Parigi, gli obiettivi mancati / 2

Buongirno,

se è vero quanto mi auguro e credo, cioè che, come scrivevo ieri, gli jihadisti a Parigi avrebbero mancato i loro obiettivi primari, nessuno sarebbe legittimato a tirare un sospiro di sollievo più di noi italiani (o almeno di quelli che hanno un minimo di memoria storica.

Perchè in Italia meno di quarant'anni fa siamo sopravvissuti ad un tentativo di sovvertire lo Stato colpendone da un lato con attentati stragisti i cittadini e dall'altro e più miratamente i vertici.

Quando, nel periodo più cupo degli anni di piombo, l'allora Presidente del Consiglio Aldo Moro venne assassinato dalle Brigate Rosse, mentre bombe seminate in diverse parti del Paese facevano saltare piazze, banche e treni e gli omicidi politici si sprecavano, i terroristi nostrani conseguirono quello che dal loro punto di vista doveva essere un successo molto più consistente dei risultati conseguiti dai jihadisiti a Parigi.

Lo fecero per di più in un contesto europeo in cui non vi era Paese in cui il terrorismo (di matrice politica e/o indipendentista) non fosse un problemo interno serio, godendo dell'appoggio economico e militare di stati esteri molto più solidi e consistenti dell'IS ed operando con un radicamento ben più solido di quello che possono vantare i massacratori di oggi.

Ciononostante non riuscirono nel loro obiettivo e questa è una serissima ipoteca sulle reali possibilità dei terroristi con cui ci stiamo confrontando oggi, che per ottenere una frazione dei risultati conseguiti dai terroristi nostrani negli anni settanta, sono costretti ad immolarsi.

Per nostra fortuna non è così che si vincono le guerre: è bene ricordarlo a noi stessi, in maniera da non cedere alla tentazione di abbandonare, ed ai nostri avversari, in modo che si rendano conto di essere rimasti dei miseri porci sanguinari, ben lontani da qualsiasi percorso che possa portare ad una vittoria ed ancor più lontani da qualsiasi possibilità di costruire alcunchè.

Ciao

Paolo

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