Annunziata e De Bortoli: note stonate

Buongiorno,

quando tre settimane fa era uscito questo articolo di Lucia Annunziata sull'Huffington Post, articolo molto critico sull'operato di Renzi, la cosa non aveva avuto particolare rilievo, malgrado segnasse una novità nella politica italiana. 

Per la prima volta una giornalista di peso esprimeva compiutamente un articolato giudizio negativo sul Presidente del Consiglio, analizzando le molte discrepanze tra quanto ostentatamente promesso in maniera rutilante e quanto (poco) realizzato e messo praticamente in cantiere.

Probabilmente la scarsa rilevanza data a quell'articolo derivava dal fatto che fosse pubblicato in un quotidiano online (e quindi su un media ancora diffusamente e a sproposito considerato di serie B rispetto agli altri), e dal fatto che era basato sull'operato politico di Renzi in un'era in cui questo è ampiamente subordinato, per importanza, all'immagine. Insomma era ancora un articolo cui bastava insensatamente rispondere (in maniera invero molto grillina): "Sei una brutta gufa rosicona che vuol mantenere l'Italia nella palude perchè non c'è alternativa a Matteo. Il nuovo avanza e spazzerà via voi vecchi poltronisti".

L'editoriale pubblicato ieri a firma De Bortoli sul Corriere della Sera è altrettanto critico nei confronti di Renzi di quello dell'Annunziata e, in qualche misura, ad esso complementere: proviene dal mondo della carta stampata (quella fisica, i quotidiani veri, quelli algidamente di serie A, non quelli digitali) e, pur soffermandosi meno sull'operato politico di Renzi, mi sembra risultare paradossalmente più incisivo perchè invece di avventurarsi nell'analisi di promesse politiche che stanno diventando sempre più contraddittorie (come evidenzia bene in questi giorni il trasformismo renziano sull'art.18) si addentra nell'analisi della psicologia di Renzi e del suo rapporto con i fan gli elettori (2).

E' un articolo che, pur proveniendo da un contesto che è sicuramente più vicino alle poltrone che contano di quanto lo sia la Annunziata, si presta meno ad essere liquidato con le solite battute sprezzanti proprio perchè in qualche modo attacca Renzi sul personale più che sul politico, accettando il campo che l'ex sindaco ha scelto.

Non credo che però nè l'uno nè l'altro nè tutti e due gli editoriali messi insieme, benchè redatti da giornalisti importanti, rappresentino un reale momento di svolta nella comunicazione, nè tanto meno l'occasione per analizzare la politica del nostro governo con un'ottica più razionale e, perchè no?, positivamente critica. Ho anzi per entrambi la spiacevole impressione di ascoltare delle note stonate e fuori contesto.

Perchè ritrovo in entrambi (a dir la verità più nell'editoriale dell'Annunziata) molti elementi che condivido, ma li ritrovo calati all'interno di due quotidiani che hanno fatto la loro bandiera dell'acritica ed entusiasta adesione alla religione che ha in Renzi il solo Profeta e l'unico salvifico Dio.

Insomma danno tutta l'impressione di essere due autorevoli ed inutili foglie di fico dietro cui nascondere una adesione al personaggio che è imbarazzante non in sè (1), ma nelle modalità prone.

Ciao

Paolo

(1)  non riesco a sostenere che ci sia ancora nulla di male nell'aver fiducia in Renzi, anche se io non ne ho più..

(2) di certo nel titolo dell'editoriale di De Bortoli c'è una verità palese: Renzi non ha tuttora sul breve e medio periodo alcun avversario degno di nota se non sè stesso: potrà forse suicidarsi politicamente ma certo non potrà essere sconfitto...

4 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

dopo l'articolo di De Bortoli, anche Luca Sofri esprime una critica dei critici di Renzi, da posizioni assai più fiduciose delle tue: http://goo.gl/WumrBk

Mi pare tuttavia che, così come sono più importanti i fatti e le leggi rispetto ai tweet e alle camicie del PdC, allo stesso modo siano più importanti le critiche nel merito, rispetto ai retropensieri o ai quotidiani dove vengono scritte.

In altre parole, vero quanto dite tu e LS, sulle possibili ragioni incoffessabili che spingono alla critica, ma le critiche sono fondate, e questo è ciò che conta.

Saluti

T.

PS: Sul fatto che l'Huffington Post meriti di essere letto e cliccato ho seri dubbi, così comne sul fatto che possa essere annoverato tra gli acritici ed entusiasti aderenti al culto renziano.

Di più, ad esempio. Leggo la versione "completa" di Repubblica, non l'inaccettabile porcheria che ci propinano sul sito, e trovo che quel quotidiano sia un esempio di "pluralità di voci" o "schizofrenia" a seconda dei punti di vista: se la linea generica del giornale è degna di un fanclub renziano, gli editoriali sono spesso critici - Scalfari e non solo.

PaoloVE ha detto...

@ T.:

grazie della segnalazione dell'art. di Sofri. Ricambio segnalandoti quello di Menichini sul Post :-).

Personalmente trovo ovvio dare maggior peso agli articoli di analisi dei contenuti politici, ma temo che in una politica fatta prevalentemente di immagine e marketing un articolo come quello di De Bortoli che si basa principalmente sui connotati psicologici possa essere più incisivo tra i lettori.

Concordo col giudizio sull'HP, ma dissento da quelli che snobbano l'informazione on line a priori (e che di conseguenza avranno snobbato a priori l'articolo della Annunziata).

Sulla parzialità o meno di HP e CdS rispetto a Renzi forse ho una visione parziale. Magari mi lascio ritronare troppo facilmente dalle Marieteresemieli & co. di turno. Ci farò caso...

Ciao

Paolo

MS ha detto...

"Una rondine non fa primavera" (cit.).
In realtà è più di una voce, ma ho la sensazione che al momento sia comunque un coro trascurabile.

Spero che raggiungano una massa critica presto, ma qui credo di peccare di ottimismo.

bye,
MS

PaoloVE ha detto...

@ MS.:

"Spero che raggiungano una massa critica presto, ma qui credo di peccare di ottimismo."

Io non so se sperare.

Siamo passati dal berlusconismo di SB a quello di MR.

Evidentemente è quello che, ampiamente sollecitati da indegna (dis)informazione, vogliamo. Allora tanto vale. Anzi, tanto valeva forse tenersi l'originale...

Ciao

Paolo