Il giorno del ricordo

Buongiorno,

ieri si è celebrato il giorno della memoria, cioè la commemorazione delle vittime dei crimini che vennero commessi a danno dei cittadini italiani nella fase finale della seconda guerra mondiale immediatamente dopo in Istria e Dalmazia.


E' una celebrazione particolarmente difficile, come testimoniano sia i cortei separati di parti politiche diverse, sia episodi sia di strumentalizzazione che di cretinismo puro  perchè i morti sono stati in buona parte vittime innocenti, mentre ai sopravvissuti, quando fuggirono in Italia, fu negata una accoglienza decente, anzi furono trattati spesso da nemici del popolo. La stessa istituzione della giornata del ricordo è avvenuta in un clima di polemica, da parte di una parte politica che pretendeva di addossare all'altra ogni responsabilità di quanto avvenuto, al di là di ogni ragionevolezza e di ogni possibile ricostruzione storica che avesse una minima attendibilità.

Gli Italiani vennero infoibati perchè erano parte di una comunità che, durante e prima della guerra, erano una minoranza che opprimeva gli altri abitanti locali, vietando l'uso della lingua, negandone la cultura, reprimendo il loro dissenso nel sangue, bruciandone i villaggi, facendoli morire di freddo e di fame nei lager. Nostri ed altrui. E, come eravamo poco selettivi noi, altrettanto lo furono "loro". In Yugoslavia fummo feroci e fummo ripagati con la stessa moneta. Molti dei morti infoibati erano assolutamente innocenti di tutto ciò, l'Italia no.

A chi scappò da Istria e Dalmazia, indistintamente, venne spesso riservato in Italia il trattamento e l'ostracismo che si destinava ai fascisti ormai sconfitti. E in questo l'Italia fu nuovamente colpevole.

Serve dire che sulla questione gli italiani assunsero due posizioni acritiche, estreme ed inconciliabilmente opposte? Per alcuni non bisognava nemmen parlare di foibe e, nel caso negare che fosse avvenuto alcunchè.
Per gli altri il numero delle vittime (ovviamente tutte nessuna esclusa innocenti e portatrici di civiltà in terre selvagge) all'opposto era incredibilmente alto, comprendendo anche vittime non italiane (nelle foibe finirono moltissimi domobranci, cetnici e ustascia , spesso con le relative famiglie). Serve dire che queste divisioni hanno impedito una ricerca storica decente sulla materia?

In questo senso penso che il giorno del ricordo manchi ancora oggi il suo scopo: se non è più tabù parlare delle foibe in Italia, non si è nemmeno iniziato a farlo in termini in modo da diffondere una reale coscienza di quanto è avvenuto. Men che meno ci si vuole rendere conto del fatto che in quel contesto di violenza e contrasti etnici e nazionalistici le vittime innocenti di ogni parte erano inevitabili.

A chi interessi posso suggerire questo sito ed un libro che aiuta a chiarire, pur con una visione di parte, quali fossero i semi della violenza: "Esilio" di Enzo Bettiza. Dopodichè,  passata la giornata della memoria, quella dell'unità d'Italia, quella del ricordo, sarebbe bene guardare al futuro, oltre che indietro...

Ciao

Paolo

Oggi CMM per stomaci forti: un esempio di come quei morti siano tuttora strumentalizzati indegnamente


Non perdetevi domani un grande post di Clem su come l'Italia viene vista dall'estero (spero sia l'inizio di una rubrica settimanale) e domenica un micropost sui luoghi comuni sul "Made in Italy" (che dovrebbe iniziare una rubrica settimanale). Stay Tuned.

9 commenti:

Michele R. ha detto...

OT @ Paolo

Pieno di iniziative! Ma ti conviene conservare le energie, altrimenti rischi di esaurire la passione come il vecchio Authan.

Clem ha detto...

Tranquillo, Michele, se noti sta facendo collaborare attivamente tutti noi promettendoci di diventare ricchissime blogstar :P

PaoloVE ha detto...

@ MR:

In effetti vorrei provare a vedere se vale la pena di postare anche nel fine settimana ...

Per quanto riguarda la mia parte, come potrai vedere l'impegno per questa cosa è minimo (ieri sera in poco più di un'ora ho programmato un mese di rubrica e trovato materiale per quasi un secondo...)

Per l'Italia vista dall'estero mi affido a terzi, come ben sottolinea Clem, e, per ora, copro solo due settimane. A meno che vogliate pagarmi il soggiorno in giro per il mondo, ovvio! :-)

Se vedo che la cosa non genera interesse mi tengo i post come fill - in, ma penso che la periodicità potrebbe essere apprezzata...

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

Post eccellente.

"Gli Italiani vennero infoibati perchè erano parte di una comunità che, durante e prima della guerra, erano una minoranza che opprimeva gli altri abitanti locali, vietando l'uso della lingua, negandone la cultura, reprimendo il
loro dissenso nel sangue, bruciandone i villaggi, facendoli morire di freddo e di fame
nei lager. Nostri ed altrui. E, come eravamo poco selettivi noi, altrettanto lo furono "loro". In Yugoslavia fummo feroci e fummo ripagati con la stessa moneta. Molti dei morti infoibati erano assolutamente innocenti di tutto ciò, l'Italia no."

Aggiungerei solo che l'Italia è colpevole di non aver mai fatto i conti con il fascismo e che quello dell'ignoranza è l'unico vessillo che può sventolare sui cortei di estremisti di ambo le parti.

Tommaso padovano

PaoloVE ha detto...

@ tommaso:

"l'Italia è colpevole di non aver mai fatto i conti con il fascismo"

Sacrosanto.

C'è un simbolo di questo comportamento: il cosiddetto "armadio della vergogna", scoperto dal Procuratore Militare Intellisano nel 1994 all'interno della cancelleria della Procura Militare, rimasto chiuso e con le ante al muro per quasi cinquant'anni e contenente i fascicoli in cui erano state seppellite circa 700 denunce di crimini di guerra che non ebbero seguito sino a quella data.

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

@Paolo,

armadi della vergogna, silenzio tombale nelle scuole per 60 anni, nessuna reale presa di coscienza, nessuna stangata ai molti responsabili meritevoli di marcire nelle patrie galere in silenzio.

Sono arcisicuro che se Mussolini fosse sopravvissuto fino al '48, in qualche modo si sarebbe riciclato e avrebbe seduto in Parlamento.

Sarò filotedesco e cinico, ma son stati più "bravi" nel regime, nella fine dello stesso, e anche nell'elaborazione dello stesso.

Noi siamo ancora qua con metà della popolazione che sotto sotto è convinta che avevano ragione loro, con tutte le innegabili responsabilità che hanno sulle spalle.

Amarezza

T.

Michele R. ha detto...

"l'Italia è colpevole di
non aver mai fatto i conti
con il fascismo"

E non solo quello. Non abbiamo mai fatto seriamente i conti nemmeno con tangentopoli, perciò ci ritroviamo una masnada di politici corrotti, incapaci e appesi alle palle di uno solo.

PaoloVE ha detto...

@ MR:

sempre detto che siamo carenti in matematica... :-)

Ciao

Paolo

Charles ha detto...

Non so, secondo me, la radice il problema non e' nel fatto che non siamo mai riusciti a fare i conti con certi episodi del passato, ma piuttosto il fatto che continuiamo a voler saldare il conto.
Come tutte per le cose, secondo me, quando smetti di darci significati (politici in questo caso) si chiariscono da sole. Alcune sfumature e dettagli incompresi possono rimanere, e' normale. Ma visioni cosi' opposte non possono essere, a mio avviso, che frutto dell' eterna diatriba tra guelfi e ghibellini. A proposito chi di loro alla fine aveva ragione?