PD e Renzi: il doposbornia

Buongiorno,
 
dopo il previsto trionfo di Matteo Renzi alle Primarie come segretario del PD, si impongono, secondo me, alcune considerazioni ed alcuni cambiamenti nell'approccio con cui guardare al Partito Democratico ed al suo nuovo segretario.

Sinora Renzi è stato giudicato sostanzialmente sulla base delle sue dichiarazioni, delle sue promesse e di una storia che poco diceva relativamente al ruolo che si proponeva di rivestire. Ognuno poteva ritenerle legittimamente coerenti, credibili ed adeguate (oppure contraddittorie, mirabolanti ed inconsistenti), dato che la differenza di ruolo tra essere sindaco di una importante città ed essere segretario del principale partito di governo era talmente grande da non poter giustificare alcuna correlazione tra quanto Renzi aveva fatto e stava facendo (nel bene e nel male) e quello che farà.

Da questo momento il metro con cui si giudicherà Renzi deve progressivamente cambiare da quello che è stata la sua storia passata e l'insieme delle promesse a quello che farà da oggi in poi come segretario. L'enorme massa di voti che ha portato a casa, nonchè l'appoggio di così ampia parte dell'apparato del partito (1) lo mettono in condizione di poter manovrare nelle esatte condizioni che lui stesso ha scelto, sia nel partito che in termini di influenza sul governo. 

Da oggi quindi le polemiche passate devono andare in soffitta, per lasciar posto alle valutazioni di merito sulle iniziative che Renzi prenderà nel PD e, attraverso questo, nel governo: non si tratta più di avere o meno fiducia in lui, ma di dare un voto al suo operato.

Chi adesso esprime grandi entusiasmi o, al contrario, chi teme la rovina del partito sta sbagliando. Politicamente per Renzi la partita inizia ora e contano solo i gol che farà: è inutile continuare a berciare sui metodi d'allenamento e sulle amichevoli estive.

Credo invece che, per quanto riguarda il PD, alcune considerazioni che ho sentito fare siano invece molto avventate, a partire da quelle sulla straordinaria partecipazione al voto e sulla larghissima vittoria ottenuta da Renzi, considerate da tutti  forte segnale di vitalità e coesione del partito.

Il che secondo me è un errore, dato che i numeri (2.900.000 elettori e poco meno del 68% per Renzi) non sono significativamente diversi da quelli ottenuti nelle precedenti Primarie, cui parteciparono oltre 3.100.000 elettori al primo turno ed oltre 2.800.000 al secondo, e dove Bersani, in presenza di un avversario motivato e sostenuto dai media, ottenne oltre il 61% dei voti. E sappiamo come sono andati a finire sia il PD che Bersani nella successiva tornata elettorale.

Ma non è questo l'unico elemento di riflessione che si impone davanti a tanta pretesa coesione sul nuovo vincitore, perchè, benchè di certo non fossero bersaniani e quindi probabilmente almeno in parte fedeli al nuovo segretario, nel partito in ruoli importanti ci sono ancora sicuramente più di cento personaggi che hanno dimostrato di non farsi scrupolo alcuno a fottersene di quanto gli elettori avevano indicato loro di fare per coltivare occulti interessi di parte se non personali. E non è detto che parte di questi non possano trovare utile silurare Renzi alla stessa maniera, domani.

Che è il motivo principe per cui non ho votato alle primarie: il problema è la credibilità del partito, prima di quella dei candidati (tra i quali a Civati avrei potuto dare il mio voto).

Ciao

Paolo

(1) Il fatto che l'Apparato del PD abbia scelto di opporre a Renzi una onesta riserva delle riserve come è Cuperlo dice chiaramente che non aveva alcuna intenzione di contrastare Renzi.

4 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

La prima parte del post è del tutto condivisibile. Per quanto su Renzi si possano avere dubbi, egli andrà ora giudicato per ciò che riuscirà a fare, ammesso che gli sia permesso.

Credo che la partecipazione di quasi tre milioni di persone sia vista come un segnale positivo viste le premesse. Dopo la non-vittoria, dopo i 101, dopo le larghe intese, era lecitissimo aspettarsi un crollo nella partecipazione. Che non c'è stato. Se si vede questo come un qualche segnale di una possibile vittoria elettorale, si sbaglia, come ben scrivi, ma dal punto di vista della vitalità del partito, era inatteso ed è una ottima cosa.

Dal momento che, viste le alternative, sempre più bestiali, dei miliardari urlanti, il PD resta l'unica scelta per chi non voglia rinunciare alla democrazia, ho trovato giusto votare alle primarie, scegliendo, come spesso accade, il meno peggio.

Va anche detto che, votare a queste primarie, è servito anche a dare un segnale che ancora c'è qualcuno che crede che alla democrazia non ci siano facili alternative. Cosa che, visti i chiari di Luna, mi pare sempre più importante.

Spero davvero che Renzi possa fare lo scatto in avanti che promette.

Saluti

Tommaso

PS: Mi sento di augurare un piccolo e fastidioso contrattempo a tutti coloro che se ne escono con il copia-incolla "Ci sono tre milioni di stronzi che danno due euro al PD". Che ne so, gli auguro di bucare una gomma, di rompere un tacco, pestare una merda prima di un colloquio di lavoro, cose così. Davvero e con tutto il cuore.

PaoloVE ha detto...

@ T.:

"Credo che la partecipazione di quasi tre milioni di persone sia vista come un segnale positivo viste le premesse. Dopo la non-vittoria, dopo i 101, dopo le larghe intese, era lecitissimo aspettarsi un crollo nella partecipazione."

Dal mio punto di vista l'effetto dovrebbe essere confrontabile con quello dei veleni, delle polemiche e degli insulti che hanno caratterizzato la campagna elettorale per le primarie precedenti, ma forse sbaglio.

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

@Paolo,

puoi spiegare meglio? non mi è chiaro :-(

T.

PaoloVE ha detto...

@T:

alle predenti primarie ero talmente disgustato dalle polemiche interne su qualsiasi cosa e dagli insulti che in più occasioni ho pensato di non partecipare.

Ma forse il clima da rissa invita alle urne e sono io il caso strano...

Ciao

Paolo