La fine dei dittatori

Buongiorno,

secondo post di oggi!

quanto in questi giorni sta succedendo in Tunisia meriterebbe da parte italiana una attenzione maggiore, non solo per i rapporti esistenti con quel Paese, consolidati significativamente in termini politici tra l'ex dittatore Ben Alì e Craxi (e confermati negli anni successivi da tutti i governi italiani), e rinforzati da investimenti economici (molte aziende italiane hanno delocalizzato o aperto cantieri in Tunisia) e da flussi turistici, ma anche perchè la fine della dittatura di Ben Alì è paradigmatica di come possono crollare alcuni regimi totalitari, che abbiano privilegiato troppo la dimensione personalistica del potere. In queste situazioni molto spesso la fine del potere personale del dittatore annulla di fatto la realtà dello stato, e travolge anche le alleanze e gli accordi stipulati. Molto spesso anzi, chi aveva sottoscritto accordi con il dittatore viene considerato un nemico, perchè visto come sostenitore dall'esterno del dittatore.

Negli anni recenti l'Italia ha stretto molti accordi politici e commerciali, specialmente nel settore energetico, con paesi a “democrazia limitata” (vi piace l'eufemismo?): i leader di Russia, Libia, Kazakistan, … hanno visto l'attivismo nei loro confronti di SB, che ha intessuto con loro dei rapporti che sono un misto tra il pubblico ed il personale. Questo cosa comporta?



Nel caso più rilevante (quello della Russia) non credo sussistano reali motivi di timore: il regime di Putin, pur essendo personalistico, sembra stia costruendo una struttura statuale robusta e stabile, che sopravviverà alla persona che la sta creando. Dopo Putin (e stiamo ragionevolmente parlando di un futuro remoto) gli accordi ed i rapporti con la Russia prevedibilmente non subiranno scossoni.

I timori semmai hanno buon motivo di essere negli altri casi, per i quali il tramonto del dittatore potrebbe coincidere con qualche probabilità con quello della struttura stessa dello stato: sareste pronti a scommettere sulla sopravvivenza del regime libico alla morte di Geddafi o di quello kazako a Nazarbayev? E quindi che fine faranno gli accordi e gli investimenti in Libia se al colonnello dovesse succedere un suo oppositore? E in Kazakistan? Cosa succederà alle nostre forniture di gas se domani quei due stati dovessero considerarci loro nemici perchè abbiamo contribuito a sostenere ed arricchire la dittatura attuale?

Ecco, la questione tunisina dovrebbe portarci a riflettere un momento se ha senso una politica energetica ed estera basata  in larga parte su scommesse ad alto rischio.

Ciao

Paolo 

10 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

E cosa succederà quando non ci sarà più B?

T.

Michele R. ha detto...

Sarebbe meglio parlare dovrebbe succedere. E ieri Cacciari a Otto e Mezzo lo ha detto chiaramente. Io sono d'accordo.

PaoloVE ha detto...

@ Tommaso:

altrove ipotizzo la sostituzione con una controfigura, chi ipotizza Alfano o Letta secondo me non sbaglia.

Ciao

Paolo

x ha detto...

Flash news

13:17 Tremonti

"Un onore essere in questo governo" "Ho l'onore di rappresentare, l'ho avuto nel passato e lo avrò in futuro questo governo. Per me è un onore".

Così il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, si è limitato a rispondere ai giornalisti che gli chiedevano di commentare la vicenda Ruby.

"Per me comporre e rappresentare questo governo - ha ribadito - è stata e sarà ragione di onore, farlo in Italia e all'estero".

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Non ci dimentichiamo mai che ognuno dei componenti del governo di SB in carica non è stato all'altezza, inclusi Maroni e Tremonti che addiruttura qualche sciagurato immagina futuro premier!

x ha detto...

Intanto il nostro ineffabile Ministro degli Esteri......

http://30secondi.wordpress.com/2011/01/10/non-e-il-mio-ministro-degli-esteri/

x ha detto...

Tremonti chi?

Ah forse quello che vede i mostri spuntare come nei video-games!?

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/tremonti-che-spudorato/2142257

Robotomy ha detto...

Più che altro bisogna chiedersi se ha senso una diplomazia estera basata su ammiccamenti e favori personali (anche di dubbio gusto...) soprattutto rivolti a personaggi discutibili e precari come quelli citati da Paolo. Credo che mantenere un basso profilo avrebbe magari permesso il raggiungimento di qualche accordo in meno, ma una maggior stabilità, in previsione di possibili ribaltamenti di situazione in paesi strategici per l'economia energetica italiana (dipendente all'80% da accordi di fornitura da paesi stranieri). Tutto ciò comunque (e purtroppo) fa parte della fenomenologia berlusconiana e poco si può fare se non sperare che chi verrà dopo sappia gestire questi problemi con maggior criterio (ammazza oh, sono riuscito a finire il post senza mandare affanculo nessuno;-)

F®Ømß°£ ha detto...

@Paolo

Intendevo dire... gli accordi presi dall'impresentabile B. che fine fanno quando non ci fosse più lui? ;-)

T.

PaoloVE ha detto...

@ Tommaso:

Bhè, se il successore è la sua controfigura, non c'è motivo di discussione, ma anche in situazioni diverse, gli impegni presi per conto dello stato italiano non verranno messi in discussione: in Italia non riesco ad immaginare una sconfitta elettorale della destra, figuriamoci un processo rivoluzionario che possa mettere in discussione gli impegni precedentemente assunti...

Ciao

Paolo

Gabriele, Monza ha detto...

@Francesca

ODORE, Tremonti voleva dire ODORE...
Ma solo perché non voleva usare le parole Puzza o Tanfo.
Solo adesso i pidiellini cominceranno a non turarsi il naso.