Buongiorno,
l'ennesimo scontro tra la CGIL nella persona della sua Segretaria Susanna Camusso e Matteo Renzi ha ai miei occhi del paradossale, perchè mi pare abbia origine da un colossale quanto bipartizan mix di fesserie e di pregiudizi, condizione che, per inciso, non lascia certo prevedere una prospettiva di facile collaborazione tra Governo e Sindacati.
Da un lato Susanna Camusso può legittimamente lamentare il fatto che il Governo sta tenendo molto ai margini il Sindacato nell'elaborazione delle riforme del mercato del lavoro, ma trovo assurdo e ridicolo imputare a Renzi di operare in modo antidemocratico.
La scelta di condividere o meno l'elaborazione delle riforme del mercato del lavoro con
uno o più attori interessati non ha nulla di democratico o antidemocratico. E'
nelle piene prerogative di Camere e Governo scegliere come farlo e con chi, eventualmente, consultarsi. Ovviamente con tutte le conseguenze del caso, in termini di consenso, di conoscenza del problema e di permeabilità rispetto agli interessi delle lobbies (quale il sindacato sicuramente è). Ma non di democraticità o meno.
Semplicemente Renzi ha scelto, come sua abitudine e come sua possibilità, di fare da solo.
Ciò premesso, ed ammesso anche che nemmeno secondo me negli ultimi vent'anni il sindacato è stato efficace nel tutelare i lavoratori, nemmeno quando si trattava dei propri iscritti, le risposte di Renzi alle critiche sono tra le peggiori che io potessi immaginare, preventue ed intrise di luoghi comuni contro la CGIL ed il Sindacato in generale.
Perchè quando Renzi alle richieste di interloquire da parte della Camusso risponde "I sindacati vogliono dare una mano? Lo facciano.", ma non consulta i sindacati intende evidentemente che, se vogliono, possono acconsentire al suo disegno, diversamente non glie ne può fregare di meno. E questo, oltre a non esser bello, è un modo di affrontare le questioni che prelude allo scontro e lo fomenta.
Perchè quando Renzi dichiara apertis verbis che la reazione del Sindacato nascerebbe solo dal fatto che vuole preservare i propri privilegi in termi ni di bilanci e permessi sindacali (davanti a contestazioni sindacali che vertono unicamente sull'aumento della precarietà e sull'assenza di concertazione che sarebbero insiti nelle sue proposte), magari potrà anche avere ragione, ma, nel migliore dei casi, non risponde nel merito, nel peggiore attribuisce alla controparte posizioni -ovviamente negative- che questa non ha espresso.
Perchè quando Renzi domanda retoricamente dov'è stata la CGIL in questi anni quando le cose non andavano delle due l'una: o arriva dritto dritto e totalmente ignorante delle italiche cose dal Pianeta Rosso, o compie una mistificazione enorme, attribuendo alla CGIL una sorta di connivenza rispetto alle scelte fatte in questi anni, mentre è più di un decennio che proprio questo sindacato viene tenuto ai margini, spesso con metodi non esattamente cristallini (e mi pare tutto sommato condivisi da Renzi), come testimoniano molti episodi semiclandestini cui parteciparono da un lato esponenti del governo, dall'altro esponenti delle sole CISL e UIL: dal "patto della lavanderia" nel 2001 protagonisti Fini, Pezzotta ed Angeletti, alle cene del 2008 protagonisti una volta Tremonti, l'altra metà Governo e sempre Bonanni ed Angeletti.
Ciao
Paolo
3 commenti:
Buondì,
siamo sempre lì, Renzi tira fuori il peggio di sé, con uscite degne di un berluscones qualsiasi.
Dobbiamo sorbirci riforme peggiorative per i lavoratori, con la scusa della solita emergenza.
Riforme che faranno felici tutti quei piccoli imprenditori dall'auto costosa, acquistata in periodo di vacche grasse, che non sono più capaci di mantenere:ora potranno comprimere ancora di più le spese per il personale e pagarsi le gomme nuove. Non per questo ci saranno miglioramenti per il Paese, visto che i lavoratori precarizzati non possono certo rilanciare il mercato interno.
E però dobbiamo mandare giù, perché alle porte c'è la barbarie.
Che rabbia.
Saluti
Tommaso
PS: qui il pasdaran renziano esprime gli stessi concetti: http://goo.gl/cmofi0
Secondo me la maggior debolezza dei sindacati attuali è di non riuscire ancora ad offrire rappresentatività alle nuove forme di lavoratori, quelli fuori dagli schemi dei contratti collettivi nazionali. D' altra parte credo anche che continuino a rappresentare una componente fondamentale del nostro tessuto sociale, capace di mettersi in gioco e di cambiare - un po' come è riuscita a fare la sinistra con l' evoluzione a PD e con il meccanismo delle primarie. E chissà che con la spinta di Grillo, qualcosa non si muova anche a destra. Sono troppo benevolo o troppo ottimista ?
@ spdlcu68:
sui limiti del sindacato sono d'accordo. D'altra parte sono convinto che la polverizzazione di tipologie contrattuali diverse per i precari sia nata proprio con l'intento di spostare i lavoratori in microcategorie che, proprio per le piccole dimensioni fossero divise, scarsamente sindacalizzabili, prive di potere contrattuale.
Purtroppo ho scarsissima speranza in Grillo, ed anche l'apertura di credito a Renzi è in ribasso...
Insomma, la speranza è l'ultima a morire, ma non si sente per niente bene...
Ciao
Paolo
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