Nostalgia della naja?

Buongiorno,

in occasione del decennale dell'abolizione in Italia dell'obbligo del servizio militare di leva mi è capitato di leggere un paio di articoli in cui questo viene in qualche modo rimpianto nei suoi aspetti per certi versi meno istituzionali e più folcloristici, in alcuni casi da chi il militare l'aveva fatto per burla o non l'aveva fatto per nulla (1).

Io il mio servizio militare l'ho assolto vent'anni fa, al termine dell'università, come ufficiale di complemento negli Alpini. La cosa ha richiesto un certo impegno e trovo sconcertante vedere quanto venga mistificato e banalizzato il valore del vecchio servizio militare di leva, ridotto nella considerazione generale al più ad un più o meno allegro ritrovo di marmittoni.

In primo luogo, contrariamente al sottinteso che vuole che i militari di leva non fossero militarmente validi, ho avuto modo di verificare l'esatto opposto.

L'esercito Italiano ha gestito con personale di leva numerose operazioni internazionali (tra cui Libano, Albania, Mozambico,...), numerose di ordine pubblico (Riace, Vespri siciliani, Forza Paris, Testuggine,...) e di soccorso in emergenze e catastrofi (dal Vajont al terremoto del Friuli, all'Irpinia, ...), il che mi pare un indizio consistente del fatto che non dovevano poi essere così scadenti.

Personalmente ho partecipato all'Operazione Testuggine con cui, durante il conflitto nell'ex Jugoslavia, veniva presidiato il confine a Nord Est per evitare che i valichi di seconda categoria (teoricamente chiusi ma non presidiati di notte), diventassero la porta per trafficare illecitamente armi e droga (2), ed ho preso servizio come ufficiale in una caserma sostanzialmente vuota, poichè gli effettivi si trovavano il quel momento in Mozambico, e non a divertirsi...

E, sempre personalmente, ho avuto modo di verificare che i nostri Alpini erano meglio addestrati dei militari stranieri e professionisti con cui ci siamo confrontati, malgrado l'evidente disparità dei mezzi in dotazione (le armi individuali erano probabilmente l'unico aspetto in cui si era sostanzialmente allo stesso livello potendo vantare un decente AR 70/90 SC come arma d'assalto, ma, purtroppo, non ancora la Beretta 92 FS -avevamo ancora la ridicola ed obsoleta Beretta 34-).

Contrariamente a quanto spesso si legge, pur essendo per molti la prima occasione di uscire di casa, non era certo quella per rendersi indipendenti: non ci si rende indipendenti in un ambiente in cui la vita è così pesantemente regolata da obblighi e disciplina...

Quanto al valore formativo del melting pot che si creava in caserma, rimescolando persone di estrazione sociale diversa (3), quello era tutt'altro che folklore, ma il suo valore era già ai miei tempi inficiato dalle troppe esenzioni che baciavano i soliti raccomandati (4).

Per altro verso la leva permetteva invece all'Esercito di attingere a professionalità altrimenti non altrimenti disponibili al suo interno: sempre parlando in  termini personali io ero un ingegnere, specialità che l'Accademia non riusciva a laureare da anni e di cui, conseguentemente, vi era penuria tra i professionisti (5), nonchè immetteva un po' di sano buonsenso ed apertura in un mondo altrimenti piuttosto chiuso e orientato politicamente, per così dire...

Quindi, in definitiva e a posteriori, senza alcun rimpianto ne nostalgia, credo che sia stato un errore abolire il servizio di leva, sostanzialmente perchè, in primo luogo, creava i presupposti per un Esercito più efficace.

Ciao

Paolo

(1) Cosa altro potrei pensare, ad esempio, di chi sostiene che le guardie fossero il servizio più impegnativo?

(2) il che mi permette di dire con estrema tranquillità che, no, le guardie non erano il servizio più impegnativo. Neanche un po'.

(3) gli Alpini reclutavano ancora prevalentemente su base territoriale, quindi la mescolanza tra origini geografice diverse era limitata.

(4) Ho partecipato all'addestramento di uno scaglione in cui era presente un solo laureato (succesivamente riformato), tre alpini privi del diploma di terza media -uno praticamente analfabeta-, ed il resto sostanzialmente diviso a metà tra diplomati alle scuole medie e alle superiori. A me pare evidente che una simile distribuzione sia un forte indizio se non la prova che già vent'anni fa il militare erano costretti a farlo solo alcuni, con buona pace del melting pot e del senso dello Stato che avrebbe dovuto instillare...

(5) Ovviamente l'Esercito nelle sue figure organizzative più elevate (e professioniste) dimostrò immediatamente di saper cogliere la palla al balzo. Infatti mi destinò ad essere Sottotenente Alpino, comandante di Plotone Fucilieri Assaltatori. Son cose...

7 commenti:

Sandro59 ha detto...

Ciao, Paolo.
Scusa, ma non capisco questa tua nota:
"Cosa altro potrei pensare, ad esempio, di chi sostiene che le guardie fossero il servizio più impegnativo?"
Cosa intendi esattamente?
Mi spiego.
Alpino in quel di Merano, 8°/82.
Io non ricordo nulla di peggio delle ore passate esposto al freddo delle notti invernali, facendo avanti-indietro lungo un muro, col tempo che non passava mai, in attesa di rientrare, insonnolito e con le ossa gelate, per tornare a sdraiarmi su quelle brande puzzolenti dove ci si alternava, naturalmente in mimetica, in attesa di essere risvegliati quattro ore dopo per affrontare le successive due ore di tortura.

PaoloVE ha detto...

@ Sandro:

bentornato.

Se vai a vedere nel link troverai che la cosa è presentata non come una esperienza personale dell'articolista, ma come un dato di fatto generale, il che non è assolutamente.

Per molti è sicuramente stato così (ho come il vago sospetto che tu fossi al comando di brigata o alla logistica, non proprio un fuciliere :-) ), ma tra i reparti operativi per moltissimi la musica era tutt'altra.

Banalmente, e senza voler parlare delle operazioni di ordine pubblico, la mia settimana di campo invernale e la maggior parte delle esercitazioni di un certo livello (su tutte quella della pattuglia -3 gg. oltre i tremila dormendo all'addiaccio a fine novenbre/primi di dicembre) sono state molto più impegnative di qualsiasi guardia...

Affermare il contrario, come fa il giornalista, significa negare il fatto che i militari avevano un valore ed una capacità militare molto inferiore al reale...

Ciao

Paolo

Sandro59 ha detto...

Grazie per la pronta risposta.

[ho come il vago sospetto che tu fossi al comando di brigata o alla logistica, non proprio un fuciliere :-) ]

Acuto come una palla! :D
(Beccato in pieno: Compagnia comando e servizi, Sez. logistica, scritturale).

Avevo ben letto i tuoi rimandi e anche tutti i commenti, seppur in modo un po' frettoloso (non son pochi) e non ero riusciuto a trovare alcun riferimento al servizio di guardia come "il più impegnativo", pertanto sto ancora faticando a capire quella tua nota (davvero "come una palla", nel mio caso, sich!).

Ora, perdona la mia ignoranza ed eventuali errori (son passati alcuni annetti. Ne approfitto per chiederti: svolgevi servizi di guardia durante il corso AUC? Al freddo? (da ufficiale ovviamente no: al massimo Uff. di picchetto, no?)

PaoloVE ha detto...

@ Sandro:

"svolgevi servizi di guardia durante il corso AUC? Al freddo?"

durante il corso AUC credo di aver fatto solo 2-3 guardie in caserma. Questo non avveniva per privilegio: il primo mese (su cinque) non si aveva ancora giurato (quindi non si poteva montare), successivamente le guardie erano scarsamente compatibili con l'attività addestrativa durante la settimana, perciò si svolgevano prevalentemente nel WE. In questa situazione, poichè ad Aosta d'estate non fa freddo, il problema termico non c'era.

Diverso il discorso durante le frequenti attività addestrative in esterno, dove di guardie se ne faceva di più, e talvolta sotto la neve già a partire da settembre.

Da Ufficiale di picchetto il servizio era poi effettivamente più leggero, a meno di essere in polveriera, dove eri l'unico a non poter smontare mai per l'intera settimana.

Rimangono comunque attività molto meno impegnative di molte di quelle svolte per addestramento o in operazioni di ordine pubblico (per quanto riguarda il freddo ed il sonno il paragone lo faccio con il montare per una settimana un posto di blocco dalle 01:00 alle 07:00 sui monti sopra a Faedis e Cividale in gennaio: sei ore filate di veglia all'esterno a temperatura inferiore a -10...).

O con le esercitazioni all'attività di pattuglia (3 giorni sulle creste tra Cogne e Pila ad oltre 3000 mt pernottando all'addiaccio a temperature analoghe alle precedenti (se ricordo bene un collega ci rimise -o rischiò di rimetterci- un alluce per un principio di assideramento...)

E nei reparti operativi, non solo tra gli alpini, mi risulta che impegni simili non fossero infrequenti: ho conoscenti che mi raccontano di situazioni analoghe ad esempio tra i Lagunari nel veneziano con i tradizionali addestramenti all'infiltrazione ed allo sbarco in notturna durante il periodo natalizio (chi non sogna di farsi una nuotata si notte in laguna a fine dicembre? :-) )

Ciao

Paolo

Sandro59 ha detto...

[il montare per una settimana un posto di blocco dalle 01:00 alle 07:00 sui monti sopra a Faedis e Cividale in gennaio: sei ore filate di veglia all'esterno a temperatura inferiore a -10...]

Questa è una vera goduria (atroce invidia! :D ).

[chi non sogna di farsi una nuotata di notte in laguna a fine dicembre?]

Ma è la mia massima aspirazione segreta! Come hai fatto a indovinare? (Nb.: non so nuotare).

PaoloVE ha detto...

@ Sandro:

però lo spettacolo del sole che si alza dietro ai monti della Slovenia all'alba era uno spettacolo mozzafiato, gelo o non gelo.

Devo tornare a vedermi qualche alba d'inverno, con l'aria tersa per la bassa temperatura.

E dopo, una bella colazione con tè al rum bollente (più rum che tè):-)

Ciao

Paolo

Sandro59 ha detto...

Credo che tu possa farlo ancora ma stavolta senza doverti sottoporre, prima, alle altre 6 ore di veglia.
Può anche essere meglio, no?
Lavorando da trent'anni in turni, ho avuto occasione di apprezzare, alcune volte, albe e tramonti spettacolari, dal tetto di un alto edificio della fabbrica. In giornate particolarmente terse, sono riusciuto a scorgere, ben evidente, tutta la catena delle Alpi, per un arco di 180°lungo l'orizzonte. Dall'altra parte, una sola volta ho persino scorto il rilievo, appena accennato, degli Appennini.
Non sarà la stessa cosa, però capisco cosa intendi.

Ciao, Paolone.