Come rovinare tutto

Buongiorno,

Renato Brunetta
era da un bel po' di tempo che il Ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta non esternava nulla di degno di nota, per cui era da un po' assente da questi schermi, per vostra fortuna.

Purtroppo nei giorni scorsi Brunetta si è espresso e, come di consueto, è riuscito a creare i presupposti perchè una sua analisi almeno in buona parte corretta possa dar luogo a delle iniziative destinate a portare ad un fallimento.

Il ministro ha perfettamente ragione quando sostiene che è aberrante che un cittadino debba chiedere alla PA della documentazione per rigirarla alla PA stessa. Si tratta di un sistema kafkiano, burocratico, inefficace e vagamente vessatorio di affrontare i problemi.


Io, cittadino, non devo essere costretto a chiederti di darmi le informazioni che ti restituirò tali e quali. Tragicomico.

La possibilità di autocertificare rendeva il sistema un po' meno vessatorio, ma ancora più kafkiano, burocratico ed inefficace.

F. Alberoni, il sultano dell'ovvio
Secondo voi, io, che ho notoriamente una fedina penale più lunga dell'elenco telefonico (per limitarmi al solo penale non prescrivibile, ovviamente), quanto sarò intimidito dalla prospettiva di dover autocertificare falsamente di non avere legami con organizzazioni criminali? Chi ha detto 0? Bravissimo! Sei in grado di sostituire Alberoni nella rubrica settimanale "La scoperta dell'acqua tiepida" sul Corriere del lunedì: precipitati in redazione in via Solferino!

Quindi sono d'accordo con il ministro sul fatto che l'opposizione sta prendendo un granchio nell'innalzare le barricate davanti alla sua proposta nel nome della legalità: credo che il certificato antimafia serva a poco, inaridito com'è dalla possibilità di autocertificare, e credo che le attuali modalità di trasmissione lo rendano vessatorio ed inattendibile (difficilmente una Procura fornirà al Comune che lo richiede un certificato falso, ma in alcuni casi l'interessato potrebbe farlo. Per cui escludere l'interessato dal flusso informativo sarebbe un vantaggio per gli onesti e per gli enti pubblici, a tutto svantaggio dei mafiosi.

Il ministro Brunetta sembra essersi finalmente reso conto di un grosso problema della PA: la burocrazia inutile. Gli sono bastati tre anni da ministro per rendersi conto di una cosa già evidente a chiunque altro. Quello di cui non si è reso conto sono due problemini connessi di importanza non secondaria.

Il primo è individuare quale sia la burocrazia veramente inutile, perchè vi sono certificati e certificati.

Ad esempio per esperienza personale nelle gare pubbliche le referenze ed i certificati penali non pregiudicano alcunchè (mentre non è così nei concorsi) (1). Quindi, perchè richiederli?

Altri certificati invece servono: in questo campo, visto che l'ha citato proprio il ministro, segnalerei il DURC, che permette di anteporre agli interessi dell'imprenditore i suoi doveri verso i suoi dipendenti. (2)

Le informazioni in essi contenute dovrebbero essere accessibili agli interessati e per questo sarebbe auspicabile che i database dei vari settori della PA fossero il più possibile facilmente consultabili ed integrati tra loro, in modo da poter effettivamete consultati d'ufficio.

Il calderone di Brunetta :-)
Ma non mi risulta che il Ministro abbia nè distinto casi diversi, cacciando invece con la sua caratteristica faciloneria tutto nello stesso calderone (è probabilmente lo stesso calderone in cui ha inutilmente cacciato dentro insieme fannuloni e non), nè che sinora abbia operato per gettare i presupposti per la condivisione delle informazioni in ambito pubblico.

Aanzi, con i reiterati blocchi delle assunzioni ha contribuito a creare una classe di burocrati vecchia e che ha conseguentemente una scarsa confidenza con gli strumenti informatici che faciliterebbero una tale soluzione, mentre la tanto vantata rivoluzione informatica della PA si è esaurita in poche iniziative: le faccine per segnalare il grado di soddisfazione dell'utenza ed i certificati medici, cose funzionali alle campagne di propaganda mediatica condotta dal ministro contro i dipendenti pubblici, fannulloni o meno, campagne che ai cittadini non hanno portato alcun significativo beneficio (correggetemi se sbaglio, ne sarei molto felice) e sicuramente non funzionali al raggiungimento degli obiettivi che oggi dichiara di porsi.

Ben diversamente si era comportato il governo precedente, che, per esempio, con approccio meno rumoroso ma molto più concreto, aveva iniziato la sperimentazione del SI.CE.ANT., sistema sperimentale predisposto per snellire le procedure e per permettere la richiesta del certificato antimafia in via informatica agli interessati. 

Rozzo?!? a chi?
Ancora una volta il ministro Brunetta avrebbe dovuto effettuare una analisi un po' meno rozza di quelle cui è aduso e, invece di sbandierare annunci che stavolta sono stati contestati anche dai suoi alleati, avrebbe fatto meglio a predisporre il necessario per effettuare le riforme. Con tre anni di ritardo, ma meglio tardi che mai.

E avrebbe fatto bene a non attaccare frontalmente un totem come il certificato antimafia, che qualsiasi politico di second'ordine avrebbe capito avere un forte valore simbolico, benchè sia probabilmente poco utile all'atto pratico.

A meno che, ancora una volta, per Brunetta non si tratti unicamente di uno spot. Che sia iniziata la nuova campagna elettorale? Il sospetto è fortissimo, visto che sarebbe stato possibile e nel concreto molto più utile annunciare, ove fosse stato fatto, di aver potenziato un sistema già esistente come quello citato. Ma sarebbe stato necessario rinunciare ad un bel po' di clamore mediatico. Meglio far proclami e rumore.

Ciao

Paolo

Annunciaziò! Annunciaziò!

(1) Come esempi spero possano bastare i due seguenti (del primo ho avuto esperienza diretta, del secondo solo riferita da persona degna di fede):

Gli enti pubblici sono costretti (da giurisprudenza) ad accettare come valida la referenza relativa al servizio svolto sino all'interruzione dello stesso avvenuta per reiterate gravi inadempienze. Come dire che se dopo sei mesi dall'inizio del servizio ti caccio a pedate perchè non facevi quello che dovevi, quei sei mesi sono una referenza che puoi esibire positivamente. Direi che questo basta ad inficiare il meccanismo delle referenze e conseguentemente la sua utilità.

Gli enti pubblici inoltre non possono escludere da una gara una ditta il cui titolare possa vantare sul suo certificato penale un tentato matricidio conseguenza di una lite generata da un mancato accordo su come organizzare una turbativa d'asta ai danni della PA. Forse al massimo potrebbe escludere Hitler da una gara volta a garantire una tutela agli orfani ebrei. Forse. Quindi direi che anche il certificato penale può stare dov'è.

(2) Il Documento Unico di Regolarità contributiva serve nella pratica per permettere agli enti previdenziali di rivalersi sul fatturato di eventuali ammanchi nei contributi. Se non sei a posto con i contributi non permetto il pagamento delle tue fatture e posso addirittura rivalermi su queste.

15 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

Brunetta ha una credibilità nulla.

In tre anni ha saputo fare solo una cosa: rendersi odioso ai dipendenti statali e a altre decine di categorie con dichiarazioni provocatorie atte a dimostrare l'unica verità in cui crede: Brunetta è il migliore, ma non solo. Tutti gli altri sono delle schifezze al suo confronto.

Anche questa volta assistiamo ad annunci a effetto e dietro al fumo non ci sarà nessun arrosto.

Tutte le osservazioni del post sono interessanti, ma riguardano il problema reale. Di quello Brunetta se ne strafrega.

Saluti

T.

B ha detto...

Due chiose:
1. Alberoni è passato dal Corriere al Giornale in questi giorni. In effetti la carta da pesce si attaglia maggiormente alla qualità di quello che scrive.
2. Ti segnalo una cosa divertente a proposito del DURC: noi siamo tre soci, e non ababiamo dipendenti. Non siamo tenuti per legge a depositare il DURC, e siccome lavoriamo con Enti Pubblici questo li mette in difficoltà perchè non hanno previsto una simile eventualità, nè dal punto di vista della possibilità di fornire un documento 'vuoto' (e questo ha senso) nè da quello dell'amministrazione richiedente, che dovrebbe contemplare casi come il nostro.
Questo la dice lunga sulla capacità organizzativa e l'elasticità dell PA.
Spesso non solo l'amministrazione è fatta di personale anziano e fuori dalle dinamiche di crescita informatica esplose negli ultimi anni, ma anzi tende a rifiutarle e a ostracizzare chi vorrebbe fruirne, probabilmente per la consapevolezza di non poter stare al passo e la pigrizia di non volerci nemmeno provare.
Non parliamo poi delle reazioni al limite dell'isteria quando sul monitor compare un messaggio in inglese...

PaoloVE ha detto...

@ B:

in realtà il motivo del rifiuto delle tecnologie informatiche è duplice: da un lato esiste il fattore prevalente che segnali (personale anziano e non aggiornato), dall'altra molti fornitori riescono ad essere più arretrati della PA e rifiutano l'uso esclusivo degli strumenti informatici.

Per ridicolo che possa sembrare è frequentissimo che la PA si senta richiedere la copia cartacea della documentazione relativa ad un appalto, in aggiunta a quella informatica. E' un motivo per cui molte amministrazione la forniscono a pagamento (venendo tacciate di vessazione).

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

@B

non credo che il rifiuto delle novità tecnologiche e la scarsa conoscenza dell'inglese siano un problema solo della PA.

Qui in veneto ci sono folle di piccoli imprenditori che parlano in italiano a fatica e hanno bisogno di qualcuno per poter comunicare con gli stranieri.

Il problema è il solito. Poco stimolo è stato dato in passato e ora si pagano le conseguenze. Nella PA come altrove.

Saluti

B ha detto...

E' certamente vero che le carenze non sono appannaggio esclusivo della PA, ma aggiungerei un paio di osservazioni:
1. se il piccolo imprenditore di TV non parla inglese (e non si tutela trovando qualcuno che ne mastichi) e per questo i suoi affari vanno male, entro un certo limite sono solo affari suoi
2. la PA è affare di tutti, o almeno di tutti quelli che pagano le tasse, soprattutto considerato che, per male che lavorino, non possono chiudere e prenderanno comunque sempre lo stesso stipendio a fine mese.
Questo è un altro punto dolente: si cerca il quieto vivere e non si premia la competitività interna, se ma ce ne fosse. L'idea è: arriviamo nel modo meno faticoso alla fine del mese.
Anche i premi di produttività che vengono istituiti tramite degli obiettivi sono spesso specchietti per le allodole: anni fa feci un programma, per un grossa amministrazione in Lombardia, allo scopo unico di permettere a chi me l'aveva commissionato di rivendicare il raggiungimento dell'obiettivo e intascare il premio. Il software venne usato per circa un mese, sempre per lo stesso motivo. Il dirigente era così ottuso e/o disinteressato che la cosa non suscitò nessun malumore.
Del resto sono soldi di nessuno, no?

F®Ømß°£ ha detto...

@B

concordo in linea di massima con quanto dici.

Quando però la classe imprenditoriale, composta anche da bifolchi assoluti impone scelte alla collettività che vanno contro il bene della collettività stessa, l'ignoranza e la non meritocrazia del settore privato possono diventare un problema non solo loro.

Ciò che intendo dire è che l'accanimento sulla pur non efficiente PA rischia spesso di tralasciare il problema più generale.

Ciao

T.

PaoloVE ha detto...

@ B:

mi pare che un po' di luoghi comuni abbiano fatto presa su di te. I fenomeni di cui parli esistono, ma, per mia esperienza (limitata e pertanto fallace) mi paiono meno diffusi di quanto si pensi.

Quando ho spiegato perchè secondo me alcune certificazioni sono inutili ho mostrato come vi siano leggi (e chi le fa applicare) che portano ingiustamente a tutelare chi non se lo merita.

Se domani il comune di Roccacannuccia rifiutasse di fornire su carta le planimetrie dell'edificio di cui sta appaltando il restauro all'imprenditore geom. Troglo Dito, domani questi ricorrerebbe e vincerebbe, in nome di un malinteso diritto ad accedere alla possibilità di concorrere alla gara da tenere il più possibile aperto a tutti. Anche a chi non ne ha nella pratica i titoli.

Lasciarlo partecipare può non essere (e spessissimo non è, anche se all'esterno ciò non è percepito) il modo più semplice di tirare lo stipendio alla fine del mese, ma il modo per evitare che le procedure si blocchino per un inevitabile ricorso e per evitare di sprecare in costi legali (per di più soccombendo) i soldi dei contribuenti.

Ciao

Paolo

B ha detto...

Paolo, lavoro da 15 anni solo con PA locale; mio padre, che ha lavorato a sua volta inizialmente nella PA, fa il mio stesso mestiere da quasi 30 anni. Se permetti, più che di luoghi comuni nel mio caso parlerei di concreti avvenimenti vissuti in prima persona o per tramite di un familiare, quotidianamente.
A titolo di esempio vorrei citarti il commento di una laboriosissima lombarda purosangue (concittadina di Tremonti) a proposito del nostro lavoro: quando ha saputo che operiamo in tre, strabuzzando gli occhi, si è stupita che non fossimo almeno il triplo della quantità dichiarata.
Ora, io non faccio notte in ufficio: penso di essere un lavoratore di medie capacità e che si impegna quanto basta per ben figurare. Nonostante questo, a quasi tutti i nostri clienti il nostro lavoro sembra titanico. Da cosa dipenderà?

Quando Tremotino dice che i dipendenti pubblici sono tutti dei fannulloni, dice ovviamente un'enorme ca..ata, cercando consenso a basso costo presso alcuni settori dell'elettorato. Ciononostante è innegabile che in relazione alla mole e all'efficienza potenziale della macchina della PA il risultato sia spesso scarso, i tempi biblici, l'interesse dell'impiegato o del dirigente per il proprio lavoro tendente allo zero e l'impegno spesso inesistente. Chi si impegna viene spesso frustrato tramite un meccanismo interno che porta a bollare come 'male' qualsiasi tentativo di cambiamento e miglioramento della produttività, all'insegna del 'chi me lo fa fare, che ci guadagno?'. Una prova incredibilmente evidente di questo sta nell'abitudine sempre più diffusa di dare in services alcuni aspetti dell'amministrazione interna, come gli stipendi: se la PA aveva assunto una persona per seguire gli stipendi e poi dà il servizio in gestione all'esterno (aumentando quindi i costi, perchè mica manda via la persona che non fa più il lavoro per cui è stata assunta, e certamente non la paga meno) è un luogo comune osservare che la capacità e la voglia di lavorare difficilmente albergano nelle strutture pubbliche?

Detto tutto questo, probabilmente stiamo parlando di cose differenti: io mi riferisco, tra l'altro, alla resistenza all'innovazione negli Enti Pubblici. Fornire (e richiedere) carta li rende gioiosi: spesso ho la richiesta di creare stampe in luogo di ricerche a video (poi esportabili in Excel e quindi stampabili) perchè la carta crea nel dipendente pubblico, spesso lavorativamente anziano, quella sensazione di confortevole abitudine che non può percepire nel contatto con il mouse.
Non ho dubbi che il comune di Roccacannuccia non abbia problemi a fornire a chicchessia della carta (tanto il bando di gara si aggiusta, se vuoi far vincere qualcuno, e poi auguri se decidi di andare per tribunali: forse i tuoi nipoti leggeranno la sentenza!); quello di cui dubito è che il comune di Roccacannnuccia sia in grado e manifesti la volontà di scambiare documentazione non cartacea (risparmiando tempo, soldi pubblici e fornendo un servizio più efficiace) con il vicino comune di Pino sulla sponda del lago Maggiore. E questo non perchè ho dei pregiudizi, ma perchè sono 15 anni che vedo accadere le stesse cose ogni santo giorno.

PaoloVE ha detto...

@B:

non posso vantare parenti con la stessa esperienza, ma anch'io lavoro con la PA da 15 anni, in realtà diverse e con ruoli e compiti diversi.
E la mia esperienza è evidentemente un po' diversa.

"se la PA aveva assunto una persona per seguire gli stipendi e poi dà il servizio in gestione all'esterno (aumentando quindi i costi, perchè mica manda via la persona che non fa più il lavoro per cui è stata assunta, e certamente non la paga meno) è un luogo comune osservare che la capacità e la voglia di lavorare difficilmente albergano nelle strutture pubbliche?"

A questa mi permetto di rispondere che ho l'impressione che spesso ciò avvenga perchè qualcuno nella dirigenza dell'ente ha interesse a foraggiare qualche ditta, prescindendo da opportunità e convenienza.

Avevo già descritto il percorso tipico qui:
http://acutocomeunapalla.blogspot.com/2011/06/felici-granelli-di-sabbia.html

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

Al di là della diatriba sui dipendenti pubblici più o meno fannulloni, ciò che conta è che in tre anni i risultati di Brunetta non ci sono stati e che quell'individuo è controproducente nella posizione che occupa.

Brunetta a casa con tutta la combriccola!

T.

B ha detto...

@Paolo: si vede che i tuoi dipendenti sono un po' più in gamba dei miei: lo dico senza sarcasmo. Riguardo la tua osservazione, può essere vera. Può essere anche che l'incompetenza circa alcune materie delicate porti a fare questa scelta come via di fuga da situazioni gravose; può essere anche che il dipendente si lamenti tanto della difficoltà della materia e proponga lui questa possibile soluzione. Di sicuro quando ho sperimentato queste situazioni (tra gli altri, noi produciamo anche software per la gestione delle paghe) non ho mai visto dipendenti strapparsi i capelli perchè veniva loro sottratto un compito...

@Tommaso: è chiaro che Brunetta è un incapace. Ma del resto, in una compagine di governo come quella a cui appartiene, le sue incapacità passano in secondo piano rispetto alle imprese del suo capo o dei suoi colleghi più dotati (chi ha detto Scajola?).

Pale ha detto...

Io non ho niente a che fare con la PA, ma un paio di ideee da 2 centesimi me le sono fatte al riguardo dell'informatizzazione:

1) L'informatizzazione della PA e' un business incredibile che sostiene un sacco di piccole aziende italiane.
2) Queste aziende talvolta vengono commissionate con metodi non trasparenti dove a trarne beneficio non e' sempre la PA nel medio-lungo termine.
3) L'informatizzazione e' inutile se si hanno dei lavoratori analfabeti da un punto di vista informatico. Da notare che il livello di alfabetizzazione minimo potrebbe essere mandare delle emails...
4) L'informatizazzione e' dannosa in una cultura clientelare. Pensate ad un sistema informatico per una gara di appalto o per l'assegnazione di un posto di lavoro. Per "modificare" le procedure bisognerebbe cambiare il software. Nel formato cartaceo, invece, basta spostare un curriculum all'inizio della pila di cv ricevuti o all'ultimo per definire quanto e' buona o cattiva una candidatura.
Tempo fa parlai con una persona che lavora in uno dei ministeri nella parte di sicurezza informatica. Quello che mi diceva e' che il problema piu' grande e' che se tutti usassero procedure informatiche (e quindi piu' trasparenti) il sistema clientelare ne soffrirebbe... e questo non e' di grande interesse per certe persone.

PaoloVE ha detto...

@ B:

non che i dipendenti pubblici siano i migliori possibili, anzi, ma credo che nemmeno nel privato ne troverai molti che si strappino i capelli perchè viene loro sottratto un compito...

:-)

Ciao

Paolo

B ha detto...

@Paolo: è vero, però se uno non è uno stupido capisce che è meglio essere impegnato (entro certi limiti) che non esserlo; in questo modo si afferma la propria importanza all'interno dell'azienda e, a meno che il compito non passi ad un collega, l'azienda lavora di più e, salvo alcune situazioni, fattura di più e quindi è più forte.
Oppure il padrone svuota la cassa e scappa ad Antigua nel condom inio - lo spazio è voluto - costruito da Berlusconi ;)

PaoloVE ha detto...

@ B:

non erano festini! erano affollatissime riunioni condom iniali! ti confesso che avevo pensato male...

Ciao

Paolo