#labuonascuola: dalla riforma al ricatto (incrociato)

Buongiorno,

la riforma della scuola, promossa dal marketing renziano con il consueto insopportabile battage fatto di slogan su twitter (1) sembra essere in dirittura d'arrivo con il voto di fiducia su un unico maxi emendamento volto ad accettare alcune modifiche minori tra le troppe proposte neglii oltre tremila emendamenti avanzati (spesso a mero scopo strumentale), da opposizioni interne ed esterne al governo ed al PD.

In sostanza, perfettemente in linea con i precedenti del governo in materia di trattativa e mediazione (precedenti riassumibili nel fatto che di ogni cosa si può parlare un po', purchè dopo si faccia esattamente quello che vuole il governo), sembra di capire che sarà presentato un ddl estremamente simile all'originale su cui sarà posta la fiducia.

Se questo non fosse di per sè già sufficientemente avvilente, sottolineo come, di tutte le problematiche che una proposta di riforma del mondo della scuola giustamente aveva mosso, attualmente tutto sembra essersi ridotto a ruotare attorno alla sola assunzione dei precari, usati biecamente come ostaggi dall'una e dall'altra parte, con il governo determinato a vincolare l'assunzione entro settembre di centomila precari all'accettazione in blocco del testo della riforma e l'opposizione che spera invece di poter usare contro Renzi il malcontento di quelli che non saranno assunti se il ddl non passerà.

Scuola privata? Merito? Ruolo e funzioni dei Presidi? Impostazione della didattica? Invalsi? Tirocini? Se da un lato non mi pare di aver sentito risposte ai tanti dubbi ed alle tante perplessità evidenziati in questi ambiti, dall'altro lato mi pare che sia sorprendentemente cessato l'interesse ad averle.

In campo rimane solo la questione (ereditata, sicuramente di dimensioni enormi e molto spinosa) delle assunzioni dei precari. Il che però è come dire che questa riforma sta nascendo focalizzando l'attenzione su chi ci lavora e non su chi ha diritto a fruirne nel  migliore dei modi e ne giustifica l'esistenza.

L'importanza della riforma deve invece risiedere primariamente se non esclusivamente proprio nel concepire un modo diverso e migliore di far funzionare la nostra scuola a vantaggio degli studenti, e questo scopo non può e non deve essere secondario rispetto alle modalità necessarie a sanare una pessima gestione di chi nella scuola lavora, spesso sfruttato ignobilmente.

Ciao

Paolo

(1) Non è twitter ad essere uno strumento del demonio, ma chi finge di credere che un ragionamento possa comunque stare in centoquaranta caratteri. Col risultato di ridurre tutto a gasparrate. Possa la sindrome del tunnel carpale farci giustizia di costoro.

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