Nemmeno post mortem

Buongiorno,

confesso che non avrei mai e poi mai immaginato di ritrovarmi a scrivere ancora su Valeria Solesin, la ricercatrice veneziana assassinata dai terroristi dell'Isis al Bataclan, ma sembra che per qualcuno non sia fastidioso solo il suo essere stata volontaria di Emergency, ma anche i suoi funerali, manco fossero stati quelli di Vittorio Casamonica o, peggio, quelli di un trucido capobastone.

E così ci ritroviamo in mezzo alle scatole chi, come Camillo Langone sul Foglio, proclama il suo fastidio per il rito "nichilista" celebrato in piazza S.Marco e per i suoi partecipanti.

Un rito per lui troppo aperto a tutti per essere degno di una tale piazza a tanto Santo intitolata: avrebbero dovuto tenerlo in una piazza di Mestre, possibilmente squallida, a meno di non vietarne la partecipazione ai "coranisti"

In aggiunta Langone ostenta la sua ferma intenzione di non esserci, cosa che appare sbandierata più che altro nel tentativo di dichiarare il fallimento degli intenti inclusivi di Valeria e dei suoi genitori.


Ma Langone non è un caso isolato. Sul Giornale invece troviamo chi, come Francesco Maria del Vigo cerca di sminuire il significato della scelta dei parenti falsificandone in maniera totale e vergognosa la natura (per del Vigo un funerale officiato insieme da un Patriarca, un Rabbino ed un Iman è un rito della "religione del politicamente corretto. Tra le religioni, una delle più fondamentaliste. Perché disprezza l’altro da se") e mette sullo stesso piano il desiderio di rendere omaggio alla memoria di una persona ed il tentativo di proseguirne l'opera più nobile con un ipotetico desiderio di vendetta, rivendicando il diritto di odiare.

Qualcuno potrà obiettare che tra Langone e del Vigo è una bella gara a chi  più sconosciuto.

Non posso che essere d'accordo, ma anche Alessandro Sallusti, sindaco meneghino in pectore per la ricompattata destra e direttore de il Giornale,  pur brillando inusitatamente per moderazione in confronto a questi due, non riesce ad esimersi dall'etichettare ipocritamente come "buonista ed ecumenico" il rito celebrato a Venezia in un articolo dove invece chiede alle istituzioni di seguire l'esempio di chi, come Hollande, ha parlato di "vendetta" e di "colpire senza pietà". Il tutto ovviamente nelle pagine di un giornale che fa molta fatica a distinguere tra islamici e terroristi islamici.

Almeno dopo la morte sarebbe stato bello che simili strumentalizzazioni fossero state evitate. In fondo sarebbe bastato un bel silenzio.

Ciao

Paolo

1 commento:

F®Ømß°£ ha detto...

Gente misera degna di essere spazzata via.

Se c'è una cosa rivoltante quanto i miserabili fanatici islamisti sono gli agiati fanatici di una "civiltà cristiana" che se esistesse sarebbe oscurantista quanto il califfato.

Orrore e disgusto.

T.