Buongiorno,
In un primo momento sembrava che
l'azienda non avrebbe raggiunto i numeri necessari a garantire il
funzionamento delle linee, per cui la notizia era stata
sostanzialmente presentata come un boicottaggio delle richieste
aziendali da parte dei lavoratori sindacalizzati che avrebbero
voluto, pur in un periodo di crisi, mantenere il privilegio di non
lavorare il giorno di ferragosto, mettendo così a repentaglio il
loro posto di lavoro oltre che l'azienda stessa.
Come ormai avviene sempre quando vi è
una notizia relativa a presunte posizioni sindacali rigide ed
irragionevoli, bastava scavare, in questo caso molto poco (cosa che
la maggior parte dei soliti media si è ben guardata dal fare,
allineandosi nel recepire il fatto che il punto fosse difendere o
meno il privilegio di festeggiare ferragosto), per accorgersi che la
cosa stava in termini un bel po' diversi, non solo per dettagli e
sfumature, e totalmente inaffrontati.
Per iniziare il sindacato non era parte
in causa nella scelta, in quanto l'azienda stava contattando
singolarmente i lavoratori alla ricerca di volontari, quindi la sua
contrarietà era, per così dire, scontata ma platonica ed il preteso
irragionevole boicottaggio sindacale assolutamente ininfluente.
Il sindacato, poi, si era già
dimostrato talmente rigido ed irragionevole da aver precedentemente
concordato con l'azienda un nutrito lotto di sabati lavorativi pertutto il periodo estivo (il giorno di ferragosto era l'unico sabato
non lavorativo sui cinque del mese di agosto), alternando nell'arco
dell'anno molto lavoro straordinario nei periodi di maggiore domanda
a periodi in regime di contratti di solidarietà (cioè orario e
salario ridotti) nei periodi di riduzione della domanda.
Tanto è servito a permettere
all'azienda di ovviare, attraverso la flessibilità dei dipendenticontrattata dal sindacato, a quanto non poteva o voleva fareattraverso programmazione e magazzino e di accedere ad agevolazioni di natura statale legata al ricorso ai contratti di solidarietà.
Insomma, una vera e propria dimostrazione di dogmatismo ideologico da
parte sindacale, non trovate?
E quindi forse il punto della questione
non è stigmatizzare un presunto irragionevole (se non proprio
suicida) ostruzionismo sindacale, ma piuttosto se sia ulteriormente
giustificato mantenere il regime agevolato per l'azienda legato ai
contratti di solidarietà, davanti ad una situazione di mercato che
permette di mettere in dubbio la loro necessità.
Oppure chiedersi che valore abbia stringere un accordo con un'azienda che può decidere comunque di operare al di là di questo (1).
Oppure ancora se abbia senso, in presenza di
un sindacato chiaramente realista e dialogante, lasciare campo libero
ad una proprietà che evidentemente ritene di utilizzarlo unicamente
come strumento quando faccia comodo, ma non come controparte né
tanto meno, alla tedesca, come partner.
Cosa che non mi pare si stia domandando
nessuno.
Ciao
Paolo
(1) I tanti festanti per l'operato di Electrolux si indignano quando ad andare oltre gli accordi sono i dipendenti, magari facendo gli assenteisti. Eppure è la stessa cosa, solo a parti invertite, ma costoro, ragionevoli come i tifosi della curva, che se ne fottono del bel gioco se non viene dalla loro squadra, che peraltro applaudono a prescindere.
4 commenti:
Ciao,
Alle tue osservazioni aggiungo le mie (che avevo postato ieri sulla mia pagina FB) su due vicende che sono accadute dalle mie parti:
Ho letto delle polemiche sulla decisione del Carrefour di Pisa di tenere aperto il supermercato anche la notte.
La scelta della turnazione dipende dal tipo di produzione e dalle esigenze produttive. È chiaro che chi fa il pane e lo vuol vendere lo deve infornare la notte per il giorno. Un operaio addetto all'altoforno lo deve presiedere notte e giorno per 365 giorni anno perché accendere e spegnere e gestire l'impianto è cosa complessa. Gli infermieri lavorano notte e giorno 365 giorni perché i malati non possono scegliere "quando farsi ricoverare". Ecco, io onestamente non ci vedo tutta questa necessità nel tenere aperto un supermercato di notte, ma se la direzione ha così deciso è perché:
- Ha fatto (propabilmente male) i propri conti ed è poi la clientela che giudica utile o meno la cosa.
- Testare il polso dei propri dipendenti per vedere fin dove ci si può spingere con le richieste.
Sul secondo punto posso solo riportare qualcosa su Ipercoop Livorno. L'azienda a inizio anno presenta un calendario delle aperture ma nel corso della stagione estiva lo ha rivisto chiedendo l'apertura per il 16/8 che quindi risultava come straordinaria e pagata di conseguenza per i dipendenti, ma è comunque riuscita a trovare chi era disponibile ad essere retribuito come su turno ordinario. Morale: C'è a chi piace fare certe cose anche senza l'uso di un buon lubrificante!
Saluti
Riprendo la linea perché sul caso Ipercoop l'ho fatta un pò troppo breve:
L'azienda è solita concordare ad inizio anno con il sindacato le aperture domenicali, e quindi era stato stabilito che il 16/8 doveva essere di chiusura. Quando successivamente si sono accorti che il 15/8 (che dirigenti geniali!) cadeva di sabato, hanno così deciso di recuperare parte delle vendite mancate del sabato con l'apertura straordinaria di domenica 16/8 facendo intendere che i dipendenti sarebbero stati retribuiti con la paga ordinaria. Così alcuni hanno interpellato il sindacato sulla correttezza dell'operato dell'azienda, ma nel frattempo però c'erano coloro che aveva già dato la disponibilità. Pare che siano comparsi dei volantini (giustamente) ironici di alcuni delegati sindacali...
@ MR.:
anche sul caso Electrolux ci sarebbero altre cose da dire.
Ad esempio: per capire l'entità del problema in termini economici e fermo restando che considero sbagliato perdere potenziali clienti se non in casi di impossibilità assoluta a soddisfarli, ero andato a cercare in internet quanto costasse al pubblico l'ormai famoso frigorifero modello Cairo prodotto l'altro giorno, ma non ci sono riuscito, perchè sembra si tratti di lotti prodotti per conto terzi (AEG, IKEA, ...) che lo rimarchiano e rivendono.
Situazione che ha già richiesto ripetutamente il ricorso a straordinari negli ultimi anni, d'estate e non solo.
Il che rafforza l'idea che il ricorso al contraddittorio mix di contratti di solidarietà e straordinari sia una scelta prima che una necessità e che una diversa politica commerciale (dove c'è margine sia per Electrolux che per chi la rimarchia, c'è margine per proporre il prodotto direttamente, a costo inferiore e/o con maggior margine e/o in maggior quantità...) unita ad una diversa gestione del magazzino sarebbe la strada per un rapporto più sano e collaborativo con i dipendenti.
Ciao
Paolo
Buondì,
il fatto che si alternino momenti di carico di lavoro ridotto e straordinario ciclicamente a me sembra un sintomo evidente di organizzazione migliorabile (oggi sono in vena di eufemismi).
Ciò che però segnalo, al solito è il coretto dei media, rigorosamente dalla stessa parte. Compreso il lord della superficialità che supplisce a quello dell'onestà intellettuale su R24.
Questo fa parte del meccanismo che ha portato negli anni la quasi totalità dell'opinione pubblica a empatizzare con il povero imprenditore tartassato dallo Stato cattivo e a detestatre per sentito dire i sindacati imbroglioni.
Il risultato è che si lavora sabato e domenica, complimentoni.
Ciao
T.
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