Stamina: perplessità incrociate

Buongiorno,

oggi, in attesa di schiarirmi le idee circa la sentenza di incostituzionalità del Porcellum e stimolato invece dalla notizia che il TAR ha mandato all'aria la commissione che aveva sospeso la sperimentazione del protocollo (riaprendo forse in questo modo il percorso di sperimentazione), non trovo di meglio che rischiare le corna dichiarando un paio di perplessità su di un tema dal quale mi ero tenuto sinora cautamente alla larga per manifesta, conclamata e totale incompetenza: il metodo Stamina di cui ciancio nel titolo.

Devo fare alcune premesse:
  1. davanti a metodi "miracolosi" la mia posizione è quella di uno scettico, che si rende conto di come la debolezza di chi non trova una risposta nella medicina ufficiale (e spesso anche la speranza di qualcuno in buona fede di potergliela dare) sia la peggiore base sulla quale poter valutare l'efficacia di una terapia
  2. tale posizione è rafforzata da troppi precedenti, sui quali molto spesso si sono buttate persone di pochi scrupoli in cerca di scoop o di un passaggio in video (ricordate la cura Di Bella? ricordate come sia stato di moda presso certi esponenti politici e personaggi che sarebbero poi clamorosamente entrati in politica appoggiarla?)
  3. il metodo Stamina ha molte caratteristiche tipiche della cura miracolosa: la sua aspecificità, l'applicazione a malattie rare e fatali o gravemente invalidanti, l'esser portata avanti da una figura carismatica e rappresentata come un paladino degli oppressi, il fatto che nasca in un Paese "esotico", ...
  4. anche le sperimentazioni comportano dei rischi per chi vi si sottopone ed hanno un costo, il che significa che sottraggono pertanto risorse ad altre sperimentazioni o terapie, ragion per cui anche alle sperimentazioni bisogna dare una priorità anche in base alla probabilità di ottenere un buon risultato. Sperimentare un metodo insulso invece di un metodo più verosimilmente efficace significa esporre pazienti al rischio di non poter essere curati al meglio.
Sono perciò personalmente disposto piuttosto negativamente rispetto al metodo in questione (1).

Lo sono ancor di più davanti a situazioni in cui è l'autorità giudiziaria ad imporre un trattamento di efficacia non dimostrata (non è il caso della sentenza del TAR che cito, ma nella travagliata vicenda di Stamina si è verificato spesso anche questo), sulla base di una competenza medica che evidentemente non può avere nemmeno attraverso eventuali consulenti / periti.

Sono rimasto però anche molto perplesso quando la commissione preposta ha imposto al metodo Stamina di sottostare ai protocolli sperimentali tipici del farmaco: trattandosi di un metodo che utilizza staminali (cellule quindi, non molecole) mi appaiono scarsamente adeguati. Azzardando, mi verrebbe da dire che sarebbero forse più adeguati protocolli affini a quelli previsti per i trapianti.

Ciao

Paolo

(1) Capiamoci: il fatto che io sia scettico su Stamina (come lo ero sul cosiddetto metodo Di Bella) non significa che io sia negativo per partito preso nei confronti di qualsiasi protocollo in qualche modo "rivoluzionario": tempo fa avevo letto qualcosa sul trattamento che il Prof. Zamboni proponeva per i sintomi della sclerosi multipla che, benchè recentemente pesantemente ridimensionato, mi pareva sostenibile in maniera ben più solida e meno fumosa di questi (per dire: partiva dall'osservazione casuale della improbabilissima regressione dei sintomi di una specifica malattia in più soggetti sottoposti ad un determinato trattamento, ipotizzava una correlazione tra trattamento e regresso, proponeva una spiegazione di natura organica, chiedeva una sperimentazione vasta e multicentrica...)

3 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

1) L'attenzione mediatica viene da un programma TV specializzato nella generazione di indignazione un tanto al chilo.
2) C'è sempre stato un rifiuto a rendere pubblico il metodo, così come a fornire i dati richiesti per valutare i criteri di scientificità.
3) Vannoni è un laureato in lettere.

Tre indizi fanno una prova? Il sospetto che siamo al Di Bella 2.0 è molto forte.

Aggiungiamo che, per quanto ho potuto leggere, non si trova qualcuno che sostenga la cura su basi scientifiche. Come potrebbe se il metodo non è noto?

Osservo infine come il TAR del Lazio sia il potere più forte d'Italia, a giudicare dagli effetti dei suoi interventi su decisione prese a qualsiasi livello.

Saluti

Tommaso

PS: segnalo http://goo.gl/EYdFbM e soprattutto http://goo.gl/HJbOFE

PaoloVE ha detto...

@ T.:

alcune letture che (non da solo) dai sono un po' strumentali:

Che Vannoni non abbia nulla a che fare con la medicina è lui stesso a precisarlo in maniera ossessiva.

E' come constatare che il direttore generale di un ospedale non è un medico: capita spesso.

Ma tra i sostenitori (credo sia socio nella fondazione) c'è anche il responsabile del dipartimento trapianto dell'ospedale pediatrico burlo garofalo di Trieste.

E spero che costui abbia un approccio minimamente scietifico...

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

@Paolo

Trovo come minimo irrilevante che Vannoni sottolinei il suo essere estraneo alla medicina, ci mancherebbe altro. Peraltro chiamano "metodo Vannoni" una cura, credo di potermi aspettare qualcuno che sia un medico o uno scienziato.

Osservo anche che siamo in un Paese in cui la scienza è sconosciuta e in larga parte malvista, con il consueto contributo di media affollati dagli ultimi della classe orgogliosi della loro totale ignoranza e dei denari che hanno ingiustamente lucrato.

Tenendo conto di questo la rivendicazione di Vannoni di non essere uno scienziato potrebbe anche essere funzionale a guadagnare punti tra un'umanità che si beve qualsiasi bufala propalata dalle Iene o dalla mitica rete.

Detto questo, non ho difficoltà ad ammettere di essere profondamente prevenuto nei confronti di uno con l'aspetto e le qualifiche di Vannoni. E credo condividerai che non è questo il punto.

Non avendo possibilità di conoscenza diretta su materie che non conosco, mi devo fidare di quanto riesco a reperire e l'articolo de Le Scienze che ho linkato, mi pare piuttosto esauriente. Parla anche della possibilità di considerare trapianti queste cure. Offre anche qualche spunto sul tema del mercato di queste cure, e sulle disavventure di Stamina con i brevetti.

Saluti

Tommaso