Buongiorno,
il post di oggi prende avvio dalle cosiddette scuse di Tony Blair per i presunti errori da lui commessi nel decidere di muovere guerra contro il regime di Saddam Hussein in Iraq, indebolito da un decennio di guerre e da anni di embargo.
E' quindi in qualche modo un post apparentemente storico (1) perchè riguarda cose che sembrano essere ben al di fuori dell'attualità, ma credo che ponga sul tappeto dei temi che ci riguardano anche oggi.
Innanzitutto e per amor di precisione: a differenza di quanto si afferma quella di Blair non può essere una richiesta di scuse per almeno un paio di motivi.
Il primo è che, banalmente, se un tuo errore ha contribuito a qualche centinaia di migliaia di morti, una richiesta di scuse pretende un tantinello in più di un pezzo di intervista alla CNN, e non mi pare che Blair si sia presentato ai microfoni scalzo, col saio ed il capo cosparso di cenere. Vedendo anzi come solo pochi giorni fa concionava sicuro in tutto il mondo contro il presunto massimalista Corbyn, da lui additato come il futuro artefice della rovina dei Labour, mi pare che ego ed autoconsiderazione di Blair non siano state minimamente intaccate.
Il secondo è che, contrariamente a quanto afferma adesso Blair, non vi furono errori da parte dei servizi segreti nell'interpretare quelle che vennero presentate come prove a carico di Saddam Hussein, ma una scelta deliberata di forzarne e drammatizzarne l'interpretazione da parte dei governi occidentali (2).
Esemplare per evidenziare l'intenzionale forzatura è quanto emerso sul cosiddetto Nigergate, in cui si evidenziò come un fascicolo utilizzato come prova e secondo cui l'Iraq sarebbe stato in possesso di uranio derivante da un accordo tra Iraq e Niger fosse stato costruito da uno spiantato faccendiere italiano, sbugiardato tanto dai servizi segreti italiani quanto dagli analisti della CIA, oltre che dal buonsenso (3).
Quanto alla drammatizzazione credo sia superfluo ricordare il triste show di Colin Powell che sbandiera una provetta di finto antrace al Palazzo di Vetro, come fosse un qualsiasi Buonanno con pistola.
Ma, al di là degli esempi puntuali, stiamo parlando di aver attribuito un valore militare ad un regime reduce da due guerre perse, immiserito da un embargo, armato con vecchie dotazioni ormai usurate e che aveva avuto come massimo lampo di genio il tentativo di investire su una tecnologia obsoleta ed inefficace come quella del "Supercannone".
E, come non riesco a riconoscere alcuna richiesta di scuse da parte di Blair, non ricordo alcuna autocritica da parte dei tanti media che allora anche in Italia, liquidarono il fastidio e l'opposizione all'intervento in Iraq con supponenza ed alterigia.
Ricordo ancora bene la sprezzante definizione di "pacifondai" con cui veniva liquidato chi esprimesse il benchè minimo dubbio sull'opportunità dell'opzione militare da parte di molti che, oggi, strillano come oche impazzite di quanto sia pericoloso quell'Isis che, anche secondo Blair, hanno a quel tempo contribuito a far nascere.
Ricordo ancora bene la sprezzante definizione di "pacifondai" con cui veniva liquidato chi esprimesse il benchè minimo dubbio sull'opportunità dell'opzione militare da parte di molti che, oggi, strillano come oche impazzite di quanto sia pericoloso quell'Isis che, anche secondo Blair, hanno a quel tempo contribuito a far nascere.
Ciao
Paolo
(1) Si, so che è il millecinquecentesimo post di questo blog, ma non è questo il motivo per cui è storico :-)
(2) l'intelligence sembrò invece aver commesso errori anche gravi nell'individuare le figure chiave per tentare di avviare il dopoguerra iracheno verso un percorso di natura democratica occidentale, figure successivamente dimostratesi di scarso spessore e capacità.
(3) l'accordo avrebbe previsto la cessione da parte del Niger di una quantità di uranio circa doppia di quella che il Niger era in grado di estrarre. In compenso l'acquirente era uno stato florido come poteva essere l'Iraq, alle prese con un pesante embargo sulla sua unica risorsa (il petrolio) ed alle prese con i postumi di due guerre (quella quasi decennale con l'Iran e quella conseguente all'invasione del Kuwait).
(2) l'intelligence sembrò invece aver commesso errori anche gravi nell'individuare le figure chiave per tentare di avviare il dopoguerra iracheno verso un percorso di natura democratica occidentale, figure successivamente dimostratesi di scarso spessore e capacità.
(3) l'accordo avrebbe previsto la cessione da parte del Niger di una quantità di uranio circa doppia di quella che il Niger era in grado di estrarre. In compenso l'acquirente era uno stato florido come poteva essere l'Iraq, alle prese con un pesante embargo sulla sua unica risorsa (il petrolio) ed alle prese con i postumi di due guerre (quella quasi decennale con l'Iran e quella conseguente all'invasione del Kuwait).
4 commenti:
Buondì,
condivisibile.
Segnalo tuttavia come la notizia sia data nel link da te riportato (Repubblica) e sul ilpost.it.
Sinceramente avrei preferito un bel post di approfondimento sul progetto Babilonia :-D
Saluti
@T.:
le elevate aspettative mi stimolano, ma talvolta mi pongono degli obiettivi irraggiungibili.
Ad esempio, ieri sera, quando ho scritto il mio pezzo, non ero a conoscenza che oggi il Post ne avrebbe buttato fuori uno parzialmente sovrapponibile :-)
In realtà, permaloso come sono, a me è restato sul gozzo essere stato liquidato oltre dieci anni fa come "pacifondaio" per una bandiera arcobaleno da chi allora plaudiva lo scarsamente giustificato rovesciamento di Saddam e oggi tuona perchè dalle rovine di quel regime è nato l'Isis...
Il tutto sempre con estrema supponenza e, ovviamente, senza alcuna autocritica.
Quanto al progetto Babilonia non sono per nulla esperto in materia, ma mi risulta che i "supercannoni", dal Parisgeschutz della prima guerra mondiale allo Schwerer Gustav della seconda abbiano evidenziato grossi problemi di mobilità e schieramento o necessitino addirittura di installazione fissa -era il caso del sistema di lancio delle V3 e del supercannone iracheno- (che al giorno d'oggi li trasformano in bersagli perfetti: lenti o immobili e di grosse dimensioni. Per questo motivo Israele, che sarebbe stato in teoria un potenziale obiettivo dell'ipotetico supercannone di Saddam, non lo considerò mai un rischio reale).Inoltre soffrivano di limitata affidabilità / scarsa precisione e costi di produzione e gestione elevati.
Non è un caso che tendenzialmente (forse con l'eccezione dei cannoni navali) si tenda a sostituire sempre più l'artiglieria con i più pratici (anche se talvolta meno precisi) sistemi lanciarazzi.
Ciao
Paolo
...devo ammettere che, senza capirci granchè, le teutoniche manie di grandezza in campo di armamenti bellici mi hanno sempre affascinato, sospese tra la fuga in avanti e l'assoluta follia e scarsa efficacia.
Dalla Grande Berta al Parisgescuhtz, dal Goliath all'elektroboot, dal Komet ai supercarri, dalle V2 alle V3 il campionario delle wunderwaffen sembra una immaginifica trasmissione di Giacobbo...
Ciao
Paolo
@Paolo
ma no, non si era proprio capita la fascinazione per l'armamentario tetesko. Che condivido. Ti mando in privato qualcosa.
Ciao
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