Buongiorno,
è da un po' che attendevo il pretesto per poter esporre una mia confusa idea / impressione su un argomento che ha poco a che vedere con quelli normalmente trattati su questo blog, ma che ha invece a che fare con una delle mie passioni e la diversa percezione che di questa si può avere a seconda del, chiamiamolo così, background culturale.
E finalmente in un blog che leggo saltuariamente anche se con una certa soddisfazione ho letto questo post, che, stiracchiato un po', si presta allo scopo.
In pratica il disagiato, persona evidentemente colta e preparata, descrive la sua esperienza deludente nel confrontarsi con dei film d'animazione e con una graphic novel, prodotti peraltro con velleità che vanno oltre quelle strettamente commerciali e che danno spazio ad ambiti di creatività, originalità e manifestazioni di talento, cose che però evidentemente lui non è riuscito ad apprezzare a pieno.
Da appassionato di fumetti ho vissuto l'esperienza di veder trattare come poco più che una manifestazione di infantilismo la mia confusa passione dai miei genitori, persone che peraltro sono sicuramente sempre state in grado di apprezzare con discreta soddisfazione svariate forme di arte "classica". Anche quando a me era evidente il valore artistico dell'opera che stavo leggendo.
Il fatto è che l'assidua frequentazione dei fumetti mi aveva portato a sviluppare gli strumenti per apprezzare quelle opere, strumenti che a scuola non si fornivano e di cui i miei sono tuttora completamente sprovvisti, perchè ancor meno venivano forniti ai loro tempi (sempre che ai loro tempi esistesse un prodotto realmente artistico nel mondo dei comics).
In sintesi estrema la mia impressione è che nel tempo siano nate forme realmente artistiche (e per ora spesso scarsamente riconosciute) in settori dei media normalmente ritenuti di mero intrattenimento, forme che riescono a sfruttare peculiarità del mezzo su cui o per cui sono realizzate e che precedentemente non erano possibili o non trovavano adeguato utilizzo o addirittura connotavano negativamente opere in altri settori.
Parlo ad esempio della serialità che, sia nel mondo dei comics che in quello dei telefilm, permette una definizione ed una evoluzione dei caratteri dei protagonisti e dei comprimari (e una conseguente empatia sviluppabile nei loro confronti) mai nemmeno immaginabili precedentemente e la creazione di sviluppi narrativi di respiro un tempo inconcepibili.
Parlo ad esempio ulteriore delle capacità di realizzare interattività, realtà digitali bellissime e coinvolgenti esperienze sensoriali diverse ed armonizzate tra loro nel mondo dei videogiochi.
Cose di cui chi è legato solo ad una formazione culturale classica difficilmente riesce ad apprezzare la portata perchè contemporaneamente privo degli strumenti culturali per poterla riconoscere ed apprezzare e frenato da modalità di fruizione dell'opera che spessissimo non gli sono consone perchè in esse non ricerca un prodotto artistico ma si accontenta di vedervi solamente un prodotto commerciale di intrattenimento. (1)
Il che sembra tradursi nel fatto che chi ha una più solida cultura classica in questo momento sembra si stia perdendo degli sviluppi nuovi ed interessantissimi. Spero che i loro figli siano in grado di aprire i loro orizzonti, perchè sarei sicuramente molto orgoglioso di aver riconosciuto anzitempo il valore di alcune opere che secondo me meritano di diventare futuri riferimenti classici dei loro generi.
Ciao
Paolo
(1) Immagino che qualcosa di simile sia successo agli albori dei generi musicali nati nel secolo scorso come il Jazz o il Rock. Eppure credo che pochi oggi, dopo che quei generi ed i loro fruitori hanno raggiunto una sufficiente maturità, metterebbero in discussione il valore artistico di certi pezzi di Miles Davis o dei Pink Floyd.
(1) Immagino che qualcosa di simile sia successo agli albori dei generi musicali nati nel secolo scorso come il Jazz o il Rock. Eppure credo che pochi oggi, dopo che quei generi ed i loro fruitori hanno raggiunto una sufficiente maturità, metterebbero in discussione il valore artistico di certi pezzi di Miles Davis o dei Pink Floyd.
6 commenti:
Buondì,
È senz'altro vero quanto scrivi nel post a proposito della difficoltà, in certi ambiti, di vedere riconosciuta la qualità artistica per le opere di generi nuovi. Senza arrivare alle graphic novel, ci sono anche generi letterari che sono in qualche modo "ostracizzate". Sto leggendo due monumentali saghe fantasy, entrambe a mio parere di qualità. Difficilmente esse saranno considerate come "grandi".
Credo tuttavia che il post cui ti riferisci alluda alla sopravvalutazione che avviene in altri ambienti di certe opere. Non sono neanche sicuro che si tratti di "cultura classica".
Credo che il disagiato si riferisca a "persone che hanno superato i trent'anni" praticamente senza leggere mai un libro, andando a vedere solo blockbuster a cinema. Queste persone poi le ritrovi a mitizzare questo fumetto o quel film d'animazione, esagerando un tantino, di fatto senza un termine di paragone.
Saluti
T.
PS1: Non sono un appassionato di fumetti, ma diverse graphic novel che ho letto meritano di essere considerate opere di qualità al pari di un buon romanzo.
PS2: apprezzo molto il blog del disagiato, di cui apprezzo sempre moltissimo lo stile e spessissimo i contenuti.
@ T.:
in realtà non avevo pensato all'aspetto di cui dici, me ci sta.
Per chi abbia il desiderio di esplorare il mondo dei fumetti personalmente sconsiglio di partire da graphic novels, che spesso sono opere piuttosto difficili anche se effettivamente hanno la velleità di essere l'apice artistico del genere.
Per chi volesse, in questi giorni in edicola ci sono le ristampre di Ken Parker e dell'opera omnia di Hugo Pratt: un piccolo delicato capolavoro nel suo genere il primo, cresciuto nei contenuti narrativi e grafici numero dopo numero sino ad arrivare alla poetica conclusione ne "Il respiro e il sogno" (che racconta quattro piccole storie senza che i protagonisti siano chiamati a proferire una sola parola), un artista onirico, ricco e completo il secondo, che troppo spesso si confina al suo principale personaggio, Corto Maltese.
Ciao
Paolo
Ciao Paolo,
bel tema e credo che tu abbia ragione.
Considera che ogni nuova forma d' arte è stata inizialmente sottovalutata dai cultori dell' arte precedente - 'gotico', 'barocco' , 'impressionismo' sono tutte espressioni che nacquero con tono dispregiativo.
Non è sorprendente che ci sia chi oggi sottovaluta le potenzialità del fumetto e dell' animazione.
Ribalterei però il tuo discorso sulla 'cultura classica'. Se ben insegnata trasmette capacità critica e aiuta a non restare intrappolati in nessun conservatorismo.
Per quel che mi riguarda, Se questo è un uomo e Maus sono equivalenti nella loro capacità di trasmettere il senso della tragedia dell' Olocausto. Insomma, Viva il Fumetto !
OK Paolo.
In tarda età sono passato da Dostojevsky ai fumetti. Ho ricominciato con i Texoni a colori di Repubblica, poi Ken Parker nella ristampa completa della Panini, Nick Raider, infine la fantascienza della banda dei Sardi (Nathan Never. Legs, Agenzia Alfa) che sto leggendo in questo momento. Da poco ho scoperto Luca Enoch (Gea, Sprayliz), uno degli autori migliori in assoluto. Senza tralasciare i grandi Jodorowsky, Charlier, Giraud (Moebius), Vance, Van Hamme ecc. Ugo Pratt invece mi annoia.
I fumetti sono considerati letture per giovani, e forse in parte è vero. Ma, almeno per quel che mi riguarda, sono godibilissimi anche dagli adulti.
Dimenticavo: la maggior parte comprati non in edicola, ma nei mercatini dell'usato, pagandoli pochissimo.
Ciao
Mario
@ luca:
è drammatico che due vicini di casa debbano ricorrere ad un blog per riuscire a scambiare un paio di opinioni. Una sera organizziamoci per una pizza ;-)
@ un po' tutti:
quanto ai fumetti mi permetto di consigliare anche l'ottimo e spesso profondo Julia, di uno degli autori di Ken Parker.
Si vede che abbiamo una certa età: tutti parliamo di fumetti, nessuno di videogiochi. Eppure credi che cose come Assassins Creed...
Ciao
Paolo
Se parliamo di videogiochi, il datato Planescape: Torment non può non essere citato.
Saluti
T.
Posta un commento