Buongiorno,
Ieri la consulta si è espressa circa il legittimo impedimento, limitando la protezione che questo provvedimento dava al premier, ma senza dichiarare il provvedimento incostituzionale nel suo complesso.
Come sempre nella politica italiana la montagna delle attese di entrambe le parti politiche ha partorito un topolino che lascia le cose sostanzialmente come stanno, immobili ed immutabili: il premier non ha una protezione particolarmente ampia, i processi che lo riguardano possono ripartire senza avere prospettiva di giungere a sentenza definitiva, le modifiche introdotte al testo della legge invalidano la richiesta di referendum.
Sul tavolo rimangono molte domande che riflettono il solito sconforto per la piccolezza della nostra classe politica. Quanto tempo ci è costato lo scontro politico su questo tema? Quante risorse abbiamo sottratto a temi di vero interesse per i cittadini? Quali reali prospettive di successo aveva la parte politica che pensava di utilizzare la spallata giudiziaria per ribaltare l'assetto politico e non ha maturato nemmeno in forma di piano B l'idea di contrastare efficacemente SB sul piano politico ed elettorale?
C'è però una risposta per chi pensava che una volta superato lo scoglio dell'immunità del premier la navicella della politica italiana potrà ripartire. A bloccare la navicella della poltica non era lo scoglio, che si è dimostrato inconsistente. Era proprio la navicella a non andare...
Ciao
Paolo
6 commenti:
Mamma mia quanta verita' in quello che hai scritto, Paolo!
Spasmodica attesa per niente. E' sempre il discorso del dito e della luna. Tutti ad attendere la sentenza, senza guardare che e' la navicella che non va!
Pale
Ciao,
"Come sempre nella politica italiana la montagna delle attese di entrambe le parti politiche ha partorito un topolino."
Il mio primo pensiero questa mattina e' stato: alla fine hanno trovato il (piu o meno) giusto mezzo tra le esigenze della politica e quelle della giustizia (mai abbastanza staccate).
La seconda cosa che ho pensato e' ma guarda quante chiacchiere abbiamo dovuto sorbire quando bastava ed era giusto lasciare che fossero le istituzioni (fatte anche di tecnici e di gente preparata, si spera) a prendere la decisione. Queste chiacchere ci hanno principalmente distratti, e su questo siamo d'accordo.
Non condivido la delusione, anzi. Se fosse possibile applicare tale saggezza anche al referendum della Fiat. Un accordo a mezza strada tra il SI ricattatorio di marchionne e il NO protezionista dei sempre candidi sindacati (ahio) sarebbe secondo me una sicura vittoria per entrambe le parti.
@ Charles:
la delusione non è per il pronunciamento, ma per il clima che ci si è creato attorno, quando nella pratica nessun esito possibile avrebbe potuto influire sui calendari giudiziari e politici. E per il fatto che Di Pietro, dopo che la consulta ha modificato il testo della legge, pretenderebbe di continuare a portare avanti il referendum per abrogare una legge ormai diversa... forse sono io a non capire, ma mi pare manchi l'ABC della politica.
Ciao
Paolo
Di Pietro e l'ABC? Credo di condividere le tue perplessita' :)
Rimanendo sul leggero, cosa c'e di piu' politico che usare tutti gli strumenti (i referendum, i giornali e la tv,il fastidio verso l'impunita' di B., laa malfidenza verso le istituzioni e complottismi vari ..) per rimanere sotto i riflettori dell'attualita'.
Io vedo i leader come i commerciali (non ho niente contro i commerciali naturalmente). Devono prima di qualsiasi altra cosa: vendere! Non oggetti ma immagine. Se i clienti vogliono chiacchere perche mai dovrebbero cercare di vendergli una proposta politica? Non sarebbero dei buoni commerciali/leader e in piu' gli toccherebbe pure affaticarsi! Allora il problema e' un altro.
Buonasera,
Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Io sono d'accordo - anche perché certe cose le pensavo da un pezzo - con l'analisi di Marco Travaglio nel suo editoriale di ieri sul FQ.
... (riprendo la linea) E comunque non è la prima volte che i giudici arrivano a una soluzione che cerca di dare un colpo al cerchio e uno alla botte.
Vedi i casi - anche se qui si parla della corte costituzionale - delle sentenze Andreotti o Dell'Utri.
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