Art. 595 del codice penale

Buongiorno,

la citazione del titolo è quella dell'articolo relativo al reato di diffamazione, quello che rischia di condannare Alessandro Sallusti a quattordici mesi di galera, quello che in molti chiedono di modificare con un decreto urgente proprio per impedire che ciò avvenga, appellandosi alla libertà di opinione e di informazione.

Pur detestando Sallusti ed il suo modo di fare giornalismo (cosa che mi ha fatto dubitare dell'opportunità del post) non mi piace l'idea che una persona possa andare in galera per le sue idee, anche se non mi sento di ficcarmi idealmente tra gli apparteneti della improbabile schiera (da Feltri a Travaglio passando per Facci) che si è erta a sua difesa, perchè non mi pare questo il caso.

Da quanto capisco Sallusti viene condannato, correggetemi se sbaglio, per aver pubblicato un articolo probabilmente non suo (era firmato con uno pseudonimo) in cui si sostiene che un magistrato dovrebbe essere condannato a morte per aver autorizzato / obbligato una tredicenne ad abortire provocandole per di più dei danni psicologici, senza che ciò fosse vero.

Il che è un bel po' lesivo della reputazione del magistrato, se ci pensate e, no, non ha nulla a che vedere con il diritto d'opinione.

Sallusti, sempre da quanto capisco, rischia di andare in galera perchè, già precedentemente condannato per motivi analoghi ed avendo deciso di sbattersene altamente del processo, non può più beneficiare dei vantaggi della condizionale che si applicherebbero a chi non abbia precedenti, tecnicismi legali sommariamente spiegati da un Filippo Facci che invece si dimentica molto abilmente di circostanziare bene i motivi della condanna.

Google images: Casta
Magari avranno ragione i difensori di Salluti, ma ho l'impressione di riconoscere una difesa di casta, visto che, per di più, nessuno ha messo in discussione il reato di diffamazione in sè quando non si applica ad un giornalista. 

E, onestamente, sacrificare la tutela della reputazione di tutti noi davanti ad una persona che ha fondato una intera carriera sulla scelta deliberata di un giornalismo urlato ed offensivo quando non falso e tendenzioso al punto di essere definito spesso "manganello mediatico" mi pare un vero spreco. 

Credo che nessuno si meravigli del fatto che questo stia succedendo a uno tra Feltri, Belpietro e, per l'appunto, Sallusti (quelli che secondo me sono i tre alfieri del giornalismo più feroce in questo senso -potrei aggiungerci un Travaglio-) e non ad altri. Non mi meraviglia quindi vedere chi c'è in prima fila tra i difensori...

Il perchè della condanna c'è, ed è il perchè più banale: nessuno si stupisce delle conseguenze prevedibili. Chi semina vento raccoglie tempesta.

Per usare le parole da lui utilizzate in un caso che si prospettava come ben più tragico credo che in questo caso di Sallusti si possa dire che: "è uno che mette in pratica cose cretine ed illegali. Se l’è cercata e l’ha trovata, nel caso c’è pure l’aggravante dell’età, ..., che rende il tutto oltre che tragico pure patetico"..."Altro che eroe, solo un cretinetti". Parole che trovo in entrambe i casi molto contestabili nella forma, ma poco nella sostanza.

 Ciao

Paolo

2 commenti:

B ha detto...

Molto centrato.
Ci sarebbe anche da aggiungere che spesso, a fronte di calunnie a mezzo stampa fatte in prima pagine ad otto colonne, le testate sono condannate a lievi multe pecuniarie e a rettifiche a pagina 18, vicino ai necrologi.

Ad ogni modo, dura lex, sed lex.
A me non sembra ci sia nulla da aggiungere, visto che la difesa di Sallusti si basa su fatti che non gli vengono contestati: nessuno ha cercato di ledere la sua libertà di espressione (per quanto l'incitamento al linciaggio non dovrebbe rientrare in questa categoria, a mio modo di vedere).

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

è in effetti senza senso che si possa finire in galera per una cosa così.

Sono però da sottolineare due cose:

1) l'articolo diceva cose false.

2) Sallusti se ne è fregato del processo.

Da 1) deve seguire una pesante condanna per un giornalista: non la galera ovvviamente, ma possibilmente qualcosa che impedisca a certi figuri di scrivere sui giornali. Davvero, non come Betulla.

Da 2) segue che un pochino il direttore de Il Giornale (o di Libero, si fa sempre fatica a distinguere nell'abisso) se l'è cercata, quindi le difese dei suoi simili (e Travaglio non va escluso solo perché si è collocato per comodo a sinistra) sono debolucce.

Nella speranza di vedere Sallusti a fare un lavoro che gli consenta di realizzare se stesso senza infastidire e calunniare il prossimo, saluti.

Tommaso