Buongiorno,
un paio di giorni fa quattro cittadini italiani sono stati rapiti mentre svolgevano il loro lavoro per contodi una ditta parmense presso un impianto collegato al gasdottoGreenstream, a 60 Km da Ttripoli, in Libia.
Non è la prima volta che cittadini
italiani vengono rapiti in territori “a rischio”: nel passato più
o meno recente sono stati sequestrati (e purtroppo talvolta anche
successivamente uccisi) operai e tecnici di ditte private,
giornalisti, cooperanti e persino mercenari, e tali avvenimenti hanno
spesso generato vive polemiche.
Nella disgrazia i quattro rapiti
dell'altro giorno (cui faccio i miei più sentiti auguri di una rapida liberazione) e la ditta che li ha inviati in un contesto a
rischio hanno la piccola fortuna di non essere attaccati in Italia da una
opinione pubblica che sembra trovare normale il fatto che qualcuno
venga esposto a questo genere di rischi come effetto collaterale del
proprio lavoro (1).
Insomma, se la ditta XXX manda YYY in
un contesto di guerra civile e costui viene sequestrato da una
qualche banda/tribù di integralisti anti occidentali, nessuno si
sogna di imputare la cosa ad alcuno, né di pretendere che il
sequestrato o l'impresa che l'ha mandato lì affrontino in proprio le
spese per un eventuale salvataggio o il pagamento del riscatto: la
consideriamo una sorta di fatalità di cui è giusto si faccia carico
lo Stato.
La cosa cambia radicalmente se siete
dei cooperanti, dipendenti di ONG o giornalisti impegnati a fornire
una informazione di un certo tipo sui fatti (per intenderci se siete
Giuliana Sgena, non Domenico Quirico). In questo caso
troverete una ampia fetta di opinione pubblica che proclamerà che ve
la siete andati a cercare, che dovreste pagarvi da soli l'eventuale
riscatto, e che lo Stato dovrebbe lasciarvi lì, e che probabilmente siete anche conniventi con i
rapitori (se non loro amanti).
Ecco, trovo particolarmente sgradevole
vedere come una ampia parte della nostra opionone pubblica e
dell'informazione che la fomenta scelga deliberatamente di applicare
metri di valutazione diversi alle singole persone basandosi non tanto
su quello che hanno realmente fatto, e nemmeno sulla base delle loro intenzioni, ma piuttosto sulla base della
loro presunta stereotipata appartenenza ad un'area politica e/o
culturale.
E trovo particolarmente penoso
ricordare come chi oggi (giustissimamente) tace per i tecnici della
Bonatti, spesso ieri attaccava le due Simone o Greta e Vanessa e l'altro ieri,
paradossalmente, pretendeva di incoronare come eroi i nostri mercenari, cioè gli unici che erano andati scientemente in luoghi a
rischio per esercitare un mestiere in cui il rischio non era un effetto collaterale ma ovvia conseguenza del lavoro.
Ciao
Paolo
(1) Sarà una generalizzazione, ma nonè la prima volta che succede.
3 commenti:
Buondì,
Qui un articolo che parla delle responsabilità della ditta che avrebbe "mandato allo sbaraglio" i suoi tecnici.
Condivido il senso del post.
Il pensiero unico reazionario ormai è così diffuso che è difficile anche aprire bocca quando l'uomo del bar ripete i luoghi comuni così capillarmente diffusi dai media.
Vado ad appendere uno striscione contro le tasse sulla casa. Devo togliere quello contro i profughi che mi rovinano la speculazione immobiliare, però.
Saluti
T.
@ T.:
avevo visto l'articolo e, in un primo momento mi era cparso che, oltre a circostanziare le modalità del sequestro, contesse una almeno parziale smentita dei conteuti del post relativamente all'atteggiamento dell'opinione pubblica.
In realtà le dichiarazioni critiche nei confronti dell'operato della ditta sono poco più che un retroscena senza fonti circostanziate e non una posizione attribuibile all'opinione pubblica, per cui non l'ho poi utilizzato.
Anzi, mi pare possa essere un ulteriore elemento a supporto: nemmeno quando ci sono elementi che fanno pensare ad una responsabilità delle ditte nel creare i presupposti dei rapimenti l'opinione pubblica se la prende con loro, mentre se si trattasse dell'operatore di una ONG avremmo un congruo numero di articoli (e di commenti rabbiosi) in cui lo si tratta da probabile fiancheggiatore dei sequestratori da lasciare là.
Ciao
Paolo
@Paolo
il link non intendeva confutare la tesi del post, anche io ho pensato quello che scrivi nel commento quando l'ho letto.
La cosiddetta opinione pubblica rispecchia sempre ciò che viene ripetuto sui media principali - o le imbecillità criminali che vengono diffuse attraverso programmi di "intrattenimento". Non è certo un articolo, di scarsa visibilità peraltro, che modifica il pensiero unico.
L'articolo riporta una "fonte governativa", ma dal momento che ciò che questa fonte dice contrasta con i luoghi comuni, non avrà risalto nei titoli dei TG.
E l'imbecille del bar non lo inserirà nelle sue giaculatorie rimasticate.
Saluti
T.
Posta un commento