Angela ce la può fare. E noi?

Buongiorno,

nello scontro ormai unicamente (e biecamente) ideologico sulle politiche europee relative ad immigrazione ed asilo evidenziato dalle reazioni oltre il limite del demenziale alla iniziativa tedesca di aprire le proprie frontiere ai profughi siriani, i mille starnazzamenti che si sentono hanno forse sommerso una considerazione che non mi pare aver sentito fare relativa alla gestibilità ed alla convenienza della situazione.

Infatti chi ieri berciava contro gli immigrati cercando di respingerli tutti perchè:
  • ci rubano il lavoro -ma contemporaneamente secondo loro vivrebbero senza far nulla dei mitici 35€ che peraltro spenderebbero andando a prostitute-,
  • non si integrano -ma pretendiamo di confinarli il più al margine possibile rispetto alle nostre città-, 
  • ci portano via le donne -finalmente un simpatico ritorno al naturale concetto che la femmina donna è proprietà maschile-, 
  • vanno aiutati a casa loro -ma gli aiuti al sud del mondo nei fatti praticamente non si vedono-, 
  • vogliono distuggere la millenaria civiltà cristiana -detto da chi preferiva sposarsi con buffonate celtico/padane-,
  • altri simili ossimori a profusione (credo manchi solo, ma non ne sono del tutto sicuro, l'accusa di diffondere, oltre la peste, anche la terribile ideologia gender),
 e oggi resta coerentemente contraddittorio contestando la Merkel perchè si prende in casa i profughi "buoni" perchè più ricchi, più scolarizzati, più laici, più organizzati in nuclei familiari, più vicini al mondo occidentale ed in definitiva più integrabili, chiaramente non ha argomenti logici per sostenere le proprie posizioni e sta passando il tempo a ringhiare il proprio consenso ad una posizione che definirei ideologica e pre - politica, nel senso che è totalmente avulsa dalla realtà: una posizione buona per la curva di uno stadio di un Paese scarsamente civile, ma ben lontana da qualsiasi forma di raziocinio e di praticabilità.

Avere una politica significa invece fare delle scelte sostenibili, magari anche impopolari, sulla base di valutazioni razionali. Ed in tal senso trovo molto rassicurante ricordare che la Germania che ha scelto a chi aprire le proprie porte è probabilmente l'unica nazione europea ad aver affrontato, anche in anni recenti, ripetuti percorsi di accoglienza ed integrazione di portata analoga (se non superiore) a quella attualmente in corso, traendone un notevole beneficio. In Germania risiedono, convivono e contribuiscono all'economia della locomotiva economica (e non solo) europea, milioni di persone di origine turca, dell'ex jugoslavia, della Russia, dell'Italia, della Polonia,...

Persone giunte in Germania spesso come profughi in fuga di massa dalla guerra o dalla miseria dei Paesi del blocco orientale dopo il crollo del muro. Per non parlare di quelli riassorbiti con l'unificazione tra repubblica Federale e Democratica.

Persone la cui integrazione non è mai stata semplice, ma che alla lunga non mi pare abbiano affondato la Germania, anzi.

Insomma, penso che se ci credono i tedeschi che più e meglio di tutti lo hanno fatto, dovremmo provarci anche noi, magari imparando ad imitarli.

Ciao

Paolo

1 commento:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

come detto ieri, sono d'accordo.

Finché i nostri media e la nostra politica - strettamente legati in tutto ciò che è deteriore - ci propineranno poltiglie razziste e ciniche, ce la sogniamo la Germania.

Ciò che emerge nitidamente è la differenza tra chi ha una classe politica, dei media e quindi una società degna e chi no.

Senza voler dire che sia la perfezione, il confronto con la Germania risulta impietoso.

Saluti

T.