...è nostro dovere riflettere e reagire rapidamente

Buongiorno,

quelle nel titolo sono le parole con cui la Cancelliera Merkel ha risposto all'appello con cui il Presidente francese Hollande avevo chiesto sostegno in primo luogo agli Stati europei, appellandosi proprio ai trattati che costituiscono la UE.

Ed alle dichiarazioni di principio la Germania, pur non essendo interessata da minacce dirette imminenti, ha coerentemente fatto seguire gli impegni che era disposta a sostenere: 650 militari in Mali, 150 in Libano, e, per le l'aviazione e la marina francesi che stanno operando in Siria, supporto aereo, supporto logistico, assistenza da satellite, scorta e difesa.

Da parte italiana la risposta ha invece avuto tutt'altro tenore, improntata ad una cautela che pare avere più le caratteristiche di un pavido immobilismo piuttosto che quelle di una circospezione sicuramente necessaria quando si parla del terrorismio di Isis.

Ammesso che serva una coalizione più ampia per distruggere Isis, come Renzi afferma, noi nella coalizione ci siamo? Fornendo cosa? Uomini, mezzi, soldi, diplomazia? 

E, dato che reputiamo necessario allargare la coalizione, cosa stiamo facendo per ottenere questo risultato? chi stiamo contattando, con che scopi e modalità, perchè perchè la coalizione si allarghi?

Non ironizzerò (sarebbe troppo facile ed altri lo hanno già fatto molto meglio di quanto potrei farlo io) sul taggare  i sospetti terroristi e sul combatterli con la cultura elargendo una mancia elettorale da qualche centinaio di euro ai neomaggiorenni italiani perchè ci si comprino qualche libro (il tutto, ovviamente, previa autorizzazione a sforare i vincoli di bilancio maggior flessibilità.

Però non mi è difficile immaginare cosa potrebbe succedere se nel prossimo futuro, magari durante il Giubileo, si dovesse sciaguratamente concretizzare quella parte di minacce che indica Roma come uno dei pricipali obiettivi futuri dell'Isis in quanto capitale della cristianità, minaccia cui evidentemente pensiamo di sottrarci grazie ai nostri tradizionali rapporti di diplomazia sotterranea con i Paesi Arabi (1), ma che rappresentano, in quanto assolutamente inedite, una deviazione da quanto abbiamo sinora in qualche modo gestito limitando i danni.

Non mi è difficile immaginare che la risposta dei partner sarebbe coerenente a quanto abbiamo fatto e detto e che si concretizzerebbe in una solidarietà ai limiti del formale, due pacche sulle spalle, un po' di spazio al cinema italiano nelle sale (la cultura) ed un po' di flessibilità nei bilanci in attesa della costituzione di una coalizione si allarghi. In fondo è quello che noi stessi stiamo dichiarando essere necessario quando il problema tocca gli altri.

Forse è quello che vogliamo, ma credo che non sia quello che ci serve, che è una sicurezza che si ottiene attraverso un impegno di sostanza che attualmente da parte nostra temo di non vedere nemmeno sotto la spinta della paura.

Ciao

Paolo

(1) Peraltro lasciando in braghe di tela i nostri alleati europei, se non sbaglio...

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