Equivoco a mezzo stampa

Buongiorno,

la proposta di riforma elettorale trattata tra Berlusconi e Renzi ha portato come conseguenza immediata la polemica sul "rischio" che la Lega Nord possa essere esclusa dal Parlamento in conseguenza ai livelli delle soglie attualmente previsti o, in alternativa, all'ipotesi di un codicillo che permetta a partiti che hanno una valenza politica locale di aggirare tali vincoli.

Chiunque mi conosca sa che, avendone seguito la storia sin dalla nascita, non provo la benchè minima simpatia per la Lega, tutt'altro. Ciononostante ritengo che la legge elettorale in discussione non sia adeguata proprio nei punti che porterebbero la Lega a rischio di esclusione, e ritengo che questo argomento sia prevalente: preferisco rischiare di avere la Lega in Parlamento piuttosto che arrivare ad escluderla attraverso una cattiva legge elettorale. 

Perchè una cattiva legge elettorale potrà portare ad escludere anche rappresentanze politiche più degne allo stesso modo in cui ha escluso la Lega: insomma, non è proprio il caso di ragionare (come invece mi pare si stia facendo) ad uso e consumo di una parte. 

Non in uno Stato di diritto, non in democrazia.

Malgrado ciò devo segnalare come l'argomento più forte sinora portato a dimostrazione dell'inadeguatezza di quel dispositivo sia in realtà un deliberato e fallace equivoco: la frase che in queste ore recita in maniera martellante che "Non si può escludere il partito alla guida delle tre Regioni italiane più produttive", come se questo titolo fosse la certificazione di una rappresentatività che rimane invece ampiamente da dimostrare, enuncia come certezza una duplice bugia.


 Il che ridimensiona fortemente l'aspetto quantitativo dell'affermazione, anche se non quello qualitativo.

Ed anche la nemmeno tanto velata minaccia insita nella pretesa che si tratti delle tre regioni più produttive d'Italia, altrettanto facilmente assecondata dai media da quanto sentivo nella rassegna stampa ieri mattina, è altrettanto o ancor più strumentalmente fallace. Perchè se è vero che la regione italiana avente il PIL più elevato è la Lombardia e la segue il Veneto, poi vengono Emilia Romagna e Lazio, mentre il Piemonte, che un tempo era potentissimo, è mestamente solo quinto

E, poichè Emila Romagna e Lazio non sono Regioni esattamente verdi, anche questa minaccia appare un po' spuntata.

Ciao

Paolo

(1) Mi direte che in Lombardia c'è anche -e forte- il listino di Maroni: vero, ma non è la Lega, non mi pare sia composto solo di leghisti e, soprattutto, se per vincere le elezioni si ricorre a tecnicismi come listini personali e liste civetta per accrescere il peso della propria coalizione, non si può poi invocare la legittimazione del voto popolare.

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