Buongiorno,
quando avevo sentito come veniva presentata la proposta di riforma della P.A. che Matteo Renzi ha dettagliato nei giorni scorsi, e che era stata descritta fondamentalmente come basata fondamentalmente sulla licenziabilità dei dirigenti e sul collegamento di una parte della retribuzione ed i risultati, mi ero preparato ad esercitare una massiccia dose di amaro sarcasmo.
Quello che era stato infatti molto superficialmente detto sembrava configurare una falsa riforma, in quanto i dipendenti pubblici sono già licenziabili (dirigenti compresi), e anche licenziati, seppur non frequentemente (1) e una parte della loro retribuzione è già legata al conseguimento dei risultati (i più scettici possono andare da un loro conoscente e verificare diretttamente in busta paga: è la voce descritta come "Retribuzione Risultato". Esite da una ventina d'anni almeno).
Mi preparavo quindi ad esaltare sarcasticamente Renzi per essere riuscito a realizzare la riforma della P.A. addirittura prima di averla sottoposta alle Camere e addirittura retroattivamente (mi sfruculiava l'idea delle riforme di SuperRenzi più veloce della luce che tornano inditro nel tempo), altro che promesse e cronoprogrammi non mantenuti.
Invece nulla di tutto ciò. Perchè la proposta di riforma di Renzi è diversa e ben più articolata ed è stata presentata in maniera difforme dal reale grazie alla solita brama del Presidente del Consiglio di saturare con messaggi semplificatori e rivolti alla pancia degli elettori dei media in cui comincia a rivendicare il suo spazio anche l'ancora elettoralmente claudicante Silvio Berlusconi, unita alla solita insipienza e piaggeria dei nostri giornalisti, incapaci o dissinteressati di andarsi a vedere i contenuti di quanto effettivamente contenuto nei quarantaquattro punti enumerati dalla lettera di Renzi.
Quanto al sarcasmo, visti i precedenti di Renzi, non mi rimane che rifarmi alla promessa che nella P.A. non ci saranno licenziamenti e interrogarmi se non si tratti di un preoccupante #dipendentepubblicostaisereno?
Quanto al sarcasmo, visti i precedenti di Renzi, non mi rimane che rifarmi alla promessa che nella P.A. non ci saranno licenziamenti e interrogarmi se non si tratti di un preoccupante #dipendentepubblicostaisereno?
Ciao
Paolo
(1) so che la cosa sembra sconvolgente perchè il mai smentito luogo comune vuole il contrario, ma sono a diretta conoscenza di un po' di casi legati alle realtà pubbliche presso le quali ho operato, che vanno dal tecnico che non supera il periodo di prova (e perde il ricorso -muoia un'altro luogo comune che vuole che il dipendente vinca sempre quando ricorre contro il datore di lavoro, specialmente se si tratta dello Stato-), al dirigente beccato nel ristorante di famiglia in orario di lavoro (per citare l'ultimo di cui sono venuto a conoscenza), a quello privo di titoli, oltre ad un altro paio di casi che avevo per caso trovati esposti nelle bacheca dove erano affisse le delibere dell'ente dove stavo andando ad affrontare un concorso. Sono cose che spesso sono difficili da scovare persino negli atti ufficiali perchè gli enti tendono ad evitare il contenzioso con i dipendenti, per cui vengono "macherati" sotto formule astruse in pomposo burocratese quali "presa d'atto della risoluzione del rapporto" o simili.
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