Buongiorno,
dopo mesi di sterili finzioni che avrebbero dovuto passare per tentetivi di trattativa sembrerebbe che l'esplosiva situazione greca, rimasta a lungo sull'orlo del baratro (solo i continui ampliamenti dei prestiti d'emergenza della BCE hanno sinora impedito il default), si stia avvicinando ad una soluzione, cosa di cui mi rallegro.
Mi resta però l'impressione che i costi umani ed economici di questi mesi in cui alla Grecia è stato di volta in volta concesso un prestito dopo l'altro in maniera tale da permettere di giungere stentatamente solo alla scadenza successiva, ma non certo di impostare una reale politica economica di lungo periodo (e nemmeno di medio) sia l'ennesimo prezzo pagato dai cittadini europei all'inadeguatezza della politica europea, confermatasi una volta di più incapace di andare oltre gli ambiti commerciali e la tutela dei grandi interessi finanziari.
Ho infatti il sospetto che ad una soluzione si sarebbe potuti arrivare molto prima e con costi molto minori, ma che questa soluzione sia stata sistematicamente affondata da presunti interessi nazionali particolari.
E non è un'impressione ma un ricordo il fatto che, per salvare un settore finanziario e bancario che aveva scientemente causato una crisi economica di portata epocale, ci si è mossi con molti più mezzi e molta più decisione.
C'è da augurarsi che l'accordo cui si sta lavorando abbia i numeri per essere effettivamente risolutivo, e non solamente il risultato di una trattativa solo un po' meno al ribasso delle precedenti, come i trascorsi degli ultimi mesi potrebbero far temere.
C'è da augurarsi che l'accordo cui si sta lavorando abbia i numeri per essere effettivamente risolutivo, e non solamente il risultato di una trattativa solo un po' meno al ribasso delle precedenti, come i trascorsi degli ultimi mesi potrebbero far temere.
Ciao
Paolo
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