Disinformazioni incrociate

Buongiorno,

spero che la cosa sia direttamente collegata al fatto che il periodo estivo è, per il nostro già misero giornalismo, quello in cui si raggiungono i minimi assoluti nei contenuti, ma confesso di essere rimasto imbarazzato dal vedere quanto spazio e quanto stupore vedo dedicati ai toni riservati dall'attuale Primo Ministro Matteo Renzi alla figura del suo predecessore, Enrico Letta.

Quelli che non si stupivano degli “Enrico stai sereno” il giorno prima del ribaltone, quelli che non si meravigliavano dei “Fassina chi?” o dei “Cuperlo chi?”, quelli che trovavano normale che chi poneva una questione politica reale venisse liquidato sprezzamentemente con una buona dose di gufo e rosicone, quelli che trovavano questi atteggiamenti l'alba di un percorso liberale e finalmente democratico a sinistra, sembrano accorgersi e meravigliarsi oggi della tracotanza del Premier, come se il suo percorso politico non fosse stato integralmente improntato da simili comportamenti sin dagli inizi.

Davvero se ne accorgono con così tanto ritardo? Dobbiamo forse pensare che chi scrive oggi del proprio stupore abbia cambiato idea su Renzi ma non voglia ammettere i precedenti errori di valutazione? Perchè mi sento molto solo nel meravigliarmi non tanto dello scontatissimo contenuto delle intercettazioni (Renzi non ha mai manifestato alcuna approvazione per l'operato nè stima per la persona di Letta -sono cose che sembra riservare solo a sè a sè stesso-), ma del fatto che esistano intercettazioni di due persone non oggetto di indagine alcuna?

Ma ancora peggiori commenti merita una informazione che, sulla questione greca, inanella una serie di letture tutte piuttosto appiattite e monocordi, nochè tendenziose ed inconguenti, di rara vergogna. 

Dunque, vediamo se me le ricordo tutte:
  • poco prima del referendum le due fazioni vengono date testa a testa e, per mostrare che le manifestazioni dei sostenitori del sì sono partecipate, spesso si pubblicano foto della manifestazione avversa del giorno precedente. La realtà dirà poi che i greci, malgrado la nostra sedicente informazione, premiano il no e Tsipras con oltre il 60%. Mai visto testa a testa meno combattuto.
  • Immediatamente dopo il referendum ci dicono, ovviamentre senza chiedersi se la cosa abbia un senso ed una qualche possibilità di essere, che Tsipras (a questo punto evidentemente sotto acido) malgrado la schiacciante vittoria e la forza che presumibilmente dovrebbe derivargli nelle trattative, avrebbe presentato un piano di salvataggio addirittura più duro per la Grecia di quanto avesse richieto precedentemente la Toika. Chissà poi perchè.
  • Segue a ruota la notizia che per tutta risposta la Troika, evidentemente sotto stupefacenti anch'essa, rifiuta l'ultimo piano Tsipras e ventila l'ipotesi di una grexit qunquennale. Nessun sedicente giornalista si chiede come possano logicamente stare insieme le cose precedenti e tutti continuano a sparare cazzate a ruota libera paradossi senza sentire il bisogno di rettificare alcunchè.
  • Buon ultimo, tutti esultano considerando risolutivo un accordo che prevede che la Grecia riformi le pensioni, riformi il mercato del lavoro, riformi il sistema fiscale e pignori 50 miliardi di euro di beni ed enti statali. In tre giorni. Credo manchino solo lo ius primae noctis a favore dei contribuenti tedeschi, il sacrificio dei primogeniti ellenici ed un paio di fettine di culo di Tsipras (vicino all'osso e senza grasso) ed il quadro sarebbe la rappresentazione perfetta della ragionevolezza e sostenibilità del piano.

Davanti ad una informazione simile e davanti alla mancata indignazione dei suoi fruitori non posso che rimanere senza parole (1).

Ciao

Paolo

(1) Mi dispiace per Umberto Eco, ma dopo una tale esibizione di acriticità da parte dei media tradizionali, qualsiasi critica all'informazione su internet e sulla sua affidabilità è assolutamente fuori luogo se non addirittura secondaria rispetto a come operano i giornali tradizionali.

1 commento:

Michele R. ha detto...

Buongiorno,
sul primo punto: evidentemente i sondaggisti di casa nostra, momentaneamente disoccupati per mancanza di qualsiasi voglia elezione nostrana, hanno deciso di invadere la Grecia. Il risultato è stato il solito capolavoro di attendibilità! ;-)

Saluti