Oscar Giannino ammutolisce

Buongiorno,

forse l'ho ascoltato un po' troppo distrattamente (dalla trasmissione avevo capito che si trattava di una scelta condivisa con l'editore, mentre altri interpretano la cosa diversamente), comunque, in un silenzio immeritato, pare che Oscar Giannino (Giannetto per gli amici) sia destinato a scomparire almeno per un po' dalle frequenze di Radio 24 perchè il suo ruolo di conduttore radiofonico altererebbe la par condicio in campagna elettorale, in quanto contemporaneamente candidato -anche se non ancora ufficialmente- del movimento "Fermare il declino".

Ho molte riserve su Giannino, talvolta concordo con lui nelle analisi, quasi mai nelle conclusioni, ma:

  1. se la decisione di ridurre l'esposizione radiofonica è sua o da lui condivisa (come, ribadisco, mi era parso di capire: cito testualmente la sue parole: "Condivido la scelta di Radio24 di non mandarmi in onda durante la campagna elettorale, anche se rispetto alle elezioni io non ho ancora preso alcuna decisione, ma con Berlusconi ovunque, il problema sono io?") tanto di cappello: nell'epoca delle scelte sempre border line (quelle che portano Monti a candidarsi Premier senza farsi eleggere o quelle che portano Berlusconi a saturare ogni TV prima dell'inizio della par condicio, per intenderci) una scelta che tutela la sostanza oltre che la forma merita tutto il mio rispetto.
  2. se invece il suo marcare la differenza tra l'offensiva mediatica di Berlusconi ed il suo azzittimento volesse invece essere l'invocazione di una giustificazione (ma onestamente non mi era parso), sono spiacente: il fatto che SB sia un problema più grosso non cancella il fatto che, nel suo piccolo, potrebbe esserlo anche Giannino ai microfoni di Radio 24.
Tornando al contenuto della trasmissione del 28, confesso di non aver capito cosa Giannino auspichi, visto che da un lato deprecava fortemente il fatto di aver perso i propri mezzi di sostentamento per aver pensato di candidarsi in politica e segnalava come questo fatto sia un freno alla partecipazione alla vita politica, ma contemporaneamente protestava contro lo Stato che garantisce ai propri dipendenti tale possibilità (presumo non retribuita, correggetemi se sbaglio). 

Non credo (e non troverei coerente con il suo sbandieratissimo pensiero) che l'antistatalista Giannino ritenga che lo Stato (per lui ladro per definizione anche nell'ultima puntata della sua trasmissione) debba farsi carico del costo di una scelta personale come è il candidarsi in politica e spero non ritenga preferibile che l'ostacolo sia generalizzato in modo da rendere la politica un affare per ricchi annoiati...

Ciao

Paolo

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