Buongiorno,
il mio silenzio continua, ma oggi per fortuna c'è Tommaso che ha qualcosa da dire
questo post nasce da un susseguirsi di cantonate della stampa e da una discussione su FB (lo so devo smettere :-)).
I fatti:
1) Un'agenzia di
stampa riporta in modo non corretto le misure del governo per facilitare
l'assunzione dei giovani: dal comunicato appare che per avere diritto
agli incentivi sia necessario, oltre al requisito dell'età:
-Essere disoccupati da sei mesi
-Avere un titolo di studio inferiore al diploma
-Avere almeno una persona a carico
TUTTI E TRE!
2) Molti giornali riprendono la notizia generando i soliti post indignati sui social network e anche su Phastidio.
3) In serata arrivano le precisazioni del governo: è sufficiente una sola delle condizioni per avere diritto all'incentivo
4)
Il giorno seguente compare su alcuni giornali una lettera in cui un
professore racconta di aver ricevuto la richiesta di un padre di
bocciare il figlio, altrimenti non potrà essere assunto dalla pizzeria
in cui lavora.
5) In serata si scopre che la lettera è falsa,
prodotta da un'agenzia pubblicitaria, qui un riassunto della vicenda con
considerazioni di ovvio buonsenso.
6) Non ho trovato autocritiche o scuse, ma ho trovato una lirica autoassoluzione di Gramellini
C'è
talmente tanto odio pregiudiziale nei confronti dei politici-cattivi
che non si controlla nemmeno di aver capito bene e si fa credere ai
cittadini che il governo abbia prodotto un sistema di incentivi dalle
regole folli. Viene quasi il sospetto che, nel dubbio, si propenda sempre per ciò che mette sotto accusa gli unici colpevoli del disastro.
Quando arrivano le rettifiche alla notizia, ci
sono indignati del popolo-della-rete, arrivano a sostenere che "quelli
sono andati in confusione e hanno fatto una rettifica a cazzo", come se realmente il
provvedimento fosse stato comunicato nella forma riportata dall'agenzia
di stampa e, accortisi solo dopo della follia della cosa, quei
cialtroni che ci governano stessero mettendo una pezza posticcia.
Talmente è radicato il pregiudizio per cui ogni provvedimento è contro di noi, è sbagliato, è losco che si perdono di vista i fatti e la logica. In ogni caso nessun giornalista chiede scusa. Phastidio rettifica, invece.
Il giorno dopo c'è la pagliacciata della
lettera falsa. E anche qui i giornali online eliminano la notizia ma si
guardano bene dallo scusarsi (almeno non in evidenza, confesso che non
ho cercato troppo).
Ma anche qui, come spiega bene De Luca che ho
linkato più sopra, un minimo di buon senso sulla tempistica di questa
lettera non dovrebbe spingere a controllare un po' meglio le fonti?
Invece no: la foga di gettare benzina sul fuoco dell'odio solo verso la politica è tale che si rilancia una balla perché "il problema mi sta a cuore" e perché "l'ingenuità è meglio del cinismo".
Merita poi una lettura (con una buona camomilla) la
lettera con cui l'agenzia pubblicitaria rivendica la paternità della
non-notizia.
"I nostri strumenti per prendere la parola sono questi. Così facciamo per le aziende e i partiti con cui lavoriamo e così abbiamo fatto per dire la nostra. La lettera l’abbiamo costruita con il nostro stile. Una piccola operazione di comunicazione per suscitare delle riflessioni. Lo chiamiamo design fiction: costruiamo narrazioni che hanno un effetto sulla realtà."
"Un’ora di lavoro per i nostri copywriter per creare uno storytelling semplice da dare in pasto ai media. Un indirizzo creato ad hoc e l’invio della mail alla rubrica delle lettere dei tre principali quotidiani italiani con preghiera di non pubblicare il nome inventato della latrice. Il resto è l’ordinario funzionamento della macchina mediatica."
"I nostri strumenti per prendere la parola sono questi. Così facciamo per le aziende e i partiti con cui lavoriamo e così abbiamo fatto per dire la nostra. La lettera l’abbiamo costruita con il nostro stile. Una piccola operazione di comunicazione per suscitare delle riflessioni. Lo chiamiamo design fiction: costruiamo narrazioni che hanno un effetto sulla realtà."
"Un’ora di lavoro per i nostri copywriter per creare uno storytelling semplice da dare in pasto ai media. Un indirizzo creato ad hoc e l’invio della mail alla rubrica delle lettere dei tre principali quotidiani italiani con preghiera di non pubblicare il nome inventato della latrice. Il resto è l’ordinario funzionamento della macchina mediatica."
Leggendo tutto il testo viene anche il forte sospetto che gli autori dell'"operazione di comunicazione" considerino "surreale" il decreto, basandosi proprio sugli equivoci del giorno precedente.
Mi chiedo se davvero si può credere che un Paese
possa andare avanti basandosi su microimprese che fanno questo tipo di
lavoro e su una macchina mediatica che funziona ordinariamente in questo modo.
Il risultato finale di tutta questa schifezza è che ci sono senza dubbio molti cittadini informati superficialmente che sono indignati per
aver sentito dire che gli incentivi sono impossibili da ottenere e che
"quelli ci prendono anche in giro". I più sgamati magari citano pure la
lettera falsa per giustificare quanto sono incazzati.
E intanto la macchina mediatica ordinariamente inonda di benzina il fuoco della rabbia mal diretta.
Saluti
Tommaso
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