Lo storytelling dei giovani e del lavoro

Buongiorno,

immagino di non essere il solo a ricordare quante volte la stampa nazionale abbia suonato la grancassa sbandierando la presunta mancanza di volontà dei giovani italiani di accettare dei mestieri che richiedano un minimo di sacrificio e/o la disponibilità ad orari flessibili. 

Il refrain è sempre quello: resi arroganti e pretenziosi (pardon, adesso si dice choosy) da un titolo scolastico altisonante, i bamboccioni rifuggirebbero lavori manuali, che magari, orrore orrore, richiedano di lavorare la sera o  nel week end, cose che comprometterebbero i comodi riti -per loro irrinunciabili- dell'aperitivo serale o della discoteca del sabato.

Ultimo esempio di siffatta disinformazione era stata la bufala dei grassi contratti proposti ad EXPO cui gli italici viziatissimi giovinastri, pur in periodo di grave crisi economica, avrebbero massicciamente risposto picche, evidentemente spaventati dall'impegno richiesto loro e preferendo restare comodamente sdraiati sul divano a giocare alla Playstation, bufala peraltro abbastanza malconfezionata ma mai adeguatamente smentita da chi l'aveva pubblicata con gran clamore.

Imperando il luogo comune ormai consolidato dell'imbelle bamboccione che non ha voglia di lavorare e sacrificarsi, la notizia che centinaia di giovani, senza particolare attenzione al titolo di studio, si affollino per candidarsi ad un lavoro manuale, retribuito in maniera non particolarmente elevata e caratterizzato da orari che comprendono sistematicamente il week end e l'orario serale, insomma una notizia come questa, a rigor di logica dovrebbe trovare ampio spazio sui quotidiani che tanta attenzione dimostrano alle problematiche del lavoro giovanile, anche se nei termini di cui scrivevo all'inizio.

Invece niente scoop: il caso non esce dalla cronaca locale.

Volendo credere alla buona fede dei nostri giornalisti potrei immaginare che, scottati dall'aver pubblicato in materia delle emerite fesserie, questa volta abbiano deciso di prendersi un po' di tempo per una opportuna verifica del fondamento della sorprendente notizia, perchè, in fondo, non si era mai sentito di nulla di simile precedentemente. 

Tranne, ad esempio, questa notizia dell'anno scorso, anch'essa apparentemente non degna di uscire dalla cronaca locale, dove era rimasta confinata, ma i cui contenuti sono perfettamente in linea e coerenti.

Oppure questa dell'anno precedente, rimasta invece nascosta nelle pagine di economia.

O questa dell'anno prima.

O ...

Insomma, sembra proprio che il fatto che ogni volta che Mc Donald's (e non solo) cerchi personale trovi per ogni singola posizione decine di giovani disponibili a lavorare con orari flessibili, compreso sabato e domenica, per un salario non eccelso, eventualmente fottendosene di altisonanti titoli di studio, sia nei fatti una non notizia.

E lo è, giornalisticamente, perchè nei fatti è un accadimento ovvio e scontato.

E lo è, giornalisticamente, perchè i giornali non le daranno alcun risalto. 

E la gran massa dei lettori distratti continueranno a pensare, come già sta avvenendo, che, se i giovani non trovano lavoro, in fondo, è soprattutto per la loro scarsa disponibilità a mettersi in gioco.

Ciao

Paolo

(1) Potreste esserne stupiti, ma, sempre e solo nella cronaca locale, certe cose sembra che non succedano solo da Mc Donald's...

4 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

segnalo questo e questo a proposito della bufala cui fai riferimento all'inizio.

Ciao

T.

PaoloVE ha detto...

@ T.:

mi dai lo spunto per il post di domani...

Ciao

Paolo

altrosimone ha detto...

Ribalto la questione giovani-bufala, rimanendo in argomento lavoro-giovani, mettendo il mio puntiglio in parallelo al contenuto del blog e di panza, perchè dati non saprei dove trovarli.

Faccio una domanda, ma quanti vecchi, ops pardon, anziani sopra i 50 o 60 anni sono presidenti, dirigenti, cavalieri, ecc.?

Tutti a dire le stesse cose che ai loro tempi si faceva la fame, e la vogliono far fare agli altri perchè si dice che così s'impara, ma di questi nessuno o pochissimi che si facciano da parte e appunto lasciar fare ai giovani (non troppo però).

Cosicchè ci ritroviamo, giovani laureati o diplomati che viaggiano all'estero, e vecchi, non dico cosa, che stanno a lamentarsi perchè nn ci sono giovani che si sacrificano, e vanno all'estero perchè non trovano un'ambiente sereno adatto alle loro capacità, con tutti i difetti del caso.

L'Expo ha dimostrato che ci son pure volontari quando serve per l'immagine di una città come Milano (che ammetto odio, pur avendo amici virtuali e non), ma ha pure dimostrato come chi comanda spesso è indietreggiante (nel senso di poco lungimirante e guarda solo indietro), con mentalità ancora da crescere, insomma sono i giovani di una volta che non vogliono staccarsi dai ricordi.

PaoloVE ha detto...

E oggi la notizia dei 2mila candidati per una singola posizione da infermiere: http://goo.gl/nAql8f

(anche se, trattandosi di un comodissimo, retributissimo e privilegiatissimo posto statale, immagino che in questo caso si debba usare un metro diverso, vero? :-))

Ciao

Paolo