Buongiorno,
oggi, mentre l'onnipresente Marchionne annuncia di aver raggiunto il 25% di Chrysler, di puntare al 51% entro l'anno e di avere un piano B in caso il referendum non avvalli gli accordi di Mirafiori, vi propongo questo articolo di Pale sul caso Fiat:
Ho ascoltato in questi mesi spesso Oscar Giannino nel suo programma "Nove in punto". Trovo molto spesso la sua trasmissione molto interessante, anche perche' Giannino ha l'ottima abitudine di argomentare le sue posizioni e non teme i confronti dialettici.
Detto cio', mi sono trovato, con mia sorpresa, spesso in quasi sintonia con lui riguardo il caso Fiat. Pur non avendo approfondito tanto da parte mia, vorrei mettere sul piatto qualche spunto di riflessione che sono sicuro troverà molti di voi contrari.
1) Lo Stato giustamente non dovrebbe intervenire nelle trattative private, quindi non vedo il problema nel suo silenzio. Uno Stato dovrebbe preoccuparsi di fare in modo di mettere nelle migliori condizioni i lavoratori e gli imprenditori di fare il loro lavoro. In questo scenario da me auspicato la cassa integrazione e' uno strumento da non usare mai, a meno di casi rari e particolari e solo per un tempo massimo sia per il lavoratore che per l'azienda. Anzi, secondo me al posto della cassa integrazione sarebbe meglio che lo Stato, se proprio deve metterci soldi, lo faccia per la formazione dei lavoratori che, evidentemente, se sono in cassa integrazione non sono piu' utili all'azienda.
Detto cio', mi sono trovato, con mia sorpresa, spesso in quasi sintonia con lui riguardo il caso Fiat. Pur non avendo approfondito tanto da parte mia, vorrei mettere sul piatto qualche spunto di riflessione che sono sicuro troverà molti di voi contrari.
1) Lo Stato giustamente non dovrebbe intervenire nelle trattative private, quindi non vedo il problema nel suo silenzio. Uno Stato dovrebbe preoccuparsi di fare in modo di mettere nelle migliori condizioni i lavoratori e gli imprenditori di fare il loro lavoro. In questo scenario da me auspicato la cassa integrazione e' uno strumento da non usare mai, a meno di casi rari e particolari e solo per un tempo massimo sia per il lavoratore che per l'azienda. Anzi, secondo me al posto della cassa integrazione sarebbe meglio che lo Stato, se proprio deve metterci soldi, lo faccia per la formazione dei lavoratori che, evidentemente, se sono in cassa integrazione non sono piu' utili all'azienda.
2) Marchionne da sempre pare essere contro incentivi di ogni sorta, quindi dire che la Fiat va avanti solo con i soldi delle tasse non e' piu' vero e tende a distrarre dalle problematiche attuali. Marchionne, non sta cercando di imporre i contratti che ha fatto firmare a Detroit. La riorganizzazione del lavoro e il forzare le relazioni con le rappresentanza sindacali sono degli strumenti necessari per guadagnare in competitività. Questo pero' e' vero solo se a fianco di queste operazioni si cerca di mettere piu' innovazione nel prodotto. Su quest'ultima cosa non ne so abbastanza e vorrei se ne parlasse molto di piu', piuttosto che limitare la discussione sul presente.
3) Noto che vi e' chiaramente un problema di rappresentanza dei lavoratori, non solo all'interno di Fiat, ma anche in generale in Italia. E' strano che la Fiom da anni non firmi i contratti nazionali, ma pretende di essere parte delle contrattazioni. Il rapporto fra lavoratore e manager non dovrebbe essere fondato sulla paura e sul ricatto, ma dovrebbe essere fondato sull'accordo degli obiettivi. Questo vale tanto per Marchionne quanto per la Fiom.
4) Mi sembra strano che (a quanto dice Giannino) in altri settori, come quello chimico, vi sono gia' contratti come quello Fiat e che non ci sia stata la stessa lotta sindacale. Forse che il terreno Fiat e' quello politicamente piu' appetibile?
5) Pare che a Pomigliano l'assenteismo sia maggiore che a Mirafiori, ma che in entrambi i casi il tasso sia maggiore della media (fonte sempre Giannino). Questo, indica un problema reale nella gestione del lavoro e nel management degli stabilimenti. Questo vuol dire che la colpa non e' solo dei lavoratori ma anche dei manager. A questo proposito credo che l'alta dirigenza Fiat dovrebbe interrogarsi sui cicli produttivi, sulla qualita' dei lavoratori assunti, ma anche sulla qualita' dei propri dirigenti. Il fatto di non pagare il primo giorno di malattia oltre ad una certa soglia raggiunta per il primo anno, e dal secondo anno i primi due giorni mi sembra una buona misura. Eppure mi sembra che manchi la parte dove i dirigenti pagano la responsabilità oggettiva di avere tanti assenteisti sotto di loro.
6) Se da una parte e' certamente vero il fatto che l'Italia ha sofferto la crisi meno di tanti altri paesi grazie alle spalle larghe delle industrie manifatturiere, dall'altra credo che in Italia sia necessario potenziare il terziario. Il costo del lavoro in Italia e' maggiore di quello della Polonia, dell'India e della Cina e non possiamo pensare di competere con quei mercati. Secondo me la direzione che dovrebbe prender l'Italia e' quella di potenziare il turismo e trasformarsi in un paese che produce innovazione e brevetti. Questo permetterebbe di sfruttare i laureati che il nostro Paese sforna ed esporta gratis e di avere prodotti che valgono quanto costano.
7) Un tema caro a Giannino e' quello delle tasse. Su una cosa sono pienamente d'accordo con lui. Non e' possibile che chi rischia creando un'impresa (e quindi lavoro e ricchezza) debba vedersi derubato di una percentuale mostruosa dei propri introiti. Quegli stessi soldi sarebbero utili per avere una migliore qualita' del prodotto e magari anche piu' soldi per i lavoratori. Allargando il problema, quello che propone Giannino sul tetto in costituzione del debito pubblico mi sembra quanto mai auspicabile... ed irrealizzabile in Italia (anche se in Germania esiste ed i risultati si sono visti).
Pale
Riprendo la linea per un paio di osservazioni sul post e due "comuncazioni di servizio".
Come Pale prevedeva io mi trovo in dissenso su vari aspetti: ad esempio non vedo perchè lo Stato non debba "intromettersi" nelle trattative tra imprese e lavoratori, lo trovo anzi potenzialmente utile, come dimostra la legislazione sulla sicurezza sul lavoro, quando questa non sia in grado di tutelare i diritti di una delle due parti. Ed è quanto meno impreciso sostenere, come fa tendenziosamente Giannino, che FIOM da anni non sottoscrive contratti nazionali...
Quanto al penultimo punto condivido l'analisi solo in parte: sono convinto che sia velleitario pensare di poter produrre brevetti ed innovazione senza avere rapporti stretti con la produzione: è una strada che si è già pensato di percorrere nel mondo dell'HW informatico e nella telefonia cellulare, con il risultato che Europa ed USA esistono ormai solo come marchi, ma non come progettazione e costruzione (con la sola eccezione in controtendenza di Nokia).
Infine sull'ultimo punto penso che in linea di principio ed in un mondo ideale tu abbia perfettamente ragione, in quello reale, in Italia tra Stato e imprese (specialmente quelle possedute da finanziarie aventi sede in paesi fiscalmente amici) è una bella lotta a chi si comporta peggio.
Cambiando argomento: cercando di recepire i vostri suggerimenti ho aggiunto due pagine tematiche per dare ordine a segnalazioni di notizie ed articoli interessanti ma OT e per il filone Antimafia: le trovate nel navigatore dl blog. Vediamo se possono funzionare.
Ciao
Paolo
24 commenti:
Non solo è impreciso affermare che la FIOM, accusata di rompere l'unità sindacale (come ha detto recentissimamente Giannino se non erro a IN ONDA) da 12 anni si chiama fuori da OGNI tavolo di concertazione, ma cio' è addirittura FALSO!
Sono stati firmati invece numerosi accordi per contratti di solidarietà ed aumenti di produttività con fior di multinazionali del calibro di Whirlpool, Indesit, Electrolux… mica società di mutuo soccorso! Come mai solo la Fiat ha bisogno di infrangere il contratto?
Con questo accordo la Fiat acquisisce la libertà di licenziare i lavoratori in sciopero. Non mi pare una questione molto astratta e nemmeno un arroccamento ideologico.
Se poi vogliamo parlare di intenti punitivi, la cancellazione dei tre giorni di carenza malattia?
(non bisognerebbe chiedere allora il ristorno dei contributi INPS per assicurazione malattia??).
L’unità sindacale la rompe chi accetta accordi discriminatori, non chi li rifiuta.
Non bisogna ascoltare solo i commentatori come Giannino: in questi giorni Maurizio Landini (del '61 come me!!) ha avuto molto spazio in TV e in radio.
Domenica era dall'Annunziata insieme a Bombassei, Vice-President di Viale dell'Astronomia e anche membro del CDA della newco FIAT INDUSTRIAL (Iveco+CNH) nella difficile posizione di chi, da una parte deve sostenere lo strappo di Marchionne per realizzare la sua strategia temporanea e strumentale delle deroghe al contratto nazionale, e dall'altra pero' auspica che le newco rientrino prestissimo in Confindustria.
E mi sembra del tutto evidente, visto che parliamo della principale azienda italiana ed inevitabilmente del suo indotto.
Ieri sera, come ho segnalato già, Landini era da Lerner.
Basta ascoltarlo, non cambia mai di una virgola quella che è e rimane la posizione di FIOM.
Ho sentito dichiarazioni della Camusso proprio al GR24 delle 12 e mi sembra molto allineata....finalmente!
Buongiorno,
Sono assai d'accordo con te sulla trasmissione di Giannino che, a parte qualche caso, trovo sempre ottima.
1) Pienamente d'accordo con te (e con Giannino), infatti a Sacconi e a Berlusconi bisognerebbe ricordarlo spesso!
2) E' vero che Marchionne si è sempre detto contrario agli incentivi anche se poi li ha chiesti e avuti, ma non ci sono solo quelli prima di lui: Ad esempio: quanti soldi ha avuto la FIAT per aprire gli stabilimenti al Sud? Anche la cassa integrazione da un lato è una tutela per gli operai, ma dall'altro è un incentivo per le aziende: perché ad esempio le linee di produzione vengono fatte lavorare a pieno regime per qualche mese e poi per qualche altro mese vengono messi a Cassa Integrazione gli operai, utilizzando i magazzini della produzione in eccesso per soddisfare le richieste del mercato?
3) Sono d'accordo con Francesca, ma secondo me il problema è che il sindacato, per come oggi è strutturato, non risponde più alle esigenze di tutela e di affermazione delle proprie richieste dei dipendenti.
4) Non è solo per la FIAT che vale questo discorso, lo stesso è successo anche in Piaggio, dove lavoro io.
5) Sono d'accordo con questa osservazione, ci sono persone per la serie: "voglia di lavorare saltami addosso", ma ci sono anche casi, come ho visto spesso dove lavoro, in cui vengono spesso ignorate le richieste dei lavoratori di avere un semplice permesso, e questi per risposta mandano il certificato medico.
6) D'accordo con Giannino.
7) Giannino avrebbe ragione se tutti pagassero le tasse, e queste continuassero a rimanere alte, ma purtroppo non è così. E quando dice che se si abbassero le tasse anche gli evasori sarebbero invogliati a pagarle sono sicuro che la cosa da noi non funzionerebbe.
A proposito della Nokia non so quanto sia vero quello che affermi Paolo: io so che il mio cellulare è di concezione Norvegese ma Made in Hungary.
Come previsto sono in disaccordo su molti punti.
Anche io, ascoltando Nove in punto, trovo spesso punti di vista nuovi rispetto ai miei a volte li trovo condivisibili. Può capitare però che, essendomi informato prima o facendolo dopo, io smascheri qualche omissione o qualche piccola "imprecisione" che, se corretta demolisce argomentazioni in apparenza convincenti.
Fidarsi ciecamente di ciò che dice una sola persona (specialmente se schierata come Giannino) porta nella migliore delle ipotesi a sapere solo una parte della verità.
Nel merito, altri hanno già scritto che è falso che la FIOM non firmi contratti da anni. Credo anche che non sia vero che in altri settori siano stati fatti accordi Pomigliano-like: in deroga al CCNL.
Esprimo la mia opinione su alcuni punti che mi appassionano e mi fanno scaldare:
1) Credo sia lapalissiano che Marchionne cerca di portare a casa un accordo vantaggioso per la sua azienda, approfittando cinicamente, ma lecitamente della crisi.
Altrettanto evidente è che sia in atto un ricatto, e che sia impossibile per il sindacato tutelare i diritti dei lavoratori nella situazione attuale.
Lo stato italiano ha interesso o no a evitare che la FIAT se ne vada? ha interesse a conoscere la validità del piano industriale proposto da FIAT, visto che non c'è nemmeno chiarezza se gli americani ce lo stiano mettendo in boffice? A cosa serve un ministro delle politiche industriali se il suo ruolo è di grattarsi lo scroto dinanzi a una vertenza che rischia di lasciare a casa migliaia di persone?
2) Viene sempre citato il divario tra i soldi che porta a casa Marchionne, a fronte di un calo della produzione, e quello che prende l'operaio che per quel calo se ne sta in cassa integrazione. Io trovo folle un divario di centinaia e (ieri parlavano di 1000).
Trovo il numero sconvolgente.
Se le cifre di ieri erano affidabili, si parla di una cifra pari a oltre il 3% dell'investimento su Mirafiori. Sono cifre per cui in confronto Ibrahimovic è un miserabile.
Mi fa impressione che non si abbia il coraggio di dire che è una vergogna, per le proporzioni della cifra.
Ancor più impressione che si dica che economicamente è giusto.
E mi fa ribrezzo che Marchionne ritenga di meritarselo: "Io dormo poche ore a notte".
3) La protesta contro le tasse fatta da categorie che hanno certe percentuali di evasione fiscale mi fanno imbestialire. Paghiamo tasse quasi come la Danimarca senza avere in cambio i servizi danesi? È solo perché ci sono sprechi da parte dello Stato e delle amministrazioni o forse è anche perché nelle regioni più virtuose evade più di un contribuente su cinque? La gente come Giannino che incita ad affrontare questo problema non pagando le tasse è irresponsabile. L'unica vera soluzione al problema sono norme ferocissime per chi evade. Altro che il liberismo nella terra dei furbi che predica Giannino.
Saluti
Tommaso
Sinceramente non so bene che posizione prendere in merito a tutta la vicenda FIAT-nuovo contratto.
Giannino purtroppo lo ascolto poco visto l'orario però ho presente il personaggio e devo dire che anche io sulla questione mi sono trovato d'accordo con lui.
Trovo che il tema della riforma del fisco sia da mettere non al primo posto ma ancora prima, è insostenibile il peso fiscale per chi (lavoratore dipendente) paga le tasse ma lo è anche per le imprese. La breve esperienza del secondo governo Prodi ha dimostrato che la lotta all'evasione è tutt'altro che difficile, è ora che l'Italia smetta di essere uno dei paesi con il più alto costo del lavoro per colpa delle tasse. Passando lato FIAT invece dico subito che non mi piace il metodo, ricattare i lavoratori non è una cosa accettabile. Dall'altra però anche i sindacati e i lavoratori stessi hanno delle pesanti responsabilità sulla situazione che si è venuta a creare, perchè le improvvise malattie il mercoledì sera (quando si gioca la Champions) o gli scioperi di due ore indetti per le partite dell'Italia in Sud Africa (belle partite per altro!) sono delle cose inaccettabili! Purtroppo adesso, come succede in tanti altri campi, per pochi (o tanti) furbi pagheranno tutti, compresi quelli davvero malati. Tra l'altro anche chi fa certificati medici non viene mai tirato in ballo in questi casi ma... Da quello che ho sentito questo accordo "raddrizza" anche delle storture ASSURDE in un paese civile e avanzato come dovrebbe essere l'Italia, perchè (sempre se non ho capito male) questo accordo obbliga il sindacato a non scioperare contro i punti dell'accordo che ha firmato... Ma c'è bisogno di regolare questa cosa? E' serio che un sindacato firmi accordi e poi scioperi contro quello che ha firmato?
(Continua)
Sono d'accordo sul fatto che lo Stato non debba intervenire sulle trattative ma sicuramente quello che lo Stato può (e deve?) fare è fornire una "cornice" entro cui la contrattazione si deve svolgere, il vuoto politico che questo "governo" sta lasciando è enorme, mi sembra ovvio che ci si debba muovere verso un nuovo sistema di rapporti e contratti di lavoro perchè purtroppo la globalizzazione incalza ma senza un arbitro la partita finisce per favorire che ha più forza e nel caso delle grandi imprese come FIAT è chiaro chi ha il coltello dalla parte del manico. Tutto ciò che questo "governo" ha fatto è stato "anestetizzare" il conflitto sociale buttando miliardi nella cassa integrazione e tenendo tutti più o meno buoni, imprese e lavoratori ma questo senza NESSUNA prospettiva per il loro futuro, niente formazione, ecc. E in questa situazione di vuoto della politica è gioco facile per Marchionne far valere la sua maggior forza (anche il ricatto: "O così o andiamo via" è attuabile per un vuoto politico, perchè se in certi luoghi l'alternativa allo stabilimento FIAT è il nulla il problema è anche politico!) in fase di contrattazione. Dopodichè forse meglio così perchè sicuramente se questo "governo" intervenisse in materia di contratto di lavoro difficilmente lo farebbe in ottica di favorire i lavoratori. Non ne posso davvero più di un paese assolutamente IMMOBILE, soprattutto per noi giovani, sembra sia impossibile dare una scossa in qualunque modo, mi rendo conto che il semplice fatto che questa di Marchionne sia una scossa non costituisce un motivo sufficiente a giudicare in maniera positiva la proposta però... Mi sembra che in Italia ci sia la pretesa di continuare a fare le cose come 20 anni fa, sempre tutto uguale, tutto immobile. Un ultimo appunto sullo stipendio di Marchionne... Io trovo che siano più assurdi gli 8 mln dati ad Ibrahimovic (o chiunque altro di quei beoti che corrono dietro ad un pallone) rispetto ai soldi che può ricevere Marchionne, anche fossero il doppio, non dimentichiamoci che cmq si tratta di un manager che ha preso una ditta sull'orlo del fallimento e l'ha tirata su. Il problema non è che Marchionne guadagna troppo, il problema è che causa tasse siamo noi lavoratori "normali" a guadagnare poco!
Sono d'accordo sul fatto che lo Stato non debba intervenire sulle trattative ma sicuramente quello che lo Stato può (e deve?) fare è fornire una "cornice" entro cui la contrattazione si deve svolgere, il vuoto politico che questo "governo" sta lasciando è enorme, mi sembra ovvio che ci si debba muovere verso un nuovo sistema di rapporti e contratti di lavoro perchè purtroppo la globalizzazione incalza ma senza un arbitro la partita finisce per favorire che ha più forza e nel caso delle grandi imprese come FIAT è chiaro chi ha il coltello dalla parte del manico. Tutto ciò che questo "governo" ha fatto è stato "anestetizzare" il conflitto sociale buttando miliardi nella cassa integrazione e tenendo tutti più o meno buoni, imprese e lavoratori ma questo senza NESSUNA prospettiva per il loro futuro, niente formazione, ecc. E in questa situazione di vuoto della politica è gioco facile per Marchionne far valere la sua maggior forza (anche il ricatto: "O così o andiamo via" è attuabile per un vuoto politico, perchè se in certi luoghi l'alternativa allo stabilimento FIAT è il nulla il problema è anche politico!) in fase di contrattazione. Dopodichè forse meglio così perchè sicuramente se questo "governo" intervenisse in materia di contratto di lavoro difficilmente lo farebbe in ottica di favorire i lavoratori. Non ne posso davvero più di un paese assolutamente IMMOBILE, soprattutto per noi giovani, sembra sia impossibile dare una scossa in qualunque modo, mi rendo conto che il semplice fatto che questa di Marchionne sia una scossa non costituisce un motivo sufficiente a giudicare in maniera positiva la proposta però... Mi sembra che in Italia ci sia la pretesa di continuare a fare le cose come 20 anni fa, sempre tutto uguale, tutto immobile. Un ultimo appunto sullo stipendio di Marchionne... Io trovo che siano più assurdi gli 8 mln dati ad Ibrahimovic (o chiunque altro di quei beoti che corrono dietro ad un pallone) rispetto ai soldi che può ricevere Marchionne, anche fossero il doppio, non dimentichiamoci che cmq si tratta di un manager che ha preso una ditta sull'orlo del fallimento e l'ha tirata su. Il problema non è che Marchionne guadagna troppo, il problema è che causa tasse siamo noi lavoratori "normali" a guadagnare poco!
Sono contento che il mio umile post abbia suscitato qualche reazione diversificata. Cerchero' di andare con ordine riprendendo i vostri commenti per aggiungere ancora piu' carne al fuoco.
@ Paolo: grazie per avermi concesso questo spazio e per avermi lasciato esprimere le mie poche e confuse idee.
a)Tu hai scritto: "non vedo perchè lo Stato non debba "intromettersi" nelle trattative tra imprese e lavoratori, lo trovo anzi potenzialmente utile, come dimostra la legislazione sulla sicurezza sul lavoro, quando questa non sia in grado di tutelare i diritti di una delle due parti"
Permettimi di fare un distinguo. Una cosa e' il dettare le regole del gioco (sicurezza del lavoro in primis, ma anche diritti e doveri generali dei lavoratori, distinti per grandi categorie), un'altra cosa e' sedersi al tavolo e giocare. Questo secondo caso non e' proprio di uno stato liberale quale noi ci riteniamo di essere. E sedersi al tavolo vuole anche e soprattutto dire fare delle leggi per casi o situazioni troppo specifiche.
b) Tu hai scritto: "sono convinto che sia velleitario pensare di poter produrre brevetti ed innovazione senza avere rapporti stretti con la produzione"
Io non intendevo dire che l'Italia debba abbandonare la produzione nel modo piu' completo, ma di ridurre la sua percentuale a fronte di un maggior apporto dello studio e progettazione di soluzioni innovative.
D'altra parte, se consideriamo la situazione globale, ne converrete tutti con me che nel mondo si produce troppo in tutti i campi. Nell'esempio di oggi, si producono troppe auto, ma anche troppi cellulari e troppo latte! Ne deriva che prima o poi, "se vogliamo bene a questo pianeta, etc...", dovremo cominciare a ridurre le produzioni. Ma dato che ogni uomo deve lavorare, bisogna cercare dove e nel modo che conviene all'individuo e alla societa'.
Noto che la confartigianato da anni lamenta un'insufficienza di manodopera specializzata. Mi chiedo quale sarebbe il dramma se la Fiat ridimensionasse il suo carico produttivo e alcuni lavoratori intraprendessero la carriera artigianale, altamente specializzata e molto ben retribuita.
Nel caso Italia, poi, la produzione costa piu' che in altri paesi e spesso questo costo non e'dovuto a ragioni tecnologiche. Quindi non si capisce perche', in un mercato libero, dovrei comprare una Fiat rispetto a qualcos'altro.
Mia personale convinzione e' che la Fiat e molte aziende italiane devono capire che si batte la concorrenza se i prodotti presentati, sebbene piu' costosi, hanno piu' valore perche' il contenuto innovativo e' piu' alto.
E' per questo che io sono un grande promotore del "Designed in Italy" piuttosto dell'insignificante "Made in Italy".
@ Francesca
"L’unità sindacale la rompe chi accetta accordi discriminatori, non chi li rifiuta."
Hai ragione. Eppure ho come l'impressione che una trattativa di lavoro si debba fare fra due sole entita': chi offre lavoro e chi lo cerca. Nel caso italiano la parte di chi cerca e' rappresentata da una miriade di sigle sindacali e ritengo questo fatto una completa distorsione delle regole democratiche.
Secondo le regole democratiche al tavolo, a trattare con il padrone ci deve essere solo un altro interlocutore che rappresentera' tutti i lavoratori.
E' per questo che secondo me ci si sarebbe dovuti sedere al tavolo della trattativa con Fiat solo dopo che i lavoratori (anche quelli non inscritti ai sindacati!) avessero trovato una piattaforma comune. Cio' non e' accaduto e la Fiat ha sfruttato la situazione a suo vantaggio.
Quindi la situazione creatasi e' colpa dei sindacati tutti ed adesso se ne pagano le conseguenze.
Hai scritto: "Non bisogna ascoltare solo i commentatori come Giannino"
E' per questo che ho scritto il post: per confrontarmi con voi!
Pale
@ Michele
Seguo in questo caso la tua numerazione...
2) Tu hai scritto: "quanti soldi ha avuto la FIAT per aprire gli stabilimenti al Sud?"
Verissimo e doloroso. Pero' bisogna convenire che non si può dare la colpa a Fiat perché la politica ha deciso per decine di anni di regalare soldi alla Fiat.
Credo che quando lo Stato interviene con finanziamenti diretti o indiretti, sia necessario che venga stretto un accordo con il territorio conveniente per l'imprenditore e conveniente nel mnedio e lungo periodo per il territorio.
D'altra parte pero' questi aiuti non consentono una competizione libera e dopano il mercato del prodotto e quello del lavoro. Altra cosa sarebbe quella di agevolare lo stabilimento di aziende in un territorio previa agevolazione fiscale.
"perché ad esempio le linee di produzione vengono fatte lavorare a pieno regime per qualche mese e poi per qualche altro mese vengono messi a Cassa Integrazione gli operai"
Giustissima osservazione. Infatti secondo me la cassa integrazione non dovrebbe essere utilizzata se non in casi particolarissimi (che comunque non mi vengono in mente). Non solo. Ritengo che la cassa integrazione sia uno strumento che nega il diritto di lavoro. Si', perché quando sei in cassa integrazione non lavori, non produci e non acquisisci esperienza. Inoltre viene usata in maniera discutibilissima dai gestori dell'azienda e pesano sul tesoro pubblico senza rappresentare un investimento.
I soldi spesi per la Cassa integrazione sarebbero meglio spesi se si potesse dare l'opportunità ai lavoratori lasciati a casa di seguire corsi di specializzazione per cercare di aiutarli a reinserirsi nel tessuto lavorativo del Paese.
3) Concordo con te al 100%.
5) Quello che tu descrivi mi sembra un problema di management. Secondo me e' necessario che chi assume una persona possa licenziarla se non e' soddisfatta (e non come nella pubblica amministrazione, dove quando entri ci rimani a vita indipendentemente da quanto e come lavori), ma e' anche necessario che il lavoratore si senta soddisfatto e realizzato in quello che fa.
7) Su questo concordo con te ed anche io ho i miei dubbi. Pero' ciò non vuol dire che la percentuale di tasse che si paga adesso sia ragionevole. Secondo me bisogna lavorare bene e subito sui due fronti.
@ MR:
mi risulta che nokia stia mantenendo in house un parte della produzione. Per molti altri marchi di europeo/ USA è rimasto il marchio ed il marketing.
Ricordo una amarissima intervista di un produttore coreano (?) di elettronica (mi pare si parlasse di cellulari): un tempo non capivamo cosa ci chiedevate di fare, poi abbiamo lavorato su vostre indicazioni, quindi abbiamo iniziato a suggerirvi migliorie sul prodotto, adesso non capite più cosa vi proponiamo...
Se fai, impari a fare, se sapevi fare ma non fai, disimpari...
Ciao
Paolo
@ Paolo
Il produttore coreano diceva una gran bella verità e concordo anche con la tua frase seguente. Ma non capisco cosa voglia dire in riferimento a quello che dicevo nel post.
In quello che esponevo io non c'era spazio per la ...ehm... "disimparazione"! :)
Tra l'altro Nokia , dalla sua posizione di leadeship nel mercato dei cellulari, ha da tempo capito che i suoi ricavi dovuti alla pura vendita die telefonini tende a ridursi sempre di piu' e che la battaglia adesso si gioca su scala globale sui servizi, come Google e Apple insegnano...
Pale
Caro Pale,
Non che ci sia bisogno di dirlo, ma La numerazione del mio commento segue l'elenco dei tuoi punti.
@Paolo,
Non c'è bisogno di dirti che sono d'accordo con te sul disimparare se non fai!
Sempre per Paolo,
immagino che quando dici:
Per molti altri marchi di europeo/ USA è rimasto il marchio ed il marketing.
immagino che ti riferisca ad IBM che ha venduto la produzione dei PC e dei notebook a Lenovo e a Apple che fa fare la produzione dei suoi prodotti a Foxconn nota produttrice di main board e schede grafiche e non so cos'altro. Mi chiedo il perché l'asia sia diventata la più grossa produttrice di elettronica di consumo. Solo una questione di costi o c' è dell'altro come ad esempio il fatto che in quei paesi non ci sono norme contro l'inquinamento o sulle tutele ai lavoratori...
Così è più facile fare impresa in quei paesi!
@pale:
rispondevo a MR che mi pareva proponesse di tenere qui solo la prgettazione, idea che penso sia irrealizzabile e vagamente razzista: a noi eletti spetta pensare, agli altri lavorare.
@ MR:
penso anche ad HP, Motorola, e tanti altri marchi che sono diventati scatole vuote...
Per inciso quanto pensate passerà perchè un produttore come Du Pont riesca a produrre un tessuto che richieda tecniche di lavorazione diverse da quelle tradizionali mettendo il mondo della moda Made in Italy nella condizione di non essere in grado di capire come si fanno i vestiti, visto che i problemi tecnici vengono affrontati in Cina, India, Turchia,... ? E allora anche Gucci, D&G, Armani, Valentino diventeranno marchi ancora più vuoti di quanto già non siano.
Ciao
Paolo
@Paolo
io non ho mai sostenuto una cosa del genere. Anzi ho sempre pensato che in una società complessa come la nostra c' è bisogno del fornaio, come del muratore, come dell'agricoltore o dell'architetto e cosi via... è un' utopia una che gli occupati si dedichino solo a pochi mestieri.
A me sembra un CAPOLAVORO DI INGEGNERIA DEL CONSENSO il far rientrare 5000 lavoratori dalla CiG a pochi giorni dal "referendum" sull'accordo...
@Arcibaldo,
Non so se le hanno fatto rientrare dalla CIG per l'occasione, ma comunque sia anche quelle persone hanno il diritto di esprimersi, visto che li riguarda. Non ti sembra?
Ciao
@Michele
Quello che intendo dire è che, dopo la cassa integrazione fai rientrare i lavoratori a pochi giorni dal voto, secondo te cosa mai saranno propensi a votare...?
@Pale
E io?
@Fra
"Io trovo che siano più assurdi gli 8 mln dati ad Ibrahimovic [...] rispetto ai soldi che può ricevere Marchionne, anche se fosse il doppio.
Il problema non è che Marchionne guadagna troppo, il problema è che causa tasse siamo noi lavoratori "normali" a guadagnare poco"
Sono assurdi entrambi ma, ed è proprio questo quello che volevo dire, a mio parere, superata una soglia l'assurdità diventa proporzionale alla cifra.
Così come lo stipendio di uno dei "beoti che corre dietro a un pallone" viene giustificato con il fatto che genera guadagni indotti o diretti, così pure viene giustificata la cifra percepita da un manager, perché dà lavoro a un tot di persone.
Quello che a me fa impressione è il numero. Se la proporzione tra lo stipendio di un manager e quello di un dipendente fosse anche solo di 500 volte, dimezzare quella folle retribuzione equivarrebbe a un aumento del 50% per 500 dipendenti, del 25% per 1000 ecc ecc. E il manager di turno guadagnerebbe comunque più del beota con il pallone.
Sarò un fanatico bolscevico...
T.
Sono in pieno accordo con Pale quando sostiene che nelle trattative dovrebbero intervenire due attori: anche secondo me sarebbe importante che prima di una trattativa i sindacati concordino una posizione unitaria, il che, per inciso, renderebbe più forte la posizione sostenuta.
Temo però che sia difficile per il sindacato arrivare a questo tipo di soluzione, perchè imporrebbe a molti sindacalisti di professione di ridemensionare il loro ruolo.
Ciao
Paolo
... Quello che mi sfugge del "caso Marchionne" è perchè abbia deciso di affrontare uno strappo così netto: una cosa che pochi notano è che in realtà molte aziende stanno ottenendo un livello di flessibilità anche superiore senza arrivare allo scontro sociale semplicemente rimpiazzando chi viene pensionato con interinali e parasubordinati, che non sono tutelati nè dal sindacato nè da nessun altro.
Se l'indicazione che devo derivarne è che Marchionne rinuncia ad nuovo mercato degli schiavi "spalmando" su tutti i lavoratori Fiat (dipendenti e parasubordinati) le stesse condizioni, mi iscrivo anch'io al partito dei suoi sostenitori (per il busto in bronzo aspetto però di vederlo riprendere a lavorare sul prodotto).
Ciao
Paolo
@PaoloVE
Dubito fortemente che l'azione di Marchionne sia mossa da una volontà di "democratica distribuzione degli oneri su tutte le tipologie di contratto" dubito anche che questo pensiero lo abbia minimamente sfiorato. Credo invece che semplicemente i tempi necessari per riequilibrare a suo favore la situazione aziendale assumendo precari al posto dei pensionamenti dei contratti a tempo indeterminato siano troppo lunghi e per ciò inaccettabili (includendo la possibilità, seppure purtroppo remota, che in un prossimo futuro la questione del precariato venga, non si sa bene da chi, ripresa in mano a favore degli operai...) inoltre non so fino a che punto una azienda grande e poco flessibile come FIAT (e soprattutto costantemente monitorata da sindacati e mass media...) possa "giocare" sui contratti di assunzione in questo modo. Per cui nel mio caso il busto di Marchionne potrà stare dov’è per un bel po’ di tempo…
Una possibile spiegazione dell' aggressività marchionniana si può trovare nell'articolo di Bruno Tinti dal suo blog sul Fatto Quotidiano:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/11/la-pacchiadi-marchionne-c%e2%80%99e-un-amico-che/85167/
@ Tommaso
Scusa per non averti risposto prima. E concordo con te sul fatto che approfondire sia doveroso e necessario per cogliere tutte le prospettive che un solo punto di vista non puo' fornire. Questo in effetti e' uno dei principali motivi per cui ho scritto il post. Il confronto con le vostre posizioni per me e' fondamentale e funzionale allo sviluppo delle mie posizioni, le quali sono dinamiche e non scolpite nella roccia.
Nel caso specifico, ecco le mie risposte:
1) Marchionne ha il coltello dalla parte del manico, ma il manico e' stato gentilmente porto dall'assenza di una piattaforma comune da parte dei sindacati. E' una banale strategia di battaglia quella di sfaldare il fronte nemico e di approfittarsene.
La questione riquardo lo Stato italiano che tu poni secondo me e' interessante e cruciale. Secondo me lo Stato e il suo ministro allo sviluppo economico dovrebbero avere piani di medio e lungo termine e fornire gli strumenti, le garanzie ed i soldi per il loro raggiungimento.
Secondo me il caso Fiat in se' non e' il vero problema dell'Italia, seppur grave. Il problema e' la mancanza di strategia.
2) Anche io trovo queste differenze eticamente riprovevoli e vagamente disgustose. Pero' non ne farei adesso il punto cruciale di tutto. Il problema alla Fiat non e' avere piu' assunti, ma presentare strategie vere di produzione, innovazione e competizione.
3) Il liberismo dei furbi di Giannino non mi va a genio neanche a me e lo trovo abbastanza "di convenienza". Eppure, quello che lui dice (lo Stato e' anche corruttore) e' sacrosanto. Questo vuol dire che bisogna lavorare sui due fronti: repressione e abbassamento delle tasse.
Il problema e' che siamo arrivati ad un punto in cui non possiamo permetterci manovre economiche per sostenere nessuno di queste strategie, in quanto richiedono investimenti.
Non solo. Io concordo pienamente con Giannino sul limite alla spesa pubblica in Costituzione. Pero', di nuovo, non siamo in grado di fare questa riforma per problemi politici.
Pale
Posta un commento