Buongiorno,
leggevo alcuni giorni fa questo post di Gilioli relativo al fatto che il governo non sembra intenzionato ad introdurre alcun sistema di riconoscimento personale per gli agenti di pubblica sicurezza, ma sembra intenzionato a limitarsi a gettare un po' di fumo negli occhi di chi vorrebbe veder adottato un semplice principio di civiltà (1).
Quello che sembra venire avanti mi pare essere un mix di disinformazione ed immobilismo ormai consueto: da un lato si alza una cortina di fumo per distrarre l'opinione pubblica, dall'altro, nella sostanza se non proprio nella forma, si lasciano le cose com'erano .
Penso si tratti del modo in cui i nostri governi si accaparrano da anni il consenso delle frange minoritarie più conservatrici o incistate nei propri privilegi in settori in cui l'arretratezza è tale che qualsiasi riforma verrebbe vista come un adeguamento indispensabile ed ormai tardivo.
Mi spiego con un po' di esempi presi dall'attualità, anche tra riforme che stanno andando in porto, a partire dal caso segnalato da Giglioli:
- Identificazione personale delle forze dell'ordine: l'applicazione di un codice identificativo sulle divise è soluzione banale, ovvia ed internazionalmente diffusa. Quindi sarebbe cosa per la quale nessuno si spellerebbe le mani in applausi. Meglio restare dove siamo ed incassare il consenso di quelli cui è garantita l'eventuale impunità. Meglio ancora fingere di aver fatto un passo nella giusta direzione, che sembra sia quanto sta succedendo.
- Unioni gay: le persone direttamente interessate sono una minoranza, probabilmente meno dei bigotti. Ed ecco che, politicamente, è più redditizio incassare l'appoggio politico di quest'ultimi, provvedendo magari contestualmente a gonfiarne le schiere e giustificare l'immobilismo sbandierando le terribilissime et hobbrobriose teorie gender,
madrigenitorenumerouno di tutti i mali dell'umanità. - Colosseo: prendiamo il caso della chiusura del Colosseo di cui abbiamo parlato ieri. Perchè il governo ha portato le cose al punto in cui si è giunti? Perchè non c'è nessun merito (e quindi nessun ritorno politico) dall'ottenere un funzionamento decente di una risorsa di notevole importanza, funzionamento decente che tutti darebbero per ovvio. Meglio restare immobili e strumentalizzare l'inefficienza per conseguire altri risultati, come avvenuto in questi giorni.
- Giustizia: pur a fronte di esperienze pilota coronate da successo -Bolzano, Torino- che evidenziano la riformabilità e la possibilità di avere un sistema efficiente, restiamo immobili ed ancorati ad una organizzazione borbonica, che premia gli aspetti burocratici rispetto all'equità ed efficienza del sistema. E non è un caso che ciò avvenga nel Paese in cui gli avvocati sono la categoria più presente al Parlamento e cui si insegna che "Causa che pende è causa che rende".
E anche dove le riforme sono alla fine state fatte o si stanno facendo, come nel caso della stabilizzazione dei precari della scuola, le tante contestazioni (spesso all'interno di relativamente pochi casi concreti
di reale disagio o inefficienza) evidenziano il fatto che si tratta di cose talmente in
ritardo sui tempi da non poter essere vantate a merito (ed
incassate sul piano politico ed elettorale) da alcun governo. La
stabilizzazione è diventata una ovvietà tardiva che viene offuscata
davanti alle inevitabili difficoltà ed ha invece intaccato l'appoggio
politico al governo di chi, ad esempio nella scuola privata o nel suk delle designazioni dell'ultimo momento, aveva
convenienza al protrarsi delle condizioni di precarietà tra il personale
docente.
L'aspetto deleterio di questa condizione è che, in assenza di un rovesciamento delle priorità dell'elettorato e di una adeguata sottolineatura degli elementi positivi di quanto si sta facendo o di quanto si ha intenzione di fare, il Paese rimane immobile, preda degli interessi e dei privilegi delle minoranze più retrive e conservatrici.
Ciao
Paolo
(1) Si vuole rendere identificabile, attraverso un codice di riconoscimento, non il singolo operatore, ma solo il suo reparto di appartenenza. Si vuole cioè rendere palese quello che sarebbe comunque facile sapere o ricostruire in caso di necessità, lasciando intonsa la sostanziale possibilità dei singoli di ammantare nell'anonimato le eventuali responsabilità personali.
1 commento:
@Paolo
Ritorno sulla vicenda colosseo:
Non ricordo in che blog l'ho letto ma c'è chi ha giustamente rispolverato la vicenda di Ponte Vecchio chiuso. Chi ha chiuso un luogo turistico e luogo pubblico per una festa privata?
Quello che nello scorso fine settimana si scagliava contro i sindacati.
Al premier gli riesce difficile il gioco "trova le differenze".
Saluti.
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