Buongiorno,
arrivano, dopo l'entusiasmo legittimamente generato dalle lunghissime code che si snodavano davanti ai padiglioni più attraenti, i numeri complessivi dei visitatori della manifestazione, e purtroppo mi portano a fare alcune considerazioni da gufo rosicone.
La pemessa, fortunatamente in positivo, è che, sin dall'inizio della manifestazione e almeno secondo quanto dichiaravano gli espositori a Radio24, la presenza di operatori di settore è stata superiore alle attese, e questo è sicuramente un valore aggiunto difficilmente quantificabile, perchè se effettivamente EXPO avrà un ruolo importante nel promuovere significativamente l'export alimentare italiano avremo raggiunto il risultato più importante (secondo alcuni potenzialmente sino ad un +0,4% del PIL).
Gli oltre venti milioni di visitatori raggiunti (forse ventuno) rappresentano il superamento dell'obiettivo che il commissatio Sala si era posto negli ultimi tempi e sono quindi da salutare con favore, ma era lo stesso Sala ad aprile ad annunciare che il punto di break even era di tre milioni più alto: 24 milioni (1), il che significa che abbiamo superato un risultato che è giunto alla nostra portata solo abbassando l'assicella.
Insomma, apparentemente, per ora l'operazione, al netto degli effetti collaterali che dobbiamo augurarci siano stati e siano anche in prospettiva molto rilevanti, sembra essere destinata ad essere in perdita.
Ma non è questo il punto principale.
Il punto principale è, secondo me, che se si è giunti a vendere 21 milioni di biglietti arrivando ad accogliere oltre 250mila persone nei giorni di massimo afflusso, drogandone il numero grazie agli scontatissimi ridotti serali e generando code per la visita dei padiglioni di maggior richiamo che hanno superato la durata di mezza giornata (chiaro indizio del fatto che il sistema avesse oltrepassato la propria reale capacità ricettiva), i 24 milioni di biglietti a prezzo pieno che originariamente si indicavano come il punto di pareggio economico erano nella realtà irraggiungibili, perchè avrebbero richiesto che EXPO sin dai primi giorni avesse incassato le stesse visite che si sono contate da metà estate in poi: 132mila visitatori al giorno di media. Troppi per la struttura.
Il che è come dire che EXPO sembra essere nata strutturalmente come una manifestazione in perdita, che forse avrà portato dei benefici agli albergatori lombardi e a chi ha realizzato e gestiti gli stand e che forse porterà dei benefici al made in Italy nell'alimentare, ma che, per ora, risulta a carico delle tasche dei (soliti) contribuenti: parlare di successo, come si sta facendo in questi giorni, mi pare forse non sbagliato, ma sicuramente prematuro.
Ciao
Paolo
(1) e, a quella data, non esistevano i biglietti per gli accessi serali, introdotti solo successivamente e di costo ridottissimo (e quindi in grado di contribuire al risultato in maniera limitata)
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