Politica: le soluzioni sbagliate

Buongiorno,

molto spesso sento rivendicare la primazìa della politica su altre considerazioni di netura ben più concreta e tangibile. Se talvolta simili considerazioni possono avere un senso, molto più spesso simili considerazioni risultano essere il frutto di un mix di incompleta conoscenza dei problemi trattati, del mancato ascolto degli esperti e di una alta inclinazione alla demagogia da parte dei nostri politici.

E purtroppo risultano essere il seme di successivi insuccessi.

In questi giorni si sono inseguite sui media le notizie relative a tre situazioni che mi pare afferiscano in maniera abbastanza evidente a queste categorie. Si tratta di:
Così i nostri politici "scoprono" oggi con ritardo di oltre un lustro (ecco le prove), che i blocchi alle assunzioni e del turn over che hanno impedito l'ingresso di giovani nella macchina statale per oltre dieci anni, senza peraltro limitare la crescita della spesa pubblica, hanno delle ovvie conseguenze negative cui, apparentemente nessuno aveva pensato per tempo. In realtà, come mostro nei link, la cosa era più ovvia che prevedibile, e quello che arriva adesso è il conto di non aver avuto il coraggio politico di fare scelte allora (e forse anche oggi) impopolari, benchè razionali e motivate.

Oppure propongono alfanate quali l'attuale tentativo di rimettere in pista il vecchio progetto del ponte sullo stretto di Messina, senza risolverne le già evidenziate criticità al contorno (le condizioni della  Salerno Reggio Calabria continuano a rappresentare un collo di bottiglia a monte che vanificherebbe gran parte dell'eventuale utilità dell'opera, lo Stato delle ferrovie siciliane porrebbe invece un ulteriore limite a valle), non recependo possibile migliorie (ricordo che anni fa alcuni docenti universitari documentarono come nuove tecniche costruttive avrebbero permesso di realizzare un ponte a più campate di costo significativamente inferiore a quelloprogettato e anzi peggiorandone il rapporto costi benefici attraverso la limtazione dell'attuale progetto alla sola circolazione ferroviaria. In sintesi pretondo di attuare un progetto che è un peggioramente di altro già accantonato.

Oppure prospettano franceschinate che non tengono conto delle minime basi di un problema, come il fatto che è improponibile pensare di dirottare le grandi navi che si fermano a Venezia per un giorno (!) in un porto che imporrebbe ai crocieristi una trasferta (immagino in treno, visto che movimentare i passeggeri di una singola nave da crociera richiederebbe decine di pullman) che, tra andata e ritorno, si mangerebbe metà della giornata stessa.

Insomma, non sto parlando di quelle che si connotano sin dall'inizio come boutade ad uso mediatico (tipo, per intenderci, spariamo ai barconi...), ma delle proposte che secondo i nostri politici, potrebbero rappresentare parte di una reale base politica nazionale, e dimostrano invece una pochezza dei proponenti che indica in maniera chiara come, a casa nostra, la primazìa della politica sia innanzitutto un concetto volto a mascherare l'irrazionalità, l'ingiustificabilità e l'insostenibilità di una scelta, cioè una fuga dai fatti che è il primo motivo di discredito della politica stessa.

Ciao

Paolo

1 commento:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

un altro punto di vista è che attualmente, se vali qualcosa, non fai il politico. Il circolo vizioso è completo.

Ciao

T.