignazione, il e ancora mio ringraziamento a
Ciao
Paolo
(1) peraltro mutilate di qualsiasi riferimento ad ogni persone, vittima,
imputato o testimone che sia, cosa che ne rende spesso difficile e
dubbia l'interpretazione, specialmente dove vengono in qualche modo "smentite" le dichiarazioni di una serie di testimoni accettate invece per buone in primo grado.
26 commenti:
Meglio che niente, dài.
Anche se...
(No, basta).
Ma chi è questo Sergio che si permette di rubarmi la scena? :) :) :)
@ Sandro59:
Sergio? OOOps! Sorry!
"Anche se..."???
Amo considerarmi socratico: credo che ogni elemento di confronto dialettico che mi è sottratto mi impoverisca.
Vorrai mica essere responsabile di cotanta miseria? :-)
Ciao
Paolo
Paolo, ricorderai che nel precedente post attinente questo argomento avevo esordito così:
"Non ho voglia di discutere."
Sono pigro e perfettamente consapevole di quanto sia sfiancante, per me, portare avanti una discussione, in particolare su temi così delicati, per scritto.
Bisogna stare maniacalmente attenti a quello che si scrive perché il rischio di essere fraintesi è sempre incombente. Quindi occorre dilungarsi in precisazioni e puntualizzazioni che rischiano di non aver mai fine.
Però cciài raggione pure te! :)
Mi fa piacere che hai tentato di leggere la sentenza.
Da questo tuo post di rettifica mi par di capire che non trarresti più queste conclusioni:
"Assolviamo tutti perchè non ci sono prove sufficienti per affermare che da parte della ragazza non vi fosse consenso, ma d'altra parte in un contesto di simile immorale depravazione è ovvio che certe cose succedano, che ci volete fare."
Dove forzavi - a mio avviso - in modo inaccettabile e anche offensivo per il collegio giudicante (scusami - così la vedo) il senso del contenuto della sentenza nel suo complesso.
Anche questo tuo ravvedimento mi fa piacere.
Però (e qui torno a risparmiare parole come mio solito), io sono perfettamente d'accordo con Goccia, qui:
https://abbattoimuri.wordpress.com/2015/07/27/firenze-la-ragazza-della-fortezza-siamo-noi/comment-page-1/#comment-34335
Mi pare che tu non lo sia.
Che ti devo dire? Facciamocene una ragione.
Stiamo parlando di un reato gravissimo.
Un reato che sarebbe continuato solo sino al momento in cui la "vittima" decise di rivestirsi e andarsene (l'eternamente evocato "No").
Con gli "stupratori" - a suo stesso dire - "quasi stupiti" di questo cambiamento di programma, che l'accompagnano alla sua bicicletta con la quale, del tutto incapace di intendere e di volere (altrimenti non si potrebbe sostenere l'abuso, in quanto non c'è stata violenza fisica), torna a casa.
A me quasi basterebbe questo, in mancanza di prove in senso opposto, pensa un po'...
E invece c'è tutto il resto, ed è tantissimo.
Però adesso passo e chiudo, eh... Mi interessava che tu approfondissi un po' la cosa prima di esprimerti. L'hai fatto. Bene così.
Ciao.
@ Sandro:
contavo che Socrate ti avrebbe fatto smuovere :-)
Confermo che ovviamente, cambiate le informazioni che avevo, inizialmente limitate agli stralci virgolettati riportati a sproposito dai giornali, è cambiata la mia opinione sull'operato dei giudici e sulla sentenza.
"io sono perfettamente d'accordo con Goccia"
...anche se sono d'accordo con varie sue considerazioni, mi pare colpevolista in senso opposto, dando per scontato che l'accusatrice stia diffamando gli imputati.
La mia perplessità nasce dal fatto che non sono riuscito a capire (limite mio o colpa delle pecettature) perchè sono state ritenute inattendibili le varie testimonianze di chi sosteneva che la ragazza apparisse in stato alterato / confusionale riferendosi a problemi di deambulazione, di equilibrio, risposte irrazionali e comportamenti sopra le righe che, presi singolarmente, erano sufficienti a generare sospetto in più persone (che infatti chiedevano se stesse andando tutto bene, con tutto quanto questo lascia intuire e ricavandone peraltro in alcuni casi risposte non particolarmente rassicuranti, a mio modo di vedere).
Comportamenti che, per di più, agli imputati sarebbero stati visibili non singolarmente ma nella loro totalità visto che, a differenza di altri testimoni che incrociavano la ragazza, loro rimanevano con lei, e quindi l'avrebbero vista inciampare, barcollare, dare risposte sballate, mantenere comportamenti anomali, assumere alcoici, accusare problemi di orientamento...
Una visione d'insieme, basata su testimonianze che, ribadisco, sono state ritenute inattendibili al di là della mia comprensione, che non mi pare coerente col poter presumere un suo consenso consapevole. Il che starebbe a monte del negarlo.
Ciao
Paolo
Insomma, mi vuoi proprio "tirar dentro".
Va beh, potremmo dire che "me la sono cercata". :)
Vuoi provare a leggere qui?
https://antisessismo.wordpress.com/2015/07/26/la-sentenza-di-fortezza-da-basso-sono-innocenti-e-la-sessualita-della-ragazza-non-centra-nulla/
"centra" ?!? vabbeh.
Detto grossolanamente...
C'è una bella differenza tra essere brilli ed essere momentaneamente incapaci di intendere e di volere.
Questa seconda ipotesi va PROVATA dal querelante, mica ipotizzata.
In dubio, pro reo.
Ma qui, addirittura, l'insieme delle evidenze (ti prego, non me le far elencare) porta addirittura in direzione opposta (brilla ma consapevole).
Ammettiamo che tu sia rigorosamente eterosessuale. Pensi che da brillo sia facile - o meglio possibile - che un gruppo di maschioni possa estorcere il tuo consenso a sollazzarsi con...? Capisc'ammè.
Riguardo il "colpevolismo" di Goccia...
Insomma, le 29 menzogne sono documentate e indiscutibili.
Come ti sentiresti a essere accusato di un qualsiasi reato da qualcuno che ha rigirato la frittata in modo così sistematico, farti un periodo di galera, essere additato come un mostro...?
Fai tu.
Estorcere il tuo consenso senza minacce e violenza, approfittando del tuo stato (di brillo).
"mi pare colpevolista in senso opposto, dando per scontato che l'accusatrice stia diffamando gli imputati."
Potrei sbagliarmi, ma credo che... tertium non datur:
o c'è stato il reato di stupro, o c'è stata diffamazione.
Che poi i "diffamati" decidano di non sporgere querela, questo è un altro discorso, CHE NOI CI GUARDEREMO BENE DALL'AFFRONTARE :)
Ciao.
"o c'è stato il reato di stupro, o c'è stata diffamazione."
Uff...
In relazione a questo specifico caso, considerando quanto accertato, non in generale (e potrei aver scritto una boiata lo stesso).
@ Sandro:
"Questa seconda ipotesi va PROVATA dal querelante, mica ipotizzata.
In dubio, pro reo."
...e così, giustamente, è stato valutato dai giudici.
Ciao
Paolo
Dai giudici, ma non da chi ha attaccato la sentenza con argomenti risibili.
Sul Manifesto di ieri, in prima pagina, Bia Sarasini definisce tale sentenza "brutale".
Ti risparmio le sue argomentazioni, a mio avviso... "lunari".
Sto seriamente considerando di interrompere la mia partecipazione economica per l'acquisto di tale quotidiano, in azienda.
Ieri quel rivoltante articolo; il giorno prima, a pag. 14, di spalla, altro articolo di Alberto Leiss. Anche riguardo tale articolo mi rifiuto di entrare nei dettagli: troppo "disgustorama" (mistificazione e strumentalizzazione alle stelle).
Una linea editoriale che mi nausea.
Un P.S. riguardo la diffamazione (è più forte di me... :) ).
Mi ero dimenticato del poveretto assolto in primo grado.
Dimenticato in buona fede, a differenza di coloro che se ne sono "dimenticati" perché
sarebbe troppo "doloroso", per loro, ricordarsene.
Nel suo caso la diffamazione è conclamata, indiscutibile (è risultato che stava proprio da tutt'altra parte!); non è per nulla questione di essere colpevolisti o meno.
Ciao.
(Me lo dico da solo: "Esci da questo corpo!". Ah ah)
A proposito del brillante (!) argomento "È stato fatto il processo alla (moralità della) "vittima" e non a(quella de)gli "stupratori".
"Ciò posto, la prima e fondamentale censura che viene mossa alla sentenza gravata, poggia sulla piena attendibilità riconosciuta dai Giudici del merito alle dichiarazioni accusatorie della P.
A tale riguardo, va ribadito in questa sede che, secondo la costante giurisprudenza di questa Corte, non vige nel nostro ordinamento il principio "nemo idoneus testis in re sua", con la conseguenza che la deposizione della persona offesa dal reato può essere da sola assunta come fonte di prova della responsabilità dell'imputato, anche se, essendo la parte offesa portatrice di un interesse confliggente con quello dell'imputato stesso, le sue dichiarazioni vanno valutate con particolare rigore al fine di verificarne l'attendibilità intrinseca ed estrinseca."
Qui:
http://www.neldiritto.it/appgiurisprudenza.asp?id=2281#.VbnYivlTJAE
A me sembra ragionevole. Mooolto ragionevole.
@ Sandro:
sulla disistima per i giornalisti, come ben saprai, con me sfondi una porta aperta, come anche sul fatto che ogni testimonianza, quella di accusatori ed accusati in primo luogo, abbia una validità relativa.
Ciao
Paolo
Sai che c'è?
Per il Manifesto le possibili considerazioni sono diverse: non mi sto ad addentrare, ma credo sia intuibile come la si possa vedere.
Per il Fatto Quotidiano, invece...
Seguo con interesse e da tempo la rubrica "Donne di fatto" e il mio diavoletto complottista ha addirittura considerato l'ipotesi che da quelle parti ci sia una regia fortemente maschilista - moolto subdola! - che ha dato quello spazio esagerato proprio alle blogger più esaltate e meno convincenti, per esporle al sistematico (ma sacrosanto, considerando le posizioni assurde che sostengono) impallinamento da parte di commentatori (maschi e femmine) attenti e ragionevoli.
Dici che devo farmi vedere da uno bravo? :)
Leggi qui:
"Rita Vergnano @ Goccia • 3 days ago
e pubblico qui il link completo alla famigerata sentenza sui "jeans". In particolare il punto mai citato, perché viene sempre solo citato il fatto del difficile sfilamento dei jeans "La sentenza impugnata infine, non chiarisce come si concilia con l'asserita violenza carnale la circostanza che la P. non tentò di fuggire appena il C. fermò l'autovettura e manifestò i suoi propositi, così come non dà una plausibile spiegazione del comportamento della ragazza che, dopo la consumazione del rapporto carnale, si mise alla guida dell'autovettura. In sentenza viene precisato che lei aveva interesse a tornare subito a casa. Ma la Corte di Appello ha omesso di considerare che è assai singolare che una ragazza, dopo aver subito una violenza carnale, si trovi nelle condizioni d'animo che le consentano di porsi alla guida di una autovettura con accanto il suo stupratore, soprattutto se, come nel caso in esame, essendo inesperta di guida, deve pilotare l'autovettura seguendo i consigli e le istruzioni di chi momenti prima l'ha violentata" http://www.altalex.com/documen... -- in dubio pro reo
Nadia Somma @ Rita Vergnano • 3 days ago
appunto è una deduzione del piffero
Goccia @ Rita Vergnano • 3 days ago
la ringrazio... sa che non l'avevo mai letta?
e sa cosa mi ha colpito?
mi ha colpito la citazione che nella prima sentenza la ragazza "fu realmente vittima della denunciata violenza carnale dato che è certo che durante l'amplesso aveva i jeans tolti soltanto in parte mentre se fosse stata consenziente al rapporto carnale avrebbe tolto del tutto i pantaloni che indossava".
cioè la considerazione sui i jeans ha fatto scandalo quando usata per l'assoluzione dell'istruttore, ma non per la sua accusa."
In effetti anche su quella sentenza che è stata mitizzata comincio a nutrire seri dubbi, in ordine a possibili mistificazioni.
Questa è quantomeno curiosa:
http://it.avoiceformen.com/suggerito/donna-stupra-uomo-giudici-lo-condannano/
Buon fine settimana.
@ Sandro:
ho letto l'articolo che hai linkato con un certo ritardo e rispondo ancor più tardi e col dubbio di aver mal interpretato un tentativo di umorismo che però continuo a non riuscire a cogliere: mi pare sinceramente becero e assolutamente fuori contesto, come trovo l'antifemminismo dell'estesore altrettanto stucchevole del femminismo più retrivo.
Per una volta me la sento di andare oltre il parere personale: non c'è nessun isterismo nell'affermare che “il sesso senza consenso è stupro. Se lei è ubriaca non c’è il consenso". E' un fatto: la coscienza di sè è il presupposto per poter presupporre esistente e valida qualsiasi forma di consenso.
L'articolo che il post cita titolando "Donna stupra un uomo, giudici lo condannano" -traendolo da un giornale autorevole come può essere il Daily Mail (quanto ad autorevolezza siamo ai livelli della versione online di Libero)- si riferisce ad un fatto completamente fuori contesto e non pertinente: banalmente nessuno ha sporto denucia per stupro contro nessuno, nessuno è stato condannato per stupro, ma, più banalmente, un ubriaco è stato condannato per aggressione ad una donna forse alticcia anch'essa mentre stavano facendo sesso.
Ed il fatto che si citi un sentenza relativa a legislazione diversa, per reato diverso, basandosi su un tabloid inglese, mi pare dimostrazione, in quel blog, di tendenziosità più che di superficialità: sono certo che se una femminista avesse argomentato su una sentenza italiana citando una sentenza "maschilista" del tribunale di Kabul o di Riad basandosi su un articolo del Sun quel blog avrebbe tratto le mie stesse conclusioni.
Passami la presunzione, ma questo blog, il MIO blog :-), merita di meglio...
Ciao
Paolo
Sono d'accordo. Trattasi di provocazione assolutamente mal gestita, indirizzata a quelle femministe (non poche) che han sostenuto il principio:
"Far sesso con una donna (persona?) ubriaca, deve sempre e comunque essere considerato stupro, indipendentemente da ogni altra considerazione".
Capirai che un principio del genere, applicato all'episodio in questione, avrebbe potuto portare, appunto, alla condanna per stupro della donna, il che sarebbe stato assurdo. Credo sia quello il senso; comunicato, appunto, malissimo.
Incidentalmente...
Ho notato che il tizio (giustamente) condannato ha poi porto le sue scuse alla donna.
So bene che non c'è logica nel fare un paragone tra i due episodi ma non ho potuto evitare di tornare con la mente a colei che è stata trasformata in un'icona/eroina, per chiedermi:
lei ha chiesto scusa al giovane che ha querelato (e fatto incarcerare, mi pare), quello che non era nemmeno presente in quell'auto?
@ Sandro59:
francamente mi pare che sostenere che vi sia un particolare consenso sulla posizione per cui "Far sesso con una donna (persona?) ubriaca, deve sempre e comunque essere considerato stupro, indipendentemente da ogni altra considerazione", sia piuttosto ardito, mentre mi pare sia condiviso il fatto che "non è possibile dare per scontato l'assenso -anche quando apparentemente dato- quando uno non è in sè".
Il post linkato vuole, riferendosi al caso di Firenze, confutare la prima interpretazione, il che mi pare un caso di straw man fallacy (per dirla come i fighi) abbastanza evidente. In sintesi un'ulteriore dimostrazione di disonestà intellettuale da parte dell'estensore, non un errore di comunicazione.
"So bene che non c'è logica nel fare un paragone tra i due episodi ma non ho potuto evitare di tornare con la mente a colei che è stata trasformata in un'icona/eroina, per chiedermi: lei ha chiesto scusa al giovane che ha querelato (e fatto incarcerare, mi pare), quello che non era nemmeno presente in quell'auto?"
Hai ragione, non c'è logica, quindi sarebbe meglio lasciar stare ironie ed insinuazioni, non trovi?
Ciao
Paolo
Dove hai visto ironia e insinuazioni?
Era una domanda seria.
Ha chiesto scusa o no?
Mi piacerebbe saperlo.
"mi pare sia condiviso il fatto che "non è possibile dare per scontato l'assenso -anche quando apparentemente dato- quando uno non è in sè"."
Infatti questo è pacifico anche per me.
Chi ha contestato nel merito la sentenza d'Appello e chi ha manifestato non troverebbe però supporto da un simile principio, ne converrai.
Infatti costoro sono andati oltre, sostenendo qualcosa di piuttosto diverso: "Una donna che ha bevuto non può essere in sè, quindi è scontato che non vi sia il suo consenso, tanto più se, in seguito, decide di denunciare".
@ Sandro59:
"Chi ha contestato nel merito la sentenza d'Appello e chi ha manifestato non troverebbe però supporto da un simile principio, ne converrai."
No, non ne convengo e mi pare anzi che si stia tornando all'argomento fantoccio: non mi pare che quella posizione estrema goda di significative adesioni, a differenza della versione più ragionevole.
Come ho già detto, letta e riletta la sentenza, ritengo che possano esserci gli estremi per poter pensare che i comportamenti della ragazza fossero interpretabili come quelli di una persona alterata (posizione non poi così irragionevole, visto che aveva prevalso in primo grado e cui io stesso mi sento vicino: abdico in fiducia che chi ha avuto visione in chiaro di tutti gli atti abbia avuto modo di valutare con argomenti più solidi dei miei), senza dover necessariamente ascrivere i colpevolisti alla schiera degli irragionevoli oltranzisti.
Ed essendo stato tratto in inganno da una ricostruzione giornalistica fuorviante e sensazionalistica, posso ritenere che ci sia stato chi ha aderito alla manifestazione senza aver avuto occasione, tempo ed energia di leggersi 17 pagine di sentenza in oscuro legalese purtroppo solo parzialmente criptato, anche in questo caso senza dover essere necessariamente degli irragionevoli oltranzisti, ma, al più un po' superficiali, come me.
E, mi pare di capire, chi è andato irragionevolmente e stupidamente oltre, invocando vendette e urlando i nomi degli assolti, faceva parte di una piccola minoranza che è stata anche contestata da buona parte delle altre dimostranti...
Ciao
Paolo
Cerchiamo di capirci.
Chi manifesta senza nemmeno sapere il perché, in quanto superficiale e ignorante della questione, non è al centro dei miei interessi.
Io cercavo (cercavo, eh) di ragionare sulle motivazioni che sono state ampiamente esposte in vari blog e articoli di giornale, a sostegno di tali manifestazioni di dissenso a una sentenza.
Abbi pazienza.
Tra tali motivazioni non ci può essere la "versione più ragionevole", perché non starebbe proprio in piedi.
Come si può negare che i giudici, sia di primo che di secondo grado, abbiano tenuto conto di tale principio?
("non è possibile dare per scontato l'assenso - anche quando apparentemente dato- quando uno non è in sè".").
Ma se gran parte delle due sentenze si basa proprio sulla valutazione delle testimonianze inerenti lo stato di lucidità della querelante, per tacer della perizia tossicologica?!?
Che poi le due sentenze siano giunte a opposte conclusioni, quello è un altro discorso.
Mannaggia a te.
Con questa storia dell'argomento fantoccio mi hai fatto sorgere il dubbio di aver forzato o mal interpretato il pensiero degli avversi alla sentenza e/o favorevoli alla manifestazione.
Ho cercato di verificare tornando alle fonti.
Tipo qui (e altre argomentazioni non mi sembrano allontanarsi da questa):
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/21/stupro-quella-perversa-abitudine-di-processare-la-vittima/1892411/
"Sex without consent is rape (e fin qui credo che siamo tutti d'accordo).
If she's too drunk to consent, assume she hasn't given it".
A chi il compito di stabilire che... "too drunk..."?
Ma soprattutto: "assume she hasn't given it" somiglia di più a
"non è possibile dare per scontato l'assenso - anche quando apparentemente dato- quando uno non è in sè"
oppure a
"Una donna che ha bevuto non può essere in sè, quindi è scontato che non vi sia il suo consenso, tanto più se, in seguito, decide di denunciare".
?
Non sto provocando e non è una domanda retorica.
Me lo sto chiedendo anch'io.
Quell'"assume" non mi sembra molto diverso da "è scontato che".
Ma potrei sbagliarmi.
@ Sandro:
in primo grado era stato dato per assodato lo stato di alterazione, lo trovi esplicitato nelle conclusioni della corte riassunte al punto 6): "essendo le condizioni della XXX indiscutibilmente critiche all'uscita dalla Fortezza".
Perizie tossicologiche o meno (si può essere in stato di alterazione anche senza che se ne riesca a stabilire una causa chimica).
La Corte aveva quindi una motivazione per ritenere priva di valore qualsiasi presunzione di consenso al sesso da parte degli imputati, che peraltro sembrerebbero averla invocata anche sulla base di alcuni degli stereotipi contro cui si battono in maniera sacrosanta le tanto vituperate femministe, visto che la difesa sottolineava (all'inizio del punto 5) il fatto che la ragazza appariva "spregiudicata e provocante, sensuale e disinibita, con forme procaci che non nascondeva,...". Tutte cose fondamentalissime a far presumere il consenso, come vedi.
Ma non usa il fatto di ritenere la ragazza alterata come motivo per condannarli (almeno non lo trovo da nessuna parte, tu per caso sei in grado di indicarmi dove lo fa?), ma il fatto che "...la credibilità della querelante appariva al Collegio salda...", anche in virtù del fatto che "A conferma del suo dissenso vi erano le dichiarazioni di YYY, ZZZ e WWW che avevano osservato il gruppo uscire dalla Fortezza, con parziale riscontro in quelle di PPP, QQQ e TTT."
Da quello che capisco io, se c'è una cosa che non sta in piedi è che la condanna in primo grado sia nata dalla piana equivalenza sesso con ubriaca = stupro sempre e comunque: la corte in primo grado dice di aver considerato insignificante la presunzione degli accusati che lei fosse consenziente perchè ha considerato la ragazza in stato di alterazione di aver ritenuto credibile e sufficiente per una condanna, anche perchè supportata da diverse testimonianze in tal senso, una parte della ricostruzione dei fatti fornita dalla ragazza.
"Sex without consent is rape. If she's too drunk to consent, assume she hasn't given it."
Il mio inglese non è certo dei migliori, ma tradurrei lo slogan così: "Il sesso senza consenso è stupro. Se lei è troppo ubriaca, presumi che non abbia dato alcun consenso".
E quindi comportati di conseguenza, aspetta che sia sobria per fare sesso perchè in realtà potrebbe non essere consenziente.
Il punto diventa a chi è indirizzato il messaggio: se inutilmente a una corte che ha già sentenziato e sarebbe eventualmente più facilmente raggiungibile/influenzabile per altra via) o, in seguito ad una sentenza ritenuta opinabile, all'opinione pubblica maschile perchè abbandoni certi stereotipi.
Come è chiaro, per me si tratta del secondo caso, visto anche che quello slogan è normalmente accompagnato da altri che invitano a non considerare un implicito consenso una gonna corta, una scollatura profonda, un tacco alto, un trucco provocante, un comportamento sensuale, un sorriso, un ammiccamento, ..., insomma mille luoghi comuni non direttamente riferibili ad una singola sentenza.
Ciao
Paolo
Purtroppo continuiamo a non capirci.
Probabilmente è colpa mia: non sono riuscito a spiegarmi bene.
A questo punto la mia dichiarazione iniziale ("Non voglio discutere") assume una valenza comica; in compenso hanno trovato conferma i timori che avevo espresso a sostegno di tale mia ritrosia ("Bisogna stare maniacalmente attenti a quello che si scrive perché il rischio di essere fraintesi è sempre incombente. Quindi occorre dilungarsi in precisazioni e puntualizzazioni che rischiano di non aver mai fine.").
Quindi preferisco fermarmi qui.
Comunque è stato uno scambio istruttivo.
Grazie della disponibilità.
@ Sandro:
Grazie a te: un po' di sano confronto ogni tanto ci vuole, ed il fatto che in questo blog latiti è il suo principale elemento di insuccesso, almeno rispetto ai diversi obiettivi che mi ponevo quando l'ho aperto...
Ciao
Paolo
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