Quirinale: cade un altro tassello?

Buongiorno,

alle mie tante ubbie su cosa stia diventando il sistema politico italiano, sia per quanto riguarda una rappresentatività dell'elettorato sempre meno avvertibile -tra liste bloccate, soglie di sbarramento, premi di maggioranza, Senato e Province non elettivi,...(1)- che per quanto riguarda la funzionalità del sistema stesso rispetto alle esigenze dei cittadini, in questi giorni si aggiunge il timore che anche una figura di garanzia come quella del Presidente della Repubblica possa essere, in questa situazione contingente, snaturata nella sua sostanza.

La mia paura nasce dalla continua constatazione del fatto che ogni ostacolo ai disegni politici dell'attuale uomo forte della nostra politica è presentato dai media (e conseguentemente vissuto dall'elettorato) al più come cosa di scarsa rilevanza, se non proprio come un inutile fastidio, da spazzar via per lasciar libero il Governo di operare nella massima autonomia.

E temo che in un contesto di governi di intese formalmente molto ampie, il legittimo desiderio (nemmeno molto nascosto) del Premier di avere le mani libere possa sfociare, nel momento in cui di fatto questo controlla direttamente il primo partito e, indirettamente, attraverso un patto politico che lo vede parte forte, anche quella che formalmente dovrebbe essere buona parte dell'opposizione, in un Presidente accondiscendente a rivestire un ruolo puramente formale, cioè sostanzialmente un passacarte.

Il che, prescindendo da chi ci sia la Governo, sarebbe un male per almeno due ordini di motivi:
  • in primo luogo lapalissianamente perchè rappresenterebbe una garanzia in meno per noi cittadini italiani rispetto ad un parlamento ed un governo che, essendo sempre più frutti delle designazioni di pochi segretari di partito, sono anche sempre meno rappresentativi dei nostri interessi.
  • in secondo luogo perchè è diventato sempre più frequente dover ricorrere al Presidente della Repubblica come al piano B in caso di manifesta incapacità del governo, non ultimo nel caso della designazione al limite del default di Mario Monti. E questa non è robetta che possa essere gestita da un passacarte...
Se consideriamo poi che questo eventuale ridimensionamento della figura Presidenziale si aggiungerebbe ad una architettura politica che è ben lontana dall'essere solida ed efficiente, credo sia ben chiaro che il rischio sarebbe di compiere un altro piccolo passo verso uno Stato sempre meno efficiente e sempre meno rispondente alle esigenze dei cittadini.
Ciao

Paolo

(1) tutte cose di cui peraltro la maggior parte degli elettori si stanno dimostrando appaerentemente ignari o soddisfatti, sia chiaro

1 commento:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

Il post è condivisibile, ma è la nota 1 il punto.

La democrazia non funziona se gli elettori - l'opinione pubblica - sono disinformati o male informati.

Non ne parliamo se, oltre a dover subire un sistema mediatico indegno, i cittadini sono pure tra i più ignoranti d'Europa e una larga parte di loro non padroneggia la lingua al punto tale da non saper comprendere un articolo di giornale.

Cosa vuoi che importi a costoro del contrappeso costituito dal Presidente della Repubblica rispetto a un governo che sta andando oltre ai suoi poteri?

Lo scempio continuerà nell'indifferenza finché ci saranno un po' di soldi. Poi riuscirà ad andare anche peggio, visto il livello di bestialità raggiunto dall'italiano medio.

Saluti

T.