Buongiorno,
tempo fa avevo scritto un paio di post (questo e questo) sull'ipotesi del progetto di realizzazione del Palais Lumiere, la torre che Pierre Cardin diceva di voler realizzare recuperando parte dell'area industriale abbandonata di Porto Marghera, sottolineando come ritenessi la realizzazione dell'opera potenzialmente positiva.
Oggi, purtroppo, dopo ormai ripetuti ed evidenti segni dell'approssimazione con cui sia il proponente che gli enti pubblici preposti stanno gestendo il progetto, mi ritrovo a scrivere un post di segno opposto ed a dubitarne fortemente, al punto di temere che ogni buona prospettiva si stia sciogliendo come neve al sole, nella migliore tradizione italiana, e che potrebbe quindi essere preferibile lasciare tutto com'è.
Ma, poichè non vorrei passare per lo stereotipo del NIMBY o dell'immobilista (come capita sempre a chi, andando a guardare dentro ad un progetto, ne vede anche gli aspetti negativi), devo affrontare le cose con un po' d'ordine, perchè durante il tempo trascorso sono "emersi" dei fatti non trascurabili che precedentemente erano rimasti in ombra (complice magari il desiderio del Comune di Venezia di monetizzare l'opera e rispettare il patto di stabilità con i proventi della vendita dei terreni) che evidenziano da un lato come siano stati sottovalutati alcuni aspetti tecnici relativi alla realizzazione, dall'altro come ci fosse scarsa chiarezza sui costi e le relative competenze.
Sul fatto che la realizzazione della mastodontica torre potesse essere in conflitto con l'attività dell'aeroporto avevo già scritto, ma, con il passare del tempo sembra che questo non sia l'unico aspetto tecnico sottovalutato (e peraltro risolto solo grazie ad una deroga dell'ENAC) nella valutazione del progetto.
Perchè adesso cominciano ad emergere una serie di costi (credo che tecnicamente si chiamino "oneri di urbanizzazione") che nel progetto iniziale erano stati sottovalutati e/o considerati a carico del proponente.
E così oggi si scopre che i costi del ramo (e dei convogli) della tram che dovrebbero servire la torre, contrariamente a quanto si pensava (o si voleva pensare) non sono a carico del proponente, ma a carico del Comune. Per un preliminare di almeno 25 milioni di euro. E purtroppo sappiamo che in Italia, spessissimo, tra il preliminare ed il costo finale i costi si gonfiano di un bel po'.
Il che mi porta a suggerire di verificare con un certo scrupolo quali, quanti ed a chi eventualmente competano anche tutti gli altri oneri di urbanizzazione che si rendessero necessari (che so, strade, parcheggi, servizi ed utenze varie: acqua, fognature, elettricità, telefonia, gas,...). Perchè a botte di qualche decina di milioni per volta anche il migliore dei progetti può diventare economicamente insostenibile anche se dichiarato a costo zero per il pubblico.
Inoltre si scopre che il proponente, a fronte di un investimento previsto di circa un miliardo e mezzo, e dopo ripetute pressioni per accelerare i tempi di autorizzazioni e deroghe (problema sostanzialmente risolto grazie alla firma di un accordo di programma), arrivato al dunque e dovendo acquistare i terreni, non ha i soldi per poterlo fare.
Eppure si tratta di una cifra che, pur importante (si tratta di 39 milioni di euro), è risibile a fronte dell'enorme ammontare dell'intero progetto, forse il 3%. Il che fa pensare che, forse, prima di procedere nella realizzazione, valga la pena di valutare la solidità economica del progetto e del proponente.
Perchè non vorrei che quando si arriverà a dover affrontare il fatto che bonificare quei terreni ha un costo abnorme, perchè abnorme è l'abuso che è stato fatto di quel territorio nei decenni precedenti (situazioni già verificatesi marginalmente in zona con le bonifiche dell'area del Centro Vega e del parco di San Giuliano), ci si accorga che non ci sono i soldi per farlo o che, contrariamente a quanto si era inteso (o era stato dato ad intendere, o si era voluto intendere, fate un po' voi) i costi non competono al proponente.
E, di scarsa chiarezza in scarsa chiarezza, un passettino alla volta, un trasferimento alla volta, una sottovalutazione alla volta, una scoperta alla volta, il tutto non si trasformi in un investimento speculativo a scopo privato fatto con soldi pubblici. Cosa di cui in questo Paese siamo maestri.
Ciao
Paolo
Nessun commento:
Posta un commento