Sui profughi non accettiamo lezioni. E facciamo male.

Buongiorno,

ad ispirare il post di oggi è, in materia di migranti, il contrasto tra la pragmaticità degli atti della Cancelliera Merkel -che apre le porte della Germania ai profughi di origine siriana andando oltre ai numeri ed alle modalità previste da un trattato di Dublino ormai inattuale- e l'inconsistenza di chi, come il nostro Ministro degli esteri Paolo Gentiloni, ostenta una autoreferenzialità nella gestione del problema che mal si accompagna con gli appelli all'Europa.

Gentiloni sarà magari anche paralizzato da un lato dal successo nei sondaggi di un Salvini che proclama la volontà di fermare il mare con le mani impedire che interi popoli fuggano da situazioni di miseria, guerra e degrado, dall'altro da un Premier che vanta giustamente il fatto che l'Italia sta salvando centinaia di persone dalla morte in mare, ma non propone alcuna soluzione ad una gestione progressivamente sempre più onerosa del dopo sbarco, ma che dovrebbe rendersi conto che in questo modo non si ottengono risultati di sorta: meno sono e meno sono efficaci i centri di identificazione, maggiore sarà il numero dei richiedenti asilo che restano in Italia in attesa di conoscere la propria sorte, con l'ovvio aggravarsi della situazione dell'accoglienza nel nostro Paese. 

In sintesi così cosa otteniamo? Caos e disagi per i migranti e oro regalato ai populismi di ogni genere e natura.

Il tutto mentre sull'altro fronte la Merkel, invece di negare il problema, applica il principio della riduzione del danno:
  • all'esterno si avvantaggia di una fuga in avanti rispetto agli altri Paesi europei aprendo ai migranti, anche oltre quanto richiesto dai trattati, ma riservandosi di scegliere quelli più facilmente integrabili (un conoscente che ha a che fare con l'accoglienza mi confermava mesi fa che tra i tanti con cui aveva avuto a che fare, i Siriani erano tra quelli con scolarità ed estrazione sociale mediamente più elevate, cultura più laica, maggiori frequentazioni con i Paesi occidentali e maggiori percentuali di nuclei familiari -cosa che sentivo ribadire ieri mattina in rassegna stampa alla radio-). Un po' come se ad un buffet scadente fosse stata la prima a rendersi conto che non c'era altro di meglio e, dovendo mangiare, si fosse precipitata a prendersi una fetta grossa della torta migliore.
  • internamente accetta il confronto con chi non vuole l'ingresso nella Heimat teutonica di altri migranti, scegliendo però come interlocutore su quel fronte gli inguardabili neonazisti che hanno messo a ferro e fuoco un centro di accoglienza a Brema, una implicita e facile reductio ad Hitlerum che la mette in condizione di limitare anche nell'immediato i rischi di impopolarità.
 Tra le due politiche, mi pare che sia chiaro quale sia quella che ha qualcosa da imparare...

Ciao

Paolo

2 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

in Italia nel frattempo succede che le bufale che quotidianamente i giornali locali ci propinano siano usate come scusa dai miserabili fascioleghisti per sfogare un po' del loro razzismo di retroguardia.

Ma da noi è normale che i nostalgici di un regime indegno e pernicioso possano fare manifestazioni, vendere calendari del Duce in tutte le edicole, essere invitati in TV (o dal Gran Visir dell'onestà intellettuale), monopolizzare le curve degli stadi.

E il nostro primo ministro non avrà mai il coraggio di definirli "ripugnanti", isolandoli come meritano.

Saluti

T.

PaoloVE ha detto...

@ T.:

con tutta la mia buona volontà l'articolo dello zeit per motivi linguistici va oltre le mie possibilità.

Ma mi fido :-)

Ciao

Paolo